03/12/2025
🐴 𝓘𝓵 𝓹𝓮𝓻𝓲𝓬𝓸𝓵𝓸 𝓭𝓮𝓵𝓵’𝓮𝓼𝓽𝓻𝓮𝓶𝓲𝓼𝓶𝓸 𝓷𝓮𝓵𝓵’𝓮𝓺𝓾𝓲𝓽𝓪𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮: 𝓭𝓲𝓯𝓮𝓷𝓭𝓮𝓻𝓮 𝓵’𝓪𝓻𝓽𝓮, 𝓷𝓸𝓷 𝓵𝓪 𝓯𝓸𝓻𝔃𝓪𝓽𝓾𝓻𝓪🐴
(…seconda parte…)
“𝐄𝐯𝐢𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐢𝐬𝐦𝐢: 𝐥’𝐞𝐪𝐮𝐢𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐨𝐧 è 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐢𝐝𝐞𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚.
C’è chi brandisce gli speroni come armi di dominio e chi li demonizza come strumenti di tortura.
Entrambi sbagliano.
L’equitazione non è un campo di battaglia ideologico, ma un’arte basata su equilibrio e rispetto.
Gli estremisti della severità trasformano il cavallo in una macchina da prestazione, dimenticando che è un essere vivente. Gli estremisti del “no a tutto” rifiutano strumenti che, se usati con intelligenza, rendono la comunicazione più chiara e meno faticosa.
Il risultato è una disciplina impoverita, schiacciata da dogmi e contraddizioni.
Il cavallo non ha bisogno di fanatismi, ma di cavalieri capaci di ascoltare.
Chi grida agli estremi tradisce lo sport.
L’equitazione non è coercizione cieca né utopia animalista: è armonia, tecnica e sensibilità.
Chi non lo capisce, non difende il cavallo: lo usa come sua bandiera ideologica.
𝐁𝐞𝐧𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 “𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐨”.
Rifiutare ogni aiuto artificiale non significa tutelare il cavallo, ma esporsi a un paradosso che compromette il suo benessere. Pretendere di educare un animale di 500 kg, che per natura non è costruito per portare pesi sulla schiena, esclusivamente con la pressione delle gambe porta a stimoli imprecisi e ripetuti, che generano tensione muscolare, squilibri posturali e stress psico-fisico.
Un cavallo educato senza l’impiego di aiuti artificiali sviluppa una risposta motoria inefficiente: la mancanza di stimoli chiari determina schemi di movimento disfunzionali, sovraccarico delle catene muscolari e compensazioni posturali che compromettono la biomeccanica del gesto. Sul piano neuro-comportamentale, l’assenza di segnali codificati riduce la capacità di apprendimento associativo, favorisce stati di frustrazione e conduce progressivamente a una condizione di apatia (spesso erroneamente interpretata come stato di quiete) caratterizzata da ipo-reattività, perdita di motivazione e deterioramento del dialogo comunicativo con il cavaliere…”
(…continua…)
✍🏼 Francesco Rizzello
📸 Rachele Taroni