Primera Pet Shop - Cane & Gatto

Primera Pet Shop - Cane & Gatto Il Tuo negozio specializzato in alimentazione naturale e articoli delle migliori marche x Cani e Gatti

31/08/2025

❤️❤️❤️❤️

31/08/2025
Ci scusiamo, ma causa forte rallentamento del traffico, siamo in ritardo per l'apertura pomeridiana
20/08/2025

Ci scusiamo, ma causa forte rallentamento del traffico, siamo in ritardo per l'apertura pomeridiana

14/08/2025

10/08/2025

IL CANE ESCLUSO

ll cane tenuto fuori in giardino non sta bene. Sopravvive. E lo fa male.
Non si tratta di un’opinione, ma di una valutazione comportamentale, clinica ed etologica fondata. Negli ultimi anni, il dato è diventato sempre più chiaro: escludere il cane dal contesto domestico, impedirgli l’accesso alla casa e relegarlo in uno spazio esterno, indipendentemente dalla metratura o dalla qualità dello stesso, genera un danno. Sempre.

Il cane non è un animale solitario, e non è stato selezionato per vivere come presenza marginale attorno alla famiglia umana. È un animale sociale, affiliativo e cooperativo. La sua evoluzione è profondamente intrecciata con la nostra. Vive per appartenenza, per relazione, per comunicazione. Escluderlo dalla casa significa togliergli proprio quella dimensione per cui esiste: stare con l’uomo.

Tenere un cane in giardino, senza accesso regolare e condiviso alla casa, significa ridurlo a un sopravvissuto emotivo. Non ha riferimenti interni, non ha stabilità, non ha guida. Si muove tra stimoli esterni che non può decodificare, senza nessuno che gli spieghi cosa osservare e cosa ignorare. Vive come presenza periferica, come guardiano frustrato, come osservatore attivo ma escluso. E questo modello, che ancora molti ritengono accettabile, non ha alcun fondamento né educativo né relazionale.

Il più grande alibi culturale è questo: “sta fuori perché fa la guardia”. È una giustificazione fragile, ripetuta per abitudine più che per ragionamento. Un cane che vive sempre fuori non protegge nulla: reagisce, si agita, abbaia, spesso a vuoto. Non distingue un pericolo reale da un rumore insignificante. Non ha filtri, non ha discernimento. Quello che chiamiamo “fare la guardia” è quasi sempre una condizione di iperattività reattiva, di ipervigilanza cronica, che consuma il cane emotivamente. Un cane che si sente costantemente in allerta non è un cane funzionale: è un cane in ansia.

E i danni sono visibili. La letteratura comportamentale è piena di evidenze in tal senso. I cani tenuti costantemente fuori, senza vita relazionale condivisa, sviluppano con grande frequenza stereotipie motorie, come il girare in tondo o lo scavare compulsivo. Perdono la capacità di rilassarsi. Dormono male. Reagiscono con impeto a qualunque stimolo. Non imparano. Non ascoltano. Non si affidano. Alcuni diventano apatici. Altri diventano aggressivi. Tutti, però, si disconnettono. Perché vengono tenuti ai margini, trattati come cani “da fuori”, come elementi separati.

Poi c’è l’altro luogo comune: “almeno ha spazio, ha il giardino, può correre”. Come se lo spazio fosse un sostituto della relazione. Ma lo spazio non è relazione. Non è comunicazione. Non è appartenenza. Un cane può avere duecento metri quadri e sentirsi comunque solo, deprivato, insicuro. Se quello spazio non è condiviso con la sua figura di riferimento, se non c’è coinvolgimento quotidiano, se il cane non entra mai nella casa e nella routine della famiglia, allora il giardino non è un luogo di libertà. È una prigione silenziosa. È un’area esterna dove il cane si auto-regola, si iperstimola, e lentamente si disconnette.

E così, giorno dopo giorno, quel cane che doveva fare “la guardia” si trasforma. Diventa, nel senso più tragico e concreto del termine, un nano da giardino vivente. Una figura presente, che abbaia e si muove, ma che non fa parte di nulla. Non vive con. Sta fuori. Attorno. Invisibile. Inascoltato. Mai dentro.

Il problema, a questo punto, non è più solo gestionale. È culturale. È nel modo in cui concepiamo ancora oggi la presenza del cane nella nostra vita. Finché continueremo a credere che “tenerlo fuori” sia normale, continueremo a produrre animali disfunzionali e famiglie frustrate. Il cane lasciato fuori non è un errore episodico. È un sintomo. Di una cultura arretrata, sbagliata, che fatica ad evolvere.

Non basta dargli da mangiare.
Non basta portarlo dal veterinario.
Non basta dire “gli voglio bene”.

Un cane ha bisogno di essere parte del gruppo. Di stare dentro. Di vivere con. Di essere incluso nella routine, nei ritmi, nelle giornate, nelle pause e nei silenzi.
Ha bisogno di una figura di riferimento, di guida, di relazione continua.
Ha bisogno di appartenere.

Finché non comprenderemo davvero questo passaggio, continueremo a sbagliare tutto il resto.

L. Caputo

Buono a sapersi!
27/07/2025

Buono a sapersi!

Grande Hulk
25/07/2025

Grande Hulk

😢 HULK HOGAN HA SPESO TUTTI I RISPARMI DI UNA VITA PER COSTRUIRE UN RIFUGIO PER CANI ABBANDONATI 😢

🕯️ “Sapeva che non gli restava molto tempo…” – Prima di morire, Hulk Hogan ha speso in silenzio tutti i risparmi della sua vita per costruire un rifugio destinato a salvare cani abbandonati: la storia che ha commosso fino alle lacrime milioni di persone e che ha svelato l’ultimo significato della vita di una leggenda!

25/07/2025

Indirizzo

Via Nazionale 63 Puegnago Del Garda
Puegnago Sul Garda
25080

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
15:30 - 19:00
Martedì 09:00 - 12:30
15:30 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 12:30
15:30 - 19:00
Giovedì 09:00 - 12:30
15:30 - 19:00
Venerdì 09:00 - 12:30
15:30 - 19:00
Sabato 09:00 - 12:30
15:30 - 19:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Primera Pet Shop - Cane & Gatto pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Primera Pet Shop - Cane & Gatto:

Condividi