10/05/2025
PRIMAVERA E FAUNA SELVATICA: INTERAZIONE RESPONSABILE CON NIDIACEI E CUCCIOLI
🌸Con il ritorno della stagione primaverile, la fauna selvatica europea entra nella fase riproduttiva più intensa dell’anno. Numerose specie di uccelli, mammiferi e rettili portano avanti il ciclo della vita attraverso la nidificazione e la cura della prole neonata. In questo contesto, l’interazione tra esseri umani e giovani animali selvatici, spesso fortuita ma talvolta problematica, rappresenta un nodo cruciale per la conservazione e il benessere animale.
Comportamento della fauna giovane
🐣La presenza di nidiacei o cuccioli apparentemente soli sul territorio non è, nella maggior parte dei casi, indice di abbandono. In molte specie di avifauna i giovani lasciano il nido prima di aver completato lo sviluppo del piumaggio e delle capacità motorie necessarie al volo. Durante questo stadio intermedio, la coppia genitoriale continua a nutrire e sorvegliare i piccoli anche fuori dal nido, mantenendo una distanza strategica per non attirare predatori.
Un discorso analogo vale per numerosi mammiferi, ad esempio caprioli e lepre,le cui strategie antipredatorie prevedono la separazione temporanea tra madre e cucciolo. La madre lascia intenzionalmente il piccolo nascosto in un luogo sicuro per lunghi intervalli, riducendo la probabilità di rilevamento olfattivo da parte dei predatori.
Errori comuni e rischi da evitarsi
Interventi non necessari da parte dell’uomo, come la raccolta o il trasporto presso il domicilio privato, costituiscono una minaccia concreta per la sopravvivenza dei giovani animali. Il contatto diretto può causare imprinting scorretto, alterazioni comportamentali, stress termico e digestivo, oltre alla possibilità di trasmissione di patogeni in entrambe le direzioni (zoonosi e antropozoonosi). Inoltre, la detenzione non autorizzata di fauna selvatica è vietata dalla normativa italiana (L. 157/1992) e può configurare illecito amministrativo o penale.
Criteri per un corretto intervento
L’osservazione da distanza è la prima e fondamentale prassi. Solo in presenza di situazioni critiche (trauma evidente, immobilità prolungata, rischio immediato di predazione o pericolo ambientale, ad esempio in aree urbanizzate) è lecito procedere al recupero, che deve essere effettuato nel modo meno invasivo possibile e solo al fine di affidare l’animale a un Centro di Recupero per la Fauna Selvatica (CRAS) autorizzato.
Indicazioni pratiche per frequentatori di ambienti naturali
Durante la primavera e l’inizio dell’estate, i boschi, i prati e le zone umide rappresentano ambienti fondamentali per la riproduzione della fauna selvatica. In questo periodo è essenziale che chi pratica escursionismo, passeggiate o altre attività ricreative in natura adotti comportamenti rispettosi e consapevoli.
1.Silenzio e osservazione discreta
Limitare i rumori, osservare con binocolo o fotocamera a distanza.
2. Contenimento dei cani domestici
Tenere i cani sempre al guinzaglio, soprattutto nei pressi di radure, margini boschivi e aree umide.
3. Non abbandonare rifiuti , anche resti di cibo apparentemente “naturali” possono alterare il comportamento animale o attirare predatori opportunisti.
La gestione corretta del contatto con la fauna neonata richiede una conoscenza puntuale dell’ecologia delle specie e un approccio etico fondato sul principio di non interferenza. L’educazione ambientale e la divulgazione scientifica rappresentano strumenti indispensabili per promuovere una convivenza sostenibile con la biodiversità autoctona.
Per il recupero fauna selvatica sul territorio di Trieste chiamare la ditta autorizzata dalla Regione FVG al recupero 24 h 365 giorni l’anno al 3452556155. Successivamente l’animale sarà conferito per le cure al nostro Centro CRAS Enpa di Trieste
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