13/04/2021
Un tenero cucciolo, con le sue zampette, il musetto, i dentini perfettamente integri: purtroppo non dorme, ma è morto.
E non potrebbe essere altrimenti: vi presento DOGOR un tenero cucciolo di ben 18.000 (DICIOTTOMILA!) anni, morto quando la Terra era ancora nel Pleistocene!
Come è possibile il ritrovamento di un animale così ben conservato nonostante siano passati migliaia di anni dalla sua morte?
Se vi ricordate non è il primo di cui vi parliamo: dalla testa di lupo di 32.000 anni fa, fino ad un cucciolo di cavallo di circa 40.000 anni fa. Ma tutti questi ritrovamenti hanno un fattore in comune, il luogo: il permafrost siberiano, detta in modo semplificato un terreno tipico delle latitudini artiche perennemente ghiacciato. Quando si dice che l'ibernazione allunga la vita (o in questo caso la morte).
Gli scienziati hanno appena iniziato a studiare questo esemplare ritrovato poco meno di due anni fa, e non sappiamo ancora se sia un cane, un lupo o chissà l'antenato comune, motivo per cui non possiamo dare notizie più dettagliate. Il nome che gli è stato dato, Dogor, ha una duplice chiave: da un lato signifca "amico" in Yakut, una lingua discendente dal turco parlata in molte zone siberiane, dall'altra indica proprio l'incertezza "dog or wolf", cane o lupo?. Le analisi del DNA devono ancora essere completate così come dei suoi organi interni. In altri esemplari ben più datati era perfino stata trovata urina liquida! Nella foto presente nei commenti potete vedere la dentatura quasi perfettamente integra.
Il ritrovamento è comunque di straordinaria importanza da un punto di vista scientifico. Gli scienziati potranno confrontare questo animale con esemplari dei giorni nostri per meglio comprendere come questa specie è evoluta nel tempo. L’obiettivo è effettuare anche analisi del DNA dell’animale, come detto, grazie alle quali si spera di poter effettuare una ricostruzione completa del suo aspetto. Una vera miniera di informazioni per i paleontologi di tutto il mondo.
Matteo
Credits: Centre for Palaeogenetics
Photo: S Fedorov