Icanifelici

Icanifelici La passione per il pastore olandese a pelo lungo ha dato inizio a un'entusiasmante avventura cinofila

Spesso mi chiedono come faccio a trovare il tempo per scrivere post e articoli del blog, con tutto quello che faccio. La...
24/07/2025

Spesso mi chiedono come faccio a trovare il tempo per scrivere post e articoli del blog, con tutto quello che faccio. La verità è che non lo trovo, il tempo. Me lo rubo. Lo strappo qua e là, tra una riunione di lavoro e una sessione di addestramento. Sempre di corsa.

Scrivere di cani, delle mie esperienze con loro, delle cose che imparo ogni giorno, non è solo un “di più”. È il mio modo di restare connessa. Con me stessa e con chi ama i cani come li amo io. Con chi li ascolta e li guida invece di comandarli.

Non scrivo per convincere nessuno. Scrivo perché so cosa si prova a sentirsi soli nel proprio modo di vedere le cose.
E se anche solo una persona leggendo si sente meno sola… allora vale la pena 🐾

Vivere con un cane anziano è una fortuna Lo è davvero, anche se a volte fa un po’ male al cuore. I cani vivono meno di n...
23/07/2025

Vivere con un cane anziano è una fortuna
Lo è davvero, anche se a volte fa un po’ male al cuore. I cani vivono meno di noi e non siamo mai pronti a lasciarli andare.
Chi ha la fortuna di condividere la vita con un cane "super anziano" entra in un tempo diverso: più lento, più rassegnato, eppure pieno di cose che contano. I cani anziani non chiedono molto, ma ti sono accanto.
La scienza ci dice che l’invecchiamento varia con la taglia: i cani piccoli invecchiano più tardi, quelli grandi prima. Ma anche senza che ce lo dica la scienza ci accorgiamo del cambiamento che porta la vecchiaia che avanza. Un cane anziano dorme di più, non ama i cambiamenti, ha bisogno di stimoli e di interazione. Con calma, però. Senza sorprese.
L'età del mio Nero è incerta, ma sicuramente ha più di quattordici anni e mezzo. È completamente sordo, tranne quando si apre il frigorifero: lì il suo udito conosce resurrezioni miracolose. Cammina abbastanza volentieri, ma con un’andatura rigida, trascinando un po’ i posteriori. La reattività si è ridotta tantissimo e con lei credo anche la forza.
Eppure basta uno sguardo, uno solo, diretto e fermo... e gli altri cani lo capiscono subito. Nessuno lo infastidisce. Nessuno si permette. È come se l’età non avesse cancellato la sua autorevolezza, ma l’avesse affinata. Un rispetto istintivo, che non ha bisogno di essere urlato.
Vivere con lui oggi significa adattarsi.
Significa accettare che il guinzaglio non è più un optional ... una volta è finito in un laghetto e non riusciva a uscire, se non fossi stata proprio dietro di lui non so cosa sarebbe successo.
Significa fare attenzione a cosa mangia, a come si muove, a come respira.
Significa decidere che forse una visita in meno dal veterinario è meglio di uno stress in più.
Ma soprattutto, significa ricordarsi che anche adesso, anche così, Nero ha ancora bisogno di sentirsi bravo. Così facciamo piccole ricerche e brevissimi trail. E' finito il tempo dello sport e delle corse, ma non quello del fiutare.
Quando ha successo, praticamente sempre, ci guarda con quell’aria da “hai visto? mi sottovaluti!” e ci ricorda che l’età non cancella il bisogno di avere uno scopo. Anzi, lo rende più urgente.
L’unico vero problema? Il pelo.
È come se la natura gli avesse regalato una pelliccia extra per compensare i muscoli in meno. Sotto c’è ancora un pastore olandese... credo.
Ora lo sento dormire, con quel respiro un po’ più affannoso del solito e mi viene da pensare che ogni momento è un regalo. Nero è ancora qui. Godiamoci sempre i nostri vecchioni!

Il problema con gli  "strumenti di training"Ci sono ancora persone che dicono: "Il collare a strozzo ha rivoluzionato le...
22/07/2025

Il problema con gli "strumenti di training"

Ci sono ancora persone che dicono: "Il collare a strozzo ha rivoluzionato le nostre passeggiate!"
Ma fermiamoci un attimo: davvero vogliamo parlare di “educazione” quando si tratta, in realtà, di evitare una punizione?

Il cane con il collare a strangolo o a punte non cammina bene perché ha capito cosa fare. Cammina “bene” perché se si sbaglia, si fa male.

