08/11/2025
VOLONTARI, chiamasi VOLONTARI!
LA CAMPAGNA DI STERILIZZAZIONE È INIZIATA GRAZIE AI VOLONTARI!! che fosse uscita una mezza parola a favore di chi ogni giorno mette cuore, corpo, mente e anima per aiutare i felini.
I volontari chi sono?
CITTADINI comuni, con un animo sensibile fuori dal comune.
Cosa fanno:
1)Prendono in carico, dopo averne constatato lo stato di necessità, volontariamente, ECONOMICAMENTE e emotivamente un gruppo di gatti randagi che vivono in strada:
🐈Quotidianamente (festività di ogni genere comprese), li sfamano e li sorvegliano;
🐈Se i felini dovessero incorrere in malattie gravi o incidenti mortali, catturano personalmente il felino (nella maggior parte dei casi) e attivano il Soccorso Felino, attraverso molteplici chiamate alla Polizia Locale (qui l’attesa è indefinibile nella maggior parte delle volte). Il soccorso felino nella figura di Giuseppe Albanese (ATA pc) interviene prelevando l’animale conducendolo nelle cliniche convenzionate con il Comune (il Comune sostiene le cure e la degenza del gatto). Molto frequentemente si aspetta un bel po’ di tempo prima che arrivi il soccorritore, come è umano che sia, dato che una sola persona non può occuparsi unicamente, h24 del recupero di varie specie animali in tutta Lecce e nei comuni. Quindi ulteriore tempo speso da parte dei volontari. Dopodiché quest’ultimo, che è praticamente il tutor del gatto in questione, NON ha diritto a conoscerne direttamente lo stato di salute, ma può informarsi solo attraverso delle mail, che per lo più arrivano anche queste in ritardo (se arrivano) attraverso il nuovo ufficio UDA (invece prima si scriveva all’ UFFICIO AMBIENTE). Ulteriore tempo dedicato ai felini. “Ma siamo volontari, nessuno ci obbliga”, questa è la frase più gettonata dalle istituzioni, frase priva di senso e empatia che sottolinea che il volontario NON è una risorsa da custodire piuttosto una rogna da evitare (mentre leggete questa frase, immaginatevi le spallucce)
2)STERILIZZAZIONE: i volontari si occupano della cattura dei gatti il giorno prima della sterilizzazione, devono trovare un posto dove tenerli in degenza, spesso nelle proprie case, tenendoli a digiuno, se il giorno dopo trovano diarrea o vomito, allora il gatto non si può sterilizzare, perché presenta sicuramente dei disturbi da curare (metodo di valutazione leggermente superficiale a nostro avviso) dunque bisognerà curarlo a spese proprie per capire cos’ha perché questi due sintomi non sempre vengono presi in considerazione come stato di necessità; Al contrario se il gatto è “sano” si deve condurre il gatto personalmente al canile a San Cesario (luogo completamente inappropriato per un felino. Recenti notizie affermano che vi è un nuovo luogo su Lecce dove si potranno sterilizzare. Era ora. In questi luoghi attendono i gatti i veterinari Asl operano l’animale. Una volta effettuata la sterilizzazione, il volontario torna a riprendere il proprio amico a quattro zampe e indovinate un po’ chi farà degenza al felino? il volontariooo ovviamente! (5/6 gg per le femmine, 1/2 gg maschi). Poi finalmente si rilasciano sul territorio.
Cosa acquistano i volontari:
1) cibo secco, i kg variano dal numero di gatti presenti in colonia, ad esempio noi consumiamo in un mese 20/25kg di croccantini.
2) cibo umido, la quantità anche qui varia in base a quanti gatti formano la colonia, nel nostro caso circa 250 scatolette al mese (mix tra scatolette di 400g, scatolette e bustine di 80/120g)
3) ANTIPARASSITARI (interni ed esterni), considerate che i gatti che vivono in strada si sverminano tre volte l’anno e si proteggono dai parassiti esterni almeno i mesi più caldi (in Salento praticamente sempre).
DETTO QUESTO, ancora una volta sentiamo Andrea Guido, che si vanta del fatto che grazie a sponsor ha distribuito croccantini, ma BAAAASTAAAA, anzi ma BAFFancu..ma come si permette ancora di dire menzogne? Qualche mese fa ha distribuito grazie ad uno sponsor premietti che erano in scadenza e molti già scaduti.
PREMIETTI, avete capito bene? SNACK (tipo caramelle per l’umano) niente di nutrizionale e fondamentale per i randagi! Nulla di male, ma chiamasse le cose con il proprio nome. Che girasse nelle colonie e vedesse con i propri occhi ciò che quotidianamente affrontano i volontari, ma per le “gattare” non ha mai tempo, figuriamoci.
Ci sono molte cose che non vanno, certo rispetto ad altre realtà forse siamo un pelino avanti, ma c’è tantissimo da migliorare. Se le risorse sono poche quantomeno sarebbe lecito manifestare le intenzioni e collaborare con chi conosce davvero i randagi che circolano sul territorio. La verità va avanti e la menzogne rimangono dietro. Se si vuole fare davvero la differenza non si deve mentire, bisogna ammettere i propri limiti e costruire lasciando spazio vitale ai randagi e soprattutto rispettare chi c’è dietro questa realtà da anni senza essere retribuito, ma che hanno davvero un interesse a migliorare le cose.
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