Gatti norvegesi delle foreste- Allevamento i*Disir Nornir

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Gatti norvegesi delle foreste- Allevamento i*Disir Nornir Allevamento EticoAmatoriale dal 2006 Autorizzato AUSL n° 46751 Associato AFEF- Diplomata in Nutrizione e Dietetica Veterinaria - Specializzazione Dieta Barf

LA STORIA DELLO SKOGKATT

La storia dei gatti Norvegesi delle Foreste nasce molti secoli fa, quando le leggende nordiche già lo vedevano descritto nei racconti mitologici di cui è protagonista accanto alla dea Freya e al dio Thor. Intorno al 1220, Snorri Sturluson, poeta, storiografo, studioso e narratore di miti e leggende, scrisse l' “EDDA” (“bisnonna”), testo che descrive la mitol

ogia nordica della Scandinavia pagana, nel quale vengono citati dei grossi gatti a pelo lungo nei racconti di queste due divinità nordiche. Thor, il dio del tuono, durante i suoi vagabondaggi dovette superare una prova di forza che consisteva nel sollevare un gatto talmente grosso che solo grazie al suo esagerato vigore riuscì nell'impresa. Invece la bellissima Freya, dea dell'amore e della fertilità, viaggiava sul suo carro d'oro elargendo abbondanza e prosperità, trainato da una coppia di gatti a pelo lungo maestosi e superbi. I gatti, una bianca ed uno nero, rappresentano il giorno e la notte e l'evolversi e il rinnovarsi della Vita. Il popolo Vichingo lo considerava un animale sacro e lo conduceva per mare a protezione del contenuto delle stive dai ratti durante le grandi esplorazioni sui Drakkar (le veloci e robuste navi vichinghe) verso le regioni costiere europee ed anche fino alle coste del continente americano nel Maine. Per tanti secoli le grandi foreste scandinave sono state il luogo in cui la natura ha consentito e condizionato l’evoluzione di questa specie animale, il “NORSK SKOGKATT” (o SkauKatt, il gatto dei boschi norvegesi) in un clima che alterna per otto mesi l’anno una temperatura intorno ai -20° a circa quattro mesi di dolci e verdi primavere. La prima descrizione di questa razza risale al 1599 quando un naturalista, il frate danese Peter Claus Friis, che visse a lungo in Norvegia, definì tre categorie di lince: la lince-lupo, la lince-volpe e la lince-gatto. Quest’ultima classe plausibilmente indicava proprio i progenitori del nostro gatto delle Foreste Norvegesi. Venne poi pubblicata nel 1835 l'opera "Favole popolari norvegesi" scritto da Asbjornsen e Moe, con il quale il gatto delle foreste entra a far parte della letteratura e cultura norvegese. Nell’opera “Favole popolari norvegesi” viene chiamato "Huldrekat" ("huldre" = ninfa del bosco) e descritto come un gatto dei boschi con una coda grande e folta. Nelle fiabe che successivamente furono tramandate fino ai fratelli Grimm, questo gatto impersonò probabilmente, con le sue culotte di pelo lungo e la zampetta posteriore coperta di sottopelo, il notissimo “Gatto con gli stivali”. Nel 1912 l'autore norvegese Gabriel Scott scrisse un popolarissimo libro per bambini intitolato "Sølvfaks" in cui il protagonista della storia e' un gatto dei boschi. Intorno al 1930 alcuni allevatori Scandinavi s’interessarono attivamente a questo felino autoctono e iniziarono un allevamento con l’obiettivo di salvaguardare l’originalità della specie, selezionando i soggetti per la loro morfologia e la folta pelliccia, cercando di preservarlo da accoppiamenti con gatti a pelo corto e da altre contaminazioni genetiche. Già dal 1940, durante la 2^ guerra mondiale, questo tipo di gatto fu utilizzato dall’esercito danese con specifiche funzioni affidate ai gatti delle foreste durante i trasporti postali per la protezione delle merci preziose, dei plichi e dispacci dalla sistematica distruzione dei topi. Solo nel 1965 questi gatti, considerati "ufficiali postali", furono cancellati dai registri governativi. Nel 1943, fu pubblicato in Norvegia un libro intitolato "I gatti, animali selvatici e amici domestici" sull'allevamento del Gatto Norvegese delle Foreste (autori Reidar e Lund), che suscitò molto interesse per la sorte del gatto nazionale e nel quale si trattavano le basi per l'allevamento del norvegese: negli anni che seguirono