Questo è soppressione del comportamento e non sempre coincide con l’apprendimento.

I cani imparano quando hanno la tranquillità per poter apprendere. Con collari, strattonate e simili, spesso se togli lo strumento e puf! torna il cane che tira, perché non ha mai capito cosa volevi da lui. Ha solo imparato ad aver paura, nei casi più fortunati, del conduttore; in qualche caso di tutto e vivono in un costante stato ansioso.

E poi: parliamo di benessere. Nel collo del cane (come nel nostro) ci sono trachea, esofago, arterie, linfonodi, tiroide... È davvero su questa parte fragile che vogliamo esercitare pressione e strattoni?

La verità? Educare richiede tempo e pazienza.
Ma ne vale la pena. Perché un cane che cammina felice al tuo fianco, lo fa con fiducia. Non per paura.

Non serve cambiare tutto in un giorno. Basta iniziare a porsi domande. E magari rivolgersi a un professionista che sappia costruire davvero, con rispetto e competenza, un’intesa a prova di guinzaglio.

PERCHÉ LA MIA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E’ DIFFERENTE 🤣Ho visto crescere la marea dei post cinofili scritti da chatgpt e,...
21/07/2025

PERCHÉ LA MIA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E’ DIFFERENTE 🤣
Ho visto crescere la marea dei post cinofili scritti da chatgpt e, stranamente, tutti sostengono metodi di addestramento antiquati e coercitivi.
Uno dei grandi limiti degli addestratori urlatori e armati di strozzo, l’analfabetismo congenito, è oggi stato rimosso dall’AI ma mi è sorto un dubbio… ChatGPT è coercitiva? L’ho chiesto a lei ed ecco la sua risposta.

❓"Qual è il metodo giusto per educare o recuperare un cane con difficoltà?"

🔴 1. Metodo coercitivo / tradizionale
Si basa su punizioni, collari a strozzo, strattoni, urla, controllo fisico.
✅ Pro: risolve “qualcosa” subito.
❌ Contro: aumenta stress, paura, aggressività. Non insegna cosa fare. Rovina la relazione. Sconsigliato dalla scienza.

🟡 2. Solo gestione / approccio fatalista
Non si cerca di cambiare il cane, ma si adatta tutto l’ambiente a lui.

✅ Pro: riduce stress, rispetta i limiti del cane.
❌ Contro: nei casi seri è solo “evitamento”. Non aiuta davvero il cane a stare meglio. Spesso è solo rassegnazione travestita da rispetto.

🟢 3. Educazione con rinforzo positivo
Premi, clicker, motivazione, apprendimento graduale.

✅ Pro: efficace, etico, basato sulla scienza. Migliora la relazione.
❌ Contro: se usato in modo rigido, può ignorare contesto, emozioni e frustrazione. Non sempre basta nei casi più complessi.

🔵 4. Approccio integrato / cognitivo-relazionale
Considera genetica, esperienze, ambiente, motivazioni di razza, personalità, apprendimento ed emozioni. È su misura.

✅ Pro: è il più completo, personalizzato, rispettoso. Funziona davvero.
❌ Contro: richiede tempo, competenza, studio. Niente effetti speciali, solo risultati reali.

🌿 Conclusione

Un cane non è un guasto da sistemare con la chiave inglese, né un pacco difettoso da restituire al mittente. Non serve un guru col collare magico, né un incantatore di cuccioli in TV. Serve qualcuno che sappia cosa sta facendo, e che abbia il coraggio di dire: “ok, non si risolve in tre giorni, ma ci arriviamo. Insieme.”

Perché l’unico metodo miracoloso che funziona con tutti i cani è... ✨ il metodo “conosci il cane, usa il cervello, metti in pausa l’ego e rimboccati le maniche”.

Funziona sempre. Ma purtroppo non si vende in bottigliette da 30ml su Instagram.

Ma se l’ha capito pure ChatGPT, lo vogliamo finalmente capire noi??????

"Non domandarti che razza è. Domandati che storia raccontano i suoi occhi."Nel mondo del soccorso siamo sempre alla rice...
20/07/2025

"Non domandarti che razza è. Domandati che storia raccontano i suoi occhi."

Nel mondo del soccorso siamo sempre alla ricerca del “cane perfetto”. E spesso pensiamo di trovarlo nella razza del momento: magari abbiamo visto un golden retriever da lavoro vincere un mondiale o un pastore olandese affrontare un campo complesso con eleganza e precisione… ed eccoci lì, convinti che ci serva quella razza e quel tipo di cane.

