Velletri 2030

Velletri 2030 "The future is not some place we are going,
but one we are creating. The paths are not to be found, but made. Schaar)

And the activity of making them changes both the makar and the
destination" (John H. Velletri 2030 è un gruppo di cittadini Veliterni che si sono riuniti spontaneamente, fuori fa ogni confessione politica, religiosa e culturale, per costituire quello che in lingua anglosassone si chiama un "think tank" avente lo scopo di elaborare proposte per costruire possibili cammini per un futuro della città.

Velletri 2030 parte dalla consapevolezza che il futuro non potrà mai essere una copia del passato, in particolare in questa epoca. Quella che tutti noi percepiamo come crisi è, in realtà, una fase ci cambiamento strutturale. Si tratta di una transizione che è sotto gli occhi di tutti, anche se non è chiarissimo se le azioni che ciascuno di noi sta predisponendo ce ne faranno uscire bene o male.

Ai Partecipanti Velletri 2030,Approfittando della presenza di infrastrutture già esistenti, come connessioni alla rete e...
28/08/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

Approfittando della presenza di infrastrutture già esistenti, come connessioni alla rete elettrica e sistemi di raffreddamento ad acqua, le Big Tech sono sempre più intenzionate a stringere alleanze strategiche con grandi aziende energetiche europee. Lo scopo è riconvertire impianti dismessi in moderni data center, limitandone così l’impatto ambientale ed energetico. Non si tratta solo di “riciclare” vecchi impianti. Queste alleanze rappresentano un cambio di paradigma per le aziende energetiche, che in tal modo provano a differenziare il proprio mercato. Le aziende energetiche, infatti, vedono nei data center una via alternativa per monetizzare siti altrimenti costosi da dismettere, trasformandoli in fonti di reddito stabile e a lungo termine. Una delle tendenze più promettenti è la creazione di veri e propri “energy park”, dove data center vengono collegati direttamente a impianti rinnovabili, utilizzando la rete solo in caso di emergenza.

Il tutto oggi è possibile tramite l'installazione di Sistemi BESS. Un BESS (Battery Energy Storage System) è un impianto di accumulo elettrochimico che utilizza batterie di grande scala per immagazzinare energia elettrica e restituirla quando necessario. Le sue funzioni principali sono:
Stabilizzazione della rete: risposta rapida a sbalzi di frequenza e tensione.
Arbitraggio energetico: carica durante i periodi di basso prezzo o surplus rinnovabile, scarica nei picchi di domanda.
Integrazione rinnovabili: compensa l’intermittenza di solare ed eolico.
Servizi ancillari: regolazione di frequenza, riserva di potenza, black start.

Perchè ne parliamo? Il motivo è l'attenzione ricevuta negli ultimi giorni dalla stampa locale della provincia di Latina ( ilCaffè . tv, LatinaToday, LatinaFatto).

SOGIN (Società di gestione degli impianti nucleari, che sta smantellando l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino) intende realizzare un impianto di batterie di accumulo di energia BESS, presso l’ex impianto del reattore Cirene. L’impianto sarà per uno scambio di energia elettrica da fonti rinnovabili pari a 266 megawatt, allacciato con un elettrodotto alla stazione Terna già presente vicino al sito.

Il progetto ha ricevuto il via libera con prescrizioni dalla conferenza di servizi, ma è polemica da parte del M5S sul ruolo del Comune nel processo approvativo. L’approvazione per l’impianto non è arrivata in modo semplice e diretto. La pratica è passata attraverso una conferenza di servizi, una procedura in cui il Comune di Latina ha riunito in modo virtuale una serie di Enti e Amministrazioni per raccogliere tutti i pareri necessari. Durante questo processo, diverse Autorità hanno sollevato delle questioni, chiedendo chiarimenti e integrazioni al progetto. Tra le varie entità coinvolte c’erano il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Regione Lazio, la Soprintendenza, l’ARPA, i Vigili del Fuoco, l’ASL, e molti altri. Perchè i Vigili del Fuoco? Gli incendi nei sistemi BESS, a differenza degli incendi tradizionali, non richiedono ossigeno e sono difficili da spegnere, richiedendo tecniche e agenti estinguenti specifici. Ma questo è un'altro capitolo.

