04/08/2025
Lettera aperta di un proprietario che ama viaggiare col proprio cane ✍️
Mi piace portarlo ovunque con me: nelle commissioni quotidiane, nei piccoli viaggi in auto, nelle vacanze in giro per l’Italia e anche all’estero. Mi piace averlo vicino.
Per questo motivo, non ho mai utilizzato un trasportino: non mi piaceva l’idea di chiuderlo dentro una gabbia, posizionata nel sedile posteriore o, peggio ancora, nel bagagliaio.
Il mio cane non è un oggetto o un animale da circo.
È un compagno di vita.
Preferivo vederlo libero, seduto sul sedile posteriore con il finestrino aperto — oppure, quando eravamo soli, sul sedile anteriore, accanto a me.
Si sedeva composto, guardava fuori, osservava il mondo.
Ogni tanto si accoccolava, poi si rialzava e seguiva con lo sguardo tutto ciò che accadeva fuori dalla macchina.
Mi facevano pena i cani chiusi nei kennel, senza la possibilità di vedere nulla, isolati, lontani dal loro umano.
Il mio cane era con me, viveva il viaggio con me. Potevo allungare una mano e accarezzarlo, come si fa con un amico, non con un passeggero qualunque.
Poi, un giorno, è successo qualcosa.
Dovevo fare una semplice commissione, cinque minuti d’auto. Non volevo portarlo, ma lui mi ha seguito fino alla porta. Piagnucolava.
Alla fine ho ceduto.
Ha saltato su nel sedile anteriore, si è accovacciato come sempre e siamo partiti.
Al primo incrocio rallento.
Vado piano, forse 40 km/h. Ho la precedenza, ma un’auto mi travolge da un lato.
Scoppiano gli airbag anteriori.
Io sto bene.
Del resto avevo la cintura e viaggiavo pianissimo.
Ma non ho calcolato che un cane non è un essere umano, e non è fatto per viaggiare sul sedile anteriore.
L’airbag lato passeggero è esploso a oltre 300 km/h.
L’impatto ha causato lesioni gravissime al mio migliore amico.
L’abbiamo portato d’urgenza in clinica, ci abbiamo provato per due giorni.
Ma non ce l’ha fatta.
Oggi ho capito cosa significa davvero amare un cane.
Amare significa fare scelte difficili.
Significa anteporre la sua sicurezza ai nostri sentimenti, alle nostre abitudini, al nostro bisogno di compagnia.
Mettere un cane in un kennel, agganciarlo al sedile posteriore con una cintura omologata, tenerlo lontano dagli airbag…
non è una punizione.
È un atto di responsabilità.
Oggi racconto questa storia per chi, come me, ama profondamente il proprio cane.
Non aspettate di capire tutto dopo.
(È una storia vera o inventata? Forse non è importante saperlo, ma è importante sapere che potrebbe succedere davvero, anzi è già successo tantissime volte.)