Ma il cane giusto non lo trovi leggendo i pedigree. Lo trovi nel singolo individuo, con i suoi punti di forza e di debolezza, e nella relazione che costruisci con lui passo dopo passo.

Due cani della stessa razza possono essere completamente diversi: uno può avere un'alta tolleranza allo stress e grande capacità di adattamento, l’altro reagire con difficoltà ai cambiamenti e avere bisogno di aiuto. Uno può lavorare bene in autonomia, l’altro aver bisogno di guida costante. Questo vale per ogni razza: malinois, golden, labrador, border, pastori olandesi. Sì, anche per i pastori olandesi, che oggi molti vedono come i nuovi “super cani” del soccorso. Alcuni sono davvero eccezionali, altri meno, magari troppo sensibili o troppo reattivi.

La razza può darti un’ipotesi di partenza, ma non ti dirà mai chi hai davanti. E se scegli basandoti solo su mode o aspettative, rischi di sbagliare tutto.

Il vero lavoro inizia quando smetti di guardare l’etichetta e inizi ad ascoltare l’individuo. Quando osservi come si attiva, come si calma, cosa lo motiva, come affronta la frustrazione, come si relaziona al mondo.

Il cane perfetto per il soccorso? Non esiste. Semplicemente smetti di cercare il cane perfetto e inizia a costruire qualcosa con quello che hai davvero davanti.

Imitare non è solo una caratteristica dei primatiLa neurobiologia dell’apprendimento osservazionale ci dimostra che molt...
19/07/2025

Imitare non è solo una caratteristica dei primati

La neurobiologia dell’apprendimento osservazionale ci dimostra che molti mammiferi, non solo i primati, imparano guardando. I cani, ad esempio, osservano i nostri comportamenti e li interiorizzano. Non serve parlare: basta agire. Il loro cervello registra e imita.

E allora, se insegni al cane che davanti a un problema si aggredisce e magari si strattona, non sorprenderti se un giorno risponderà allo stesso modo. Perché è questo che ha imparato da te.

La scienza è chiara: i cani sottoposti a metodi coercitivi hanno un rischio maggiore di sviluppare comportamenti aggressivi. Non per "carattere", ma per apprendimento. È così che funziona il cervello: si adatta a ciò che vive.

Ma l’essere umano, si sa, è spesso impaziente. Preferisce una strattonata che “risolve subito” piuttosto che intraprendere un percorso più lungo, fondato sull’ascolto, sulla pazienza e sulla comprensione dell’individualità del cane.

Il punto è che le scorciatoie raramente portano lontano. E che educare un cane significa educare anche sé stessi.

🐾 "Siamo fratelli e sorelle sotto la pelle." ❤️Con queste parole, Jaak Panksepp conclude un percorso di ricerca durato 5...
18/07/2025

🐾 "Siamo fratelli e sorelle sotto la pelle." ❤️

Con queste parole, Jaak Panksepp conclude un percorso di ricerca durato 50 anni, invitandoci a riconsiderare il nostro rapporto con gli animali.

Panksepp e il suo team sono stati pionieri nello studio delle emozioni animali e hanno dimostrato scientificamente che gli animali provano sentimenti ed emozioni profondi. Ha identificato 7 sistemi emotivi primari - RICERCA, PAURA, LUSSURIA, CURA, GIOCO, PANICO/TRISTEZZA e RABBIA - presenti anche in noi. A livello emotivo, "siamo molto simili nel fondo della mente", anche se le nostre capacità cognitive ci distinguono in superficie.

Leggo invece diverse elucubrazioni - finalmente espresse in italiano corretto grazie all’AI 😉 - sul fatto che ciò che conta, per i cani in particolare, non sono le emozioni ma le doti (?) naturali. E che le emozioni sono solo i risultati dei comportamenti espressione delle loro “doti” e delle conseguenze che il cane sperimenta attivandoli 🧐
Di fatto, quindi, le emozioni che il cane prova non rilevano. Modificando i comportamenti si modificano le emozioni 😓… ???

Ma invece secondo la SCIENZA, se un cane si deprime, se un topo piange quando lo separi dalla madre, se un animale cerca la gioia nel gioco o la sicurezza nel contatto… non è solo istinto o se vi piace dirlo così “espressione delle doti”. È sentimento ed emozione. Esattamente uguali alle nostre.

Panksepp ci dice che capire gli animali è capire anche noi stessi. Ma questa comprensione porta con sé una responsabilità: smettere di trattarli come oggetti o macchine e riconoscere che la loro vita interiore conta!!!