Chi produce e vende i Sistemi BESS? Tesla! Il dato è riportato dall’analisi tratta dal report “ Global Battery Energy Storage System Integrator Ranking 2025“ di Wood Mackenzie, secondo la quale l’azienda di Elon Musk si posiziona con un 15% di quota di mercato davanti alla cinese Sungrow (14% di quota di mercato), seppur con un divario ridotto di tre punti percentuali rispetto all’ultima rilevazione. Un’altra azienda cinese, CRRC, completa il podio con una quota di mercato dell’8%.

Perchè ce ne dovremmo occupare anche a Velletri? Perchè l'approvvigionamento energetico è un tema fondamentale che investe tutta la cittadinanza, in quanto fattore principale di uno sviluppo sostenibile. Perchè Borgo Sabotino lo conoscono tutti i cittadini che vanno al mare sul litorale di Latina.

Buona lettura.

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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Ai Partecipanti Velletri 2030,Pur non essendo un medico, con l'intento di incuriosire e, magari, di sfatare qualche "cre...
25/08/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

Pur non essendo un medico, con l'intento di incuriosire e, magari, di sfatare qualche "credenza popolare", mi accingo ad addentrarmi su alcuni aspetti della differenza tra "voce parlata" e "voce cantata", dopo aver letto alcuni editoriali di un medico vero, Marco Gilardone, pubblicati negli ultimi mesi da "Connessi all'Opera"; per cercare di capire meglio e trovare una spiegazione scientifica di cosa succede nel corpo umano di chi canta e di chi ascolta.

La domanda a cui cerca di rispondere Marco Gilardone è la seguente: "secondo voi che cosa distingue in modo peculiare la voce parlata da quella cantata?”. Alcune vocali sono palesemente prolungate rispetto a una versione ipoteticamente parlata. E abbiamo svelato il primo segreto. A dirla tutta non è che nel canto si prolunghino per forza solo le vocali. Nell’opera è un fatto prevalente, ma, ad esempio, nella musica popolare ci sono magnifici esempi di prolungamento delle consonanti. Un’altra differenza? L’intensità del suono. E non soltanto dovuta all’uso del microfono, bensì al livello di pressione sonora che si mette nel canto che, solitamente, è maggiore di quella che si mette nel parlato o, più precisamente, è più varia. Altro argomento di grande interesse è l’evoluzione della voce con l’età. Invecchiando, la voce tende ad "aggravarsi".

Non è possibile iniziare a parlare di voce senza affrontare l’argomento "suono". Giacché la voce altro non è che un suono prodotto dal nostro corpo, ottenuto mettendo in atto determinati meccanismi. E un suono, come molti sanno, è un evento acustico generato dalla propagazione di onde in un determinato mezzo, generalmente l’aria, ma anche ad esempio l’acqua, che è addirittura un conduttore migliore dell'aria. La formazione del suono comporta l'utilizzo di diverse parti del corpo umano, che un medico specialista nelle discipline della foniatria e dell’audiologia può spiegare dettagliatamente. In particolare:
L’apparato respiratorio nel suo insieme.
La laringe, che in realtà è compresa nell’apparato respiratorio ma che per comodità è considerata una struttura a parte.
Le cavità di risonanza
Per chi vuole approfondire sarà molto agevole consultare libri o siti web per soddisfare le proprie curiosità.

In sintesi, la Scienza della voce studia l’interazione tra analisi scientifica e approccio musicologico. Una branca affascinante del rapporto tra scienza e arte. Velletri 2030, non annoverando tra i suoi Soci rappresentanti di questa branca della Scienza, si pone l'obiettivo di organizzare qualche Seminario sul tema specifico e si auspica che si possa dare vita ad una Scuola su tale scienza. Magari sponsorizzata dalla Amministrazione, sempre attenta e disponibile a sponsorizzare diverse manifestazioni per la diffusione delle diverse branche della Cultura, inclusa la Cultura Scientifica, guardando al futuro della Comunità di Velletri. La nascita di una Scuola sulla Scienza della voce sarebbe un’iniziativa che unisce formazione e scoperta di talenti, coinvolgendo bambini e ragazzi, promuovendo il canto nelle sue diverse espressioni fonetiche. Il programma didattico potrebbe accompagnare i bambini all’ascolto, al movimento e all’uso della voce attraverso giochi musicali, mentre i più grandi potrebbero lavorare su canto corale, respirazione, fonazione e tecnica vocale, con laboratori di espressività corporea e consapevolezza teatrale. Insomma, una vera promozione della Scienza della voce.

Buona lettura.

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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Ai Partecipanti Velletri 2030,siete tutti invitati a partecipare al Webinar "Il lavoro umano da Adriano Olivetti a Dario...
08/08/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

siete tutti invitati a partecipare al Webinar "Il lavoro umano da Adriano Olivetti a Dario Amodei: dal Welfare al Webfare", 12 Settembre 2025, ore 18:00, su piattaforma Zoom al seguente link:



Il Webinar sarà tenuto da Francesco Varanini – Esperto, scrittore, Presidente di Assoetica – Milano e affronterà il tema della trasformazione del concetto di lavoro, dal Welfare al Webfare.

Tra gli Anni Trenta e gli Anni Settanta del secolo scorso i sistemi economici sono stati caratterizzati da un principio chiamato Welfare al quale si attenevano sia gli enti pubblici, sia le imprese private: Piena Occupazione: un posto di lavoro per ogni cittadino. L'impresa privata era orientata non solo alla massimizzazione dei profitti, ma anche all'offerta di posti di lavoro.
L'ondata neoliberista iniziata negli Anni Ottanta ha portato nel nuovo secolo all'affermarsi del principio opposto: Piena Disoccupazione. Le tecnologie dominanti come l'Intelligenza Artificiale sono funzionali a questa tendenza. Si sostiene che l'Intelligenza Artificiale sostituirà il lavoro umano. Al Welfare si sostituisce il Webfare, salario sociale per cittadini senza lavoro, pagato dalle Grandi Imprese Digitali. Ma sta a noi scegliere, e siamo sempre in tempo per scegliere.

Lungi dal voler forzare la contrapposizione tra due figure, il Webinar prenderà spunto dalla differenza tra i differenti punti di vista per guardare a come possiamo oggi continuare ad intendere il lavoro umano non solo fatica dalla quale allontanarsi, non solo come fonte di remunerazione, ma come costruzione del Sé, partecipazione alla società, sinonimo di cittadinanza attiva.

Come sempre il Webinar sarà fortemente interattivo.

Vi aspettiamo numerosi venerdì 12 Settembre 2025, ore 18:00.

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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Ai Partecipanti Velletri 2030,Osservando una conchiglia da vicino, ci si rende conto che la sua spirale è una geometria ...
01/08/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

Osservando una conchiglia da vicino, ci si rende conto che la sua spirale è una geometria incredibilmente precisa, come se fosse stata progettata con regole matematiche. Ma come è possibile che la natura crei qualcosa di così perfetto? Alcune risposte si possono ritrovare nelle opere del matematico Leonardo Pisano, conosciuto come Fibonacci (Pisa 1170 - 1240) nel mondo della matematica e delle scienze naturali. Velletri 2030 ha già scritto sulla sequenza di Fibonacci nel mese di Novembre 2024 in occasione del Fibonacci Day, che cade ogni anno il 23 Novembre.

Fibonacci è stato un precursore del pensiero scientifico moderno, dimostrando che modelli matematici possono spiegare fenomeni naturali e processi biologici. La sequenza di Fibonacci non è solo uno strumento per comprendere e descrivere il mondo che ci circonda; è un simbolo di come l’universo operi in modi perfettamente orchestrati. Fibonacci e il suo modello rappresentano una prova tangibile che la matematica non è isolata dal resto della realtà, ma è anzi un mezzo per vedere l’ordine e l’armonia sottostante, una guida per leggere il libro della natura e per riconoscere che, in fondo, ogni elemento è parte di un grande disegno universale. Un esempio tangibile sono le conchiglie.

Le spirali delle conchiglie non sono tutte uguali, ma seguono la stessa struttura di una spirale di Fibonacci. La spirale di Fibonacci infatti è una buona approssimazione della spirale aurea, un tipo di spirale in cui il rapporto tra i raggi degli archi di circonferenza che compongono la spirale stessa è sempre uguale alla sezione aurea (1,618). La spirale aurea è a sua volta un tipo particolare di una categoria più ampia di spirali, le spirali logaritmiche.

La spirale logaritmica non è un fenomeno esclusivo delle conchiglie. La si può osservare anche in altri contesti naturali, come nella traiettoria di volo del falco pellegrino, che durante la sua picchiata segue una spirale logaritmica per mantenere la preda nel suo campo visivo. Inoltre, il girasole organizza i suoi semi seguendo approssimativamente una spirale logaritmica, ottimizzando lo spazio sulla superficie del fiore.

In fin dei conti la matematica è ovunque. Le forme che si osservano in natura non sono casuali, ma seguono schemi precisi che permettono agli esseri viventi di crescere, muoversi e adattarsi in modo efficiente. La matematica è la lingua con cui la natura parla, e grazie ad essa è possibile leggere i suoi segreti. La bellezza della natura, quindi, non è solo estetica, ma è profondamente matematica.

Ma allora, perchè la matematica rappresenta un ostacolo per gran parte degli studenti? Maschi e femmine alla nascita sono uguali in matematica, ma la scuola genera un divario crescente: uno studio lo dimostra con i numeri. Lo studio condotto in Francia su 2,5 milioni di bambini ha mostrato che prima dell’inizio della scuola elementare non esistono differenze tra maschi e femmine nelle competenze matematiche. Dunque cosa succede? Quando inizia il divario? Secondo la professoressa Elizabeth Spelke, del Dipartimento di Psicologia della Harvard University, i risultati confermano che non c’è alcuna base genetica che favorisca i maschi in matematica. Le abilità di ragionamento numerico sono identiche nei due generi all’inizio del percorso scolastico. La professoressa Elizabeth Spelke suggerisce che il modo in cui la materia viene insegnata potrebbe favorire i maschi.

Serve quindi capire perché il divario nasce a scuola, e se ci sono modi diversi di insegnare che possano renderla più inclusiva fin dai primi anni.

Buona lettura.

Ai Partecipanti Velletri 2030,l’Italia è un Paese meraviglioso dal punto di vista paesaggistico, ma altrettanto fragile ...
24/07/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

l’Italia è un Paese meraviglioso dal punto di vista paesaggistico, ma altrettanto fragile dal punto di vista geologico e idrogeologico. Le sue montagne, colline, fiumi e coste, che costituiscono la bellezza del territorio, sono anche elementi che contribuiscono alla sua vulnerabilità naturale. In particolare, frane, alluvioni, smottamenti e colate detritiche rappresentano fenomeni noti e diffusi, spesso con esiti drammatici per le popolazioni locali. Questi eventi vengono classificati come disastri di origine idrogeologica, e in Italia costituiscono una vera e propria emergenza costante.

Secondo i dati forniti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), oltre il 90% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico. Questo significa che milioni di persone vivono in aree potenzialmente esposte a frane o alluvioni. Eppure, troppo spesso, l’opinione pubblica prende coscienza del problema solo dopo che si verifica la tragedia. Questi eventi possono avere origine naturale ­ come in caso di piogge intense, scioglimento di nevi o terremoti ­ ma spesso sono aggravati o causati direttamente dall’intervento umano, attraverso opere sbagliate, mancate manutenzioni o urbanizzazione selvaggia.

Uno degli aspetti più preoccupanti non è tanto la presenza dei rischi, quanto la cronica mancanza di prevenzione. In molti casi, i disastri annunciati non sono imprevedibili: sono il frutto di negligenze, ritardi amministrativi, abusivismo edilizio, incuria del territorio e assenza di pianificazione. Inoltre, la memoria collettiva è corta: dopo ogni evento, si promettono piani e interventi strutturali, ma col passare del tempo l’attenzione pubblica si spegne, fino al disastro successivo. A farne le spese sono sempre le stesse comunità, spesso piccole realtà locali che si trovano improvvisamente isolate, devastate, traumatizzate.

L’aspetto forse più critico è la mancanza di una cultura diffusa del rischio. Nelle scuole si parla poco di geologia, idrologia, protezione civile. Gli studenti raramente conoscono i rischi del proprio territorio. Anche nei media, il linguaggio usato è spesso fuorviante: si parla di “bombe d’acqua” o “tragedie imprevedibili”, quando in realtà molti eventi erano annunciati da relazioni tecniche o studi precedenti.

Disastri come quello della Val di Stava (1985), di Sarno (1998), di Messina (2009) o le alluvioni di Genova e dell’Emilia-Romagna (2023), sono ferite profonde nella storia recente italiana. Ma possono anche diventare lezioni di responsabilità, se trasformati in memoria attiva e strumento educativo. Ogni evento di questo tipo ci ricorda che la natura ha leggi precise, e che l’uomo, se le ignora o le sfida con superficialità, ne paga il prezzo. Parlare oggi di disastri idrogeologici significa parlare di scelte politiche, di gestione del territorio, di educazione ambientale. Significa affrontare la realtà che la sicurezza non è mai garantita, ma è frutto di investimenti, cultura, prevenzione, partecipazione. L’obiettivo non è solo quello di ricostruire dopo, ma di agire prima, per salvare vite, comunità, e il futuro dei nostri paesaggi.

A 40 anni dal disastro della Val di Stava, il Capo dello Stato ha richiamato la necessità di riconciliarsi con l’ambiente e superare la logica del profitto a ogni costo: “La montagna non deve essere sfruttata senza ritegno”. Sergio Mattarella ha centrato il suo discorso alla popolazione di Stava sull’importanza della memoria, della sostenibilità e della tutela dell’ambiente: “Un nuovo sviluppo sarà possibile solo facendo convergere equilibrio ecologico, equità sociale, armonia nei territori”.

Secondo Mattarella, è urgente dunque “riconciliarsi con l’ambiente”: una sfida che non riguarda soltanto la natura, ma “anche la coesione sociale e la qualità della democrazia”. “La prospettiva dello sviluppo sostenibile è stata una conquista conseguita a caro prezzo”, ha affermato, sottolineando come troppo spesso oggi la sostenibilità sembri “quasi un fastidio, anziché un investimento sul futuro”. “Non vi sono alibi. Riconciliarsi con l’ambiente è un dovere per garantire un avvenire migliore alle nuove generazioni”.

Per non commettere errori interpretativi delle parole del Capo dello Stato, si invitano tutti a leggere Il testo integrale o meglio ancora a rivedersi Il video dell’intervento di Sergio Mattarella alla cerimonia di celebrazione del quarantesimo anniversario della catastrofe di Val di Stava, 19 luglio 2025.

Velletri 2030 sposa integralmente le parole e il pensiero di Sergio Mattarella.

Buona lettura.

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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Ai Partecipanti Velletri 2030,l’idea che scienza e arte siano mondi separati è un’illusione. In realtà, entrambe nascono...
18/07/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

l’idea che scienza e arte siano mondi separati è un’illusione. In realtà, entrambe nascono dal bisogno umano di comprendere il mondo e di dare forma a ciò che, spesso, è invisibile o incomprensibile. Oggi più che mai, grazie ai progressi della fisica moderna, in particolare della fisica quantistica, queste due sfere si stanno riavvicinando, trovando nella musica uno dei ponti più affascinanti.

La connessione tra fisica quantistica e musica è ben rappresentata dalla sonificazione, la pratica di trasformare dati in suoni, permettendo di percepire informazioni attraverso l'udito anziché la vista. Non si tratta solo di musica, ma di una modalità sensoriale che può rivelare modelli nascosti, rendere i dati accessibili a persone con disabilità visive, e persino creare nuove forme espressive. Nello studio del rapporto tra fisica quantistica e musica una delle domande ricorrenti è la seguente: è possibile sonificare l’indeterminazione? Il principio di indeterminazione di Heisenberg, pietra angolare della meccanica quantistica, ci insegna che non è possibile determinare simultaneamente con precisione arbitraria la posizione e la quantità di moto di una particella. A questo punto la domanda diventa: come si traduce questo limite in termini sonori? E cosa significa percepire l’incertezza, non più solo come concetto matematico, ma come esperienza acustica? Una risposta a tali interrogativi si può ritrovare nel lavoro " Sonificazione della Relazione di Indeterminazione".

A pochi giorni dalla sua apertura, SMAC – San Marco Art Centre, nuovo spazio artistico nel cuore di Venezia, annuncia la sua seconda esposizione: The Quantum Effect, in programma dal 5 settembre al 23 novembre 2025, con l’obiettivo di rendere SMAC uno spazio espositivo al centro del dibattito culturale contemporaneo. La mostra affronta le implicazioni visive e concettuali della teoria quantistica, con riferimenti a universi paralleli, teletrasporto, materia oscura, supersimmetria e viaggi nel tempo. Le opere selezionate si intrecciano in una narrazione che attinge tanto alle scienze contemporanee quanto alla fantascienza e alla cultura popolare. L’allestimento mira a creare una vera esperienza quantistica, mescolando esperimenti scientifici, immagini speculative e riferimenti letterari.

L’artista olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972) continua ad affascinare un pubblico vasto e trasversale. A questo artista è dedicata la mostra M.C. Escher. Tra arte e scienza in arrivo dal 25 settembre 2025 all’8 febbraio 2026 al Mudec di Milano. Oltre a ripercorrerne la carriera, dall’Art Nouveu in poi, la mostra intende esplorare le fonti di ispirazione che condussero Escher ad approfondire temi di logica, matematica e scienza.

Fino al 18 settembre 2025, le sale di WeGil, storico edificio romano progettato da Luigi Moretti, diventano palcoscenico di un viaggio nel cuore dell'enigma che lega arte e scienza, attraverso La Proporzione Aurea, organizzata da Fondazione Relazionésimo ETS. “La Proporzione Aurea” mette in relazione tutte le dimensioni. In un mondo che ha bisogno di nuove forme di interazione e cooperazione, “La Proporzione Aurea” diventa così un’occasione per riaffermare l’importanza del dialogo tra opposti, sia nella progettazione estetica sia nelle dinamiche sociali. La mostra mette in relazione artisti di diverse scuole e generazioni, da Michelangelo Pistoletto a Erica Tamborini, da Fibonacci a Leonardo, da Fidia a Luca Pacioli, tutti chiamati a confrontarsi con un tema al tempo stesso antico e attuale: quale rapporto c’è tra scienza e arte e tra etica e forme del bello? L’esposizione nasce dalla convinzione che la cultura possa essere un potente strumento di comprensione e trasformazione per riportare l’uomo e le sue relazioni al centro, favorendo una società più consapevole, inclusiva e capace di generare nuovi significati condivisi.

Dal 8 al 13 aprile 2025, l’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato la XX edizione del Festival delle Scienze. Anche quest’anno, l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) è stato protagonista con tavole rotonde, conferenze-spettacolo e un’ installazione interattiva per coinvolgere, nella fisica e nei temi di ricerca dell’INFN, le migliaia di partecipanti al festival. Il primo evento, Quanto è quantistico il cosmo, si è tenuto il 9 aprile ed è stata una conferenza spettacolo rivolta alle scuole secondarie che intrecciava musica, voci e arte per raccontare la rivoluzione della meccanica quantistica in modo coinvolgente.

Il tema della "contaminazione tra le due culture", Arte e Scienza, è stato affrontato diverse volte da Velletri 2030; più recentemente in una News del mese di Marzo, 2024, in occasione del lancio della Collana "l'Arte secondo la Scienza", Direttore Piergiorgio Odifreddi. Nel primo volume dedicato a Vasilij Kandinskij viene affrontato il tema delle connessioni tra Arte e Matematica. Nella prefazione del volume Odifreddi scrive: "questo volume inaugura una serie di monografie biografiche sui rapporti tra arte e matematica, in particolare, e tra cultura umanistica e scientifica, in generale. A prima vista si potrebbe sospettare che si tratti di un dialogo fra sordi, visto che le cosiddette "due culture" appaiono contrapposte nei metodi e nelle finalità".

In una bella intervista pubblicata da RaiScuola , Piero Angela ripropone il problema della incomunicabilità esistente tra scienziati e letterati posto da Charles Percy Snow, (Leicester 1905 – Londra 1980) nel testo Le due culture (1959). Charles Snow, che era al tempo stesso fisico e scrittore dell'Università di Cambridge, in questo libro descrive una vera e propria spaccatura tra il mondo della ricerca scientifica e quello degli studi umanistici. Questo problema di comunicazione e di scambio di esperienze si traduce quasi in una spartizione di raggi d’azione: mentre la ricerca scientifica e tecnologica detiene una grande importanza nello sviluppo sociale di una comunità, la cultura umanistica domina le scelte di carattere politico.

Dice Piero Angela citando Toraldo Di Francia: "Non bisogna fare soltanto una tecnologia a misura d’uomo ma anche uomini ed intellettuali a misura di tecnologia". Velletri 2030 ritiene molto attuale e vivo il problema posto da Snow. Infatti, anche il mondo della scuola tende a separare nettamente i due ambiti di studio, e le modalità con cui gli individui vengono formati rimangono molto simili a quelle del tempo in cui Snow scriveva. Il concetto delle "due culture" rimane rilevante ancora oggi, soprattutto nell'ambito delle discussioni sull'educazione e sul ruolo della scienza e della tecnologia nella società moderna.

Velletri 2030 auspica da sempre una "contaminazione tra le due culture" attraverso Dibattiti e Seminari, purtroppo con scarsi risultati. Risale all'anno 2018 il Documento di Velletri 2030 "Proposta per una Politica della Cultura", liberamente scaricabile dal sito web di Velletri 2030.

Buona lettura.

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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Ai Partecipanti Velletri 2030,ricorre nel 2025 il decimo anniversario della pubblicazione dell’Enciclica Laudato Si’ di ...
07/07/2025

Ai Partecipanti Velletri 2030,

ricorre nel 2025 il decimo anniversario della pubblicazione dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. Sulla scia dell'Enciclica è nato il borgo Laudato Si’, all'interno della residenza pontificia di Castel Gandolfo. Lo stesso borgo lo scorso 29 Maggio è stato oggetto di una delle prime uscite del nuovo Papa Leone XIV. Papa Leone XIV sembra continuare la strada tracciata da Papa Francesco con il Laudato Si’ e dalle Nazione Unite con l'Agenda 2030. La prima messa green sul creato sarà celebrata da Papa Leone XIV il prossimo 9 luglio a Castel Gandolfo. Si tratterà di una «messa privata», che Papa Leone XIV celebrerà con i dipendenti del borgo Laudato Si’.

Il borgo Laudato Si’ è aperto ai visitatori tutti i giorni e si estende su 55 ettari di zona extraterritoriale, divisi in 35 ettari di meravigliosi giardini e 20 ettari di terreno agricolo e fattoria, serre ed edifici di servizio che il borgo si impegna a proteggere e sviluppare con premura amorosa, così da accompagnare l’investimento sull’educazione con un consistente impegno per promuovere la cultura della cura. Fulcro centrale del borgo Laudato Si’ è la formazione all’ecologia integrale e alla fraternità, una formazione che si propone di essere inclusiva e accessibile a tutti, con particolare attenzione alle persone in condizione di vulnerabilità.

Nel settore dell'ecologia integrale è stato presentato lo scorso martedì 1 luglio nella Sala stampa della Santa Sede il documento "Un llamado por la justicia climática y la casa común: conversión ecológica, transformación y resistencia a las falsas soluciones". Gli interessati possono rivedere la presentazione sul canale YouTube https://www.youtube.com/watch?v=_VuBaeIG2D0 , leggere il resoconto della presentazione al link: https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2025/07/01/0462/00844.html , oppure leggere l'intero documento scaricandolo dal linkhttps://www.vidanuevadigital.com/wp-content/uploads/2025/07/Las-Iglesias-del-Sur-Global-con-motivo-de-la-COP30.pdf . E' un appello congiunto delle Chiese del Sud del mondo, hanno spiegato i relatori, che si inserisce nella prospettiva della prossima Cop30, in programma a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre 2025, per chiedere “equità, giustizia, protezione” in difesa di popolazioni indigene, ecosistemi, comunità impoverite, persone vulnerabili, come giovani, donne e anziani, e migranti climatici. Il testo sottolinea che la crisi climatica “non è solo un problema tecnico”, ma “una realtà urgente, una questione esistenziale di giustizia, dignità e cura della casa comune”. Per tentare di far fronte a questa crisi, sono da “rifiutare le false soluzioni come il capitalismo “verde”, la tecnocrazia, la mercificazione della natura e l’estrattivismo, che perpetuano lo sfruttamento e l’ingiustizia” e antepongono il profitto alla vita. È necessaria invece “una profonda conversione ecologica”, un cambiamento strutturale, che rimetta al centro il benessere della persona nella sua relazione col creato, e che non può non comprendere anche un vero cambio di paradigma del sistema economico, “sostituendo la logica del profitto illimitato con l’ecologia integrale”. Le soluzioni devono essere interdipendenti perchè interdipendenti sono essere umano, società e natura

“I Paesi ricchi ­ dice il documento ­ riconoscano e si assumano il loro debito sociale ed ecologico come i principali attori storici responsabili dell’estrazione delle risorse naturali e dell’emissione di gas serra; si impegnino a favore di una finanza accessibile ed efficace per il clima che non generi più debito”; azzerino entro il 2030 "la deforestazione di tutte quelle macroaree geografiche caratterizzate da condizioni climatiche, tipi di suolo e comunnità biologiche simili"; lavorino a un’alleanza con i Paesi del Sud globale per l’etica e la giustizia; creino “meccanismi di governance del clima con la partecipazione attiva delle comunità": si attivino “politiche di riduzione della domanda e dei consumi, obiettivi di decrescita e transizione verso modelli economici più circolari, solidali e ricostituenti”. In questo senso, “l’Africa è un esempio significativo”. “È una terra ricca, depauperata da secoli di estrattivismo e sfruttamento”. E oggi “il continente che inquina meno paga il più alto costo dell’inquinamento globale". È dunque "contraddittorio utilizzare i profitti dell’estrazione petrolifera per finanziare quella che viene presentata come una transizione energetica, senza impegno per superarla”, dice ancora il documento. "Abbandonare i combustibili fossili non è solo necessario per ridurre le emissioni, ma anche per riparare un debito ecologico e morale nei confronti del Sud del mondo e delle comunità colpite da inquinamento, estrazione e cambiamento climatico".

“La crisi climatica è una realtà urgente, con un riscaldamento registrato di 1,55°C nel 2024. Non è solo un problema tecnico: è una questione esistenziale, una questione di giustizia, di dignità e di cura della nostra casa comune. La scienza è chiara: limitare il riscaldamento globale a 1,5°C per evitare effetti catastrofici. Non dobbiamo mai abbandonare questo obiettivo. Sono il Sud del mondo e le generazioni future a subirne già le conseguenze”, così si legge nel documento.

La condanna di alcuni aspetti delle attuali soluzioni prospettate dai governi occidentali è netta, tra cui il cosiddetto capitalismo green. «Rifiutiamo le “false soluzioni” della finanziarizzazione e della mercificazione della natura, opporsi ai sistemi di compensazione delle emissioni di carbonio e alla finanziarizzazione dei beni comuni, che trasferiscono ingiustamente l'onere della riduzione delle emissioni da chi le causa a chi ne subisce le conseguenze, e mettono il profitto prima della vita; e che perpetuano lo sfruttamento della terra, dei suoi esseri viventi e dei suoi popoli, invece di affrontare le cause della crisi.

Velletri 2030, da sempre sensibile ai temi della tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, già nel lontano 7 ottobre 2017 aveva organnizzato il Seminario "Sviluppo Sostenibile per dare un futuro alla vita e un valore al futuro" per dibattere il messaggio dell'Enciclica Laudato Si'. Ultima in ordine di tempo, nel 2025 ha organizzato la partecipazione della città di Velletri al Festival dello Sviluppo Sostenibile edizione 2025, nelle giornate 14 - 15 maggio, come da Programma. Gli eventi del 14 e 15 maggio hanno visto una straordinaria partecipazione delle Scuole Secondarie di Primo Grado (scuole medie) e delle Scuole Secondarie di Secondo Grado (licei), per dibattere gli Obiettivi dell'Agenda 2030, nella prospettiva di mutare le abitudini personali e comunitarie.

Per gli studenti/studentesse delle Scuole di ogni ordine e grado e per tutti coloro che nutrono interesse verso i temi della tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile è consigliabile la lettura dell’Enciclica Laudato Si’ e del Documento per la Giustizia Climatica, entrambi scaricabili liberamente da Internet, nonché una visita al borgo Laudato Si’.

Buona lettura

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
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