25/11/2025
Oggi, 25 novembre, più che mai sento che la mia storia si intreccia profondamente con quella degli animali che vivono in questo luogo protetto.
Io la violenza l’ho conosciuta da vicino.
Sono stata vittima di violenza psicologica, mesi di stalking e minacce continue, culminate, una sera, in un’aggressione fisica nel mio giardino, mentre accudivo gli animali. Un pestaggio avvenuto perché avevo denunciato i maltrattamenti inflitti a un cavallo — e molto altro.
Invece di essere tutelata, mi sono sentita dire, per proteggermi, che “forse era meglio non denunciare”, perché ero ancora viva e le nostre leggi, purtroppo, non sono d'aiuto.
Il senso di ingiustizia ti si attacca alla pelle, ti cambia lo sguardo, ma rispetto a tante, troppe vittime di violenza, io sono stata fortunata.
La mia risposta, dopo un periodo nel buio totale e nella paura non è stato l'odio e nemmeno la rabbia, io ho scelto la cura.
Ho scelto di guarire amando e aiutando chi non può salvarsi da solo.
Un anno dopo la violenza subita, nel 2013, ho fondato l’APS Agribizzarra Onlus.
Ho aperto le porte di casa a cavalli, ad altri animali e anche alle persone: a chi aveva bisogno di essere visto, ascoltato, rispettato.
È nato così un luogo protetto: uno spazio dove poter tornare a respirare.
Sono passati dodici anni e da tutte le anime che sono transitate qui — e da quelle che ancora oggi vivono accanto a me — ho imparato più di quanto avrei mai immaginato.
Sono state, e sono tuttora, cura, gioia, serenità, ispirazione.
Perché la cura, quando diventa scelta quotidiana, è la risposta più radicale a ogni forma di violenza.
Io sono viva.
Gli animali che vivono qui, molti dei quali provengono da abusi e sfruttamento, sono vivi.
Insieme continuiamo a scegliere la via della gentilezza.
Questa è la mia risposta alla violenza:
ricomporre, non distruggere.
Creare uno spazio dove la libertà non è solitudine, e la presenza diventa cura
• per chi arriva qui e ha bisogno di un posto dove tornare a respirare,
• per chi desidera essere un portatore di presenza gentile: non un volontario che “fa”, ma un essere umano che sta,
che ascolta, che lascia spazio, che permette agli animali — e a sé stesso — di scegliere la relazione.
Qui gli animali vivono liberi, in branco. Non sono soli, eppure anche loro, pur circondati dai loro compagni, coccolati da me e da chi passa a trovarci ogni tanto, possono sentire il bisogno di una presenza umana tutta per loro.
Sono nati in cattività. Sono esseri sociali, curiosi e alcuni proprio desiderosi di relazione.
In tutti questi anni ho imparato una cosa che vale per loro e vale per noi:
la libertà non basta, serve qualcuno che ci sia, con rispetto, con calma, senza invadere.
Questo luogo è nato dalla violenza ma continua a vivere grazie alla gentilezza e alla generosità.
Per permettere agli animali di continuare ad essere protetti e in salute
📌 HO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO❗
😰 Il nostro obiettivo minimo della raccolta fondi su — quei 2.000 euro indispensabili per garantire fieno ed integratori per un mese— è ancora lontano e la raccolta si è bloccata!!!
https://gofund.me/671be981b
Se senti che questo spazio, questa storia, questa scelta di cura ti appartengano un po’, anche un piccolo gesto può fare la differenza.
🌱 Un euro, cinque euro, una condivisione: tutto ciò che nasce dal cuore arriva lontano.
Grazie a chi ci sostiene, a chi mi legge, a chi sceglie di esserci.
È anche grazie a voi se questo luogo rimane un porto sicuro — per gli animali, e per le persone ❤️