E se lo dice uno scienziato, uno che ha passato la vita a misurare ciò che noi preferiamo ignorare, forse dovremmo starlo a sentire o no?

Given an inherent subjective nature, emotions have long been a nearly impenetrable topic for scientific research. Affective neuroscientist Jaak Panksepp expl...

Tutto ciò che l’uomo infligge agli animali ricade di nuovo su di lui. Chi taglia con un coltello la gola di un bue e rim...
16/07/2025

Tutto ciò che l’uomo infligge agli animali ricade di nuovo su di lui. Chi taglia con un coltello la gola di un bue e rimane sordo alle grida di paura, chi è in grado di macellare a sangue freddo un capretto che grida e mangia l’uccello al quale egli stesso ha dato da mangiare, quanto è ancora lontano dal compiere un crimine? — Pitagora...

Tutto ciò che l’uomo infligge agli animali ricade di nuovo su di lui. Chi taglia con un coltello la gola di un bue e rimane sordo alle grida di paura, chi è in grado di macellare a sangue freddo un…

Einstein è stato bocciato in matematica!Pensa che paradosso. Eppure quante volte lasciamo che siano gli altri a decidere...
14/07/2025

Einstein è stato bocciato in matematica!
Pensa che paradosso. Eppure quante volte lasciamo che siano gli altri a decidere se noi e i nostri cani siamo “portati”, “capaci”, “adatti”?
Ormai diversi anni fa, quando ho iniziato a muovere i primi passi in cinofilia, ero (e lo sono tuttora) una di quelle persone che prima ascoltano, studiano e imparano; soltanto dopo, con calma, maturata una loro idea, si permettono di dire la loro.
È un modo sano di stare al mondo, mi ripeto ancora oggi. Ma è anche un terreno pericoloso, perché ti rende vulnerabile davanti a chi si vende come grande esperto, infallibile, custode di segreti millenari che tu, povero principiante, non puoi neanche intuire.
In cinofilia questo è fin troppo facile: non ci sono percorsi standard, non c’è un ordine professionale, basta un attestato stampato e un pò di parlantina ed ecco che da venditore porta a porta di libri, aspirapolvere o polizze assicurative…. si diventa guru cinofili!
Ti fanno credere che hanno "costruito" millemila cani. E tu abbassi subito le orecchie, pensi “beh, io che ne so, loro sì che sanno”. Ma attenzione. Perché queste persone hanno un potere enorme, un potere che mi fa rabbia solo a pensarci: quello di etichettare. Di dire “questo cane non va bene”, “tu non sei adatta”, “qui non c’è speranza”. E tu ci credi. Ci credi perché vuoi imparare, perché metti in discussione prima te stessa. Ed è così che talenti straordinari finiscono chiusi in un cassetto, che possibilità incredibili vengono spente sul nascere. È successo anche a me con Lunetta. Mi fido a dirlo adesso che ha dieci anni (e tre zampe), adesso che il nostro percorso parla da sé.
Ma quando eravamo più inesperte ci siamo affidate a chi avrebbe dovuto aiutarci a crescere e invece ci ha buttato addosso solo etichette, neanche tanto comprensibili.
Ho lasciato che quei giudizi affrettati, superficiali, dettati più dall’ego che dalla competenza, decidessero quanto in là potevamo andare. Mi fa rabbia, sì. Perché Lunetta aveva (e ha tuttora) un talento speciale. Oggi lo vedo chiarissimo, ma allora mi hanno fatto dubitare persino di quello che avevo davanti agli occhi e hanno rallentato il nostro percorso. Facendosi pagare profumatamente, ovvio... 😅💸💸💸
Ti raccontano che sanno valutare un cane. Ma spesso l'unica competenza che hanno è quella di saper controllare le insicurezze degli altri con la loro sicurezza apparente.
Oggi lo so: non esistono guru, non esistono etichette scolpite nella pietra, non esiste la palla di vetro che ti consente di intuire cosa potrà fare il tuo cane.
Se state iniziando, se vi sentite un pò persi, ascoltate pure chi ne sa più di voi, ma non smettete mai di ascoltare anche il vostro istinto. E se dentro di voi qualcosa grida “ma sei serio?” allora fatevi qualche altra domanda, cercate un seconda, una terza opinione, non fermatevi alla prima risposta solo perché arriva da chi si autoproclama maestro.
Perché a furia di lasciare decidere agli altri chi siete e chi può diventare il vostro cane, rischiate di perdervi per strada la cosa più bella che c’è: crescere insieme, sbagliare insieme, scoprire un talento unico che magari nessun “esperto” aveva saputo vedere. Proprio come hanno fatto con Einstein. Che per fortuna, non si è lasciato fermare da una pagella.

🦮 I cani vanno protetti dai bambini. Anche — e soprattutto — educandoli al rispetto. Educare i bambini non solo i cani 😉...
13/07/2025

🦮 I cani vanno protetti dai bambini. Anche — e soprattutto — educandoli al rispetto. Educare i bambini non solo i cani 😉

Una recente sentenza della Cassazione (n. 17200/2025) ha stabilito che, in un caso di morso a un bambino di otto anni, la responsabilità non è del proprietario del cane, ma dei genitori del bambino.
Il bambino, probabilmente sfuggito al controllo dei genitori, aveva oltrepassato una recinzione chiusa solo da una catena e aveva provocato il cane con un bastoncino fino a farsi mordere.
Secondo i giudici, questo comportamento è stato così imprevedibile da interrompere il nesso causale ed escludere la responsabilità del proprietario dell’animale.
Una sentenza che ha fatto discutere, perché a detta di molti non considera il fatto che un bambino di otto anni non ha ancora piena consapevolezza del rischio.
Secondo me già a quell’età i bambini dovrebbero conoscere le basi della convivenza con i cani.
Non posso dimenticare quello che mi dicevano i miei nonni: non toccare il cane mentre mangia, non disturbarlo mentre dorme, non correre se vedi un cane minaccioso. Era rispetto, non paura. Una cultura semplice ma efficace, che oggi abbiamo il dovere di recuperare e trasmettere.
La sicurezza nella convivenza tra cani e bambini non si ottiene con le sentenze, ma con l’educazione. È urgente formare una cultura cinofila precoce, che insegni ai più piccoli a leggere i segnali del cane e ai genitori a proteggerli entrambi: figli e animali. Perché tutelare un cane significa anche proteggerlo da situazioni che lo mettono sotto stress, che lo spaventano o che lo esasperano. Anche — e soprattutto — quando queste situazioni nascono da un bambino.

Sincronicità. Un Malinois per ritrovare la mia strada
12/07/2025

Sincronicità. Un Malinois per ritrovare la mia strada

Un contenuto inatteso in relazione immediata o mediata con un evento esterno coincide con lo stato psichico abituale: è questa che io chiamo sincronicità. Karl Gustav Jung Karpathos Immagina di vol…

REPRIMERE PER EDUCARENon so voi ma io sono abbastanza stanca di sentire ripetere a cantilena il fatto che con metodi edu...
08/07/2025

REPRIMERE PER EDUCARE
Non so voi ma io sono abbastanza stanca di sentire ripetere a cantilena il fatto che con metodi educativi non violenti alcuni obiettivi non sono raggiungibili.

Poco fa ho letto il commento di un collega che si definisce “classico ” (cioè usa punizioni e strumenti annessi). Era molto arrabbiato con un educatore che lavora solo con il rinforzo positivo, come me e come tanti altri che ogni giorno fanno il loro lavoro con rispetto e competenza.

Diceva, con tono trionfante, che “noi” non saremmo in grado di far camminare un cane pauroso o aggressivo in mezzo alla folla. Eh?

Spoiler: sì, possiamo. Lo facciamo tutti i giorni. Con pazienza, rispetto dei tempi del cane e senza bisogno di spaventarlo. Certo, non è una magia, e a volte la risposta giusta è: “quel cane lì, in mezzo alla folla, non ci deve proprio stare”. E non è una sconfitta, è buon senso.

Insomma, se il tuo metodo si basa sul far tacere un disagio invece che ascoltarlo… non è il gran risultato che pensi. Anche perché se quel disagio non può esprimersi altrimenti, magari allontanandosi o rifiutando di seguirti, allora lí l’aggressione e il morso sono l’unica strada. Perché reprimere un comportamento senza eliminarne la causa alla base è come mettere un coperchio su una pentola in ebollizione, prima o poi esploderà.

Eh no, non è vero che non ci sono articoli scientifici che dimostrano che i metodi positivi sono più efficaci, ce ne sono a bizzeffe basta cercarli e leggerli. O farsi fare i riassuntini dall’IA così magari diventano più intelligibili…

Perché per aiutare i cani è necessario studiare, aggiornarsi, confrontarsi, imparare, mettersi in discussione. Quanti che “lavorano” con i cani da “anni” e che hanno “salvato millemila cani” lo fanno veramente?

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