30/11/2022
Ecco❣️il mondo che vorrei!
«A che ora sono le cresime? Lui è già pronto»: questo l'ironico commento di don Nicola Ruggeri, parroco della chiesa di Santa Barbara di Senorbì, piccolo Comune della provincia sud della Sardegna, a corredo di una foto che ritrae un cane – con tutta probabilità un cane libero, ma accudito – all’interno della chiesa.
A immortalare la scena è stato proprio don Ruggeri, che ha voluto condividere la foto sui social. Talmente tranquillo, anzi, da aver concesso all'animale di restare all'interno dell'edificio anche durante un funerale celebrato il pomeriggio stesso della foto.
Un messaggio importante, quello trasmesso dal parroco del piccolo Comune sardo. A oggi infatti non esiste una norma che vieti l’ingresso dei cani in chiesa, e sono gli stessi parroci a decidere se concederlo o meno. In linea generale, i cani possono entrare in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico, purché l’umano di riferimento li tenga al guinzaglio e porti con sé la museruola, con un’unica limitazione prevista per quei luoghi in cui si preparano, manipolano, trattano e conservano alimenti.
Dai commenti arrivati alla foto di don Ruggeri, sembra che il cane immortalato in chiesa sia un cane di quartiere, cani cioè liberi e accuditi, al cui benessere provvede intera comunità.
I cani di quartiere non sono mai abbandonati a loro stessi, ma monitorati costantemente da una persona riconosciuta come umano di riferimento, che gli consente però di vivere la loro vita in libertà.
E don Ruggeri non ha voluto prendere una posizione differente: lungi dal cacciarlo dalla sua chiesa, ha lasciato che il cane trovasse rifugio all’interno dell’edificio, condividendo la foto per dimostrare la necessità di adeguarsi a una società in cui la presenza degli animali da affezione nelle vite dei cittadini e dei fedeli è in continuo aumento.