la ricerca di soggetti assolutamente puri diventò l’obiettivo degli appassionati che si adoperarono alacremente per la salvezza della razza contro l’incombente pericolo d’estinzione causata dall’estensione delle città e dalla diffusione di gatti a pelo corto. I primi rappresentanti di questa razza comparvero in esposizione nel 1969 e nel 1973 Helene Nordane ed Edel Runas della Federazione Felina Norvegese iniziarono il primo serio programma di selezione ed allevamento. Nel 1974 venne registrata nel Libro Origini norvegese la prima coppia genitrice di gatti norvegesi delle foreste (il maschio Pan's Trulls di Else Nylund e la femmina Pippa Skogpuss di Edel Runas), i capostipiti di tutti i gatti norvegesi con pedigree. Nel dicembre 1975 gli allevatori della razza entusiasti fondarono il Norsk Skogkattring (Club dei Gatti delle Foreste Norvegesi) che riscosse subito un clamoroso successo. Il programma di allevamento fu difficile per gli anni successivi perché vi erano così pochi parenti riconosciuti ufficialmente che un certo numero di incroci tra parenti fu inevitabile. Prima che potesse essere riconosciuta la nuova razza dalla FIFè (Fédération Internationale Féline) dovettero essere autenticate tre generazioni complete. Nell'aprile del 1977, quando c'erano circa 150 Gatti delle Foreste Norvegesi registrati in Norvegia, la FIFè inviò un giudice Tedesco ad uno show in Oslo. Il suo obiettivo era quello di fare un reportage della nuova razza, per aiutare la commissione dei giudici della FIFè a decidere sul suo futuro. Nel novembre 1977, Carl-Frederick Nordane viaggiò fino a Parigi per partecipare all'assemblea generale della FIFé. Portò con sé diverse foto di quella che da li a poco sarebbe divenuta una nuova razza. I giudici riconobbero in Pan's Truls, brown tabby con bianco, lo standard con cui si sarebbe identificata l'intera razza ed assegnarono il numero 13 NF standard. La cosa fece molto clamore nel paese d'origine dove alla televisione venne trasmessa la foto di Truls che annunciava che il gatto delle foreste norvegesi era stato ufficialmente riconosciuto. Nel 1977 si arrivò così al riconoscimento ufficiale da parte della Federazione Internazionale Felina (F.I.Fe), a cui seguì nel 1984 in America la definizione dello standard ad opera di allevatori aderenti al T.I.C.A. (The International Cat Association). Nel 1987 anche il C.F.A. (Cat Fancier’s Association) registrò il primo Gatto Norvegese delle Foreste. In Italia fu Elena Scorta (allevamento del Valhalla) ad importare i primi due Gatti Norvegesi delle Foreste, Sirika ed Artax, nel 1988. Un grande impegno fu profuso in questi anni per trovare gli esemplari adatti all'allevamento che garantissero un pool genetico abbastanza ricco per evitare i rischi degli accoppiamenti tra consanguinei e tale impegno fu continuato anche in Scandinavia, fino al 1990, poi si è deciso di cessare il riconoscimento di nuovi soggetti provenienti direttamente dai boschi, gli ancestrali (detti "novizi"). Solo nel 1993 la razza venne riconosciuta ufficialmente a livello mondiale e formalizzato definitivamente lo standard ed il codice internazionale. Tra i pionieri allevatori meritano una citazione speciale Else Nylund con il suo allevamento "Pan's" e Randi e Arild Grotterød con il loro allevamento "Torvmyra" che hanno contribuito sostanzialmente alla razza. La ragione per cui questi due allevamenti sono particolarmente ricordati è che ancora tutt'oggi è praticamente impossibile trovare un gatto tra i più belli della razza nel cui pedigree non sia presente in linea di sangue un antenato "Pan's" o "Torvmyra".

🎁  Ok, quiz time! 🐾 Perché secondo voi abbiamo chiamato questa cucciolata “SORPRESA”?Ecco l' indizio 👇✨ La mamma ha reci...
24/09/2025

🎁 Ok, quiz time! 🐾
Perché secondo voi abbiamo chiamato questa cucciolata “SORPRESA”?
Ecco l' indizio 👇
✨ La mamma ha recitato la sua parte da Oscar 🎭
Allora, che dite?
1️⃣ Nati più gattini del previsto?
2️⃣ Colori e caratteri spuntati fuori all’improvviso?
3️⃣ Oppure… una furbata della mamma che ci ha fregati tutti? 😉
Scrivete nei commenti la vostra ipotesi 👇
E poi andate a scoprire le piccole sorprese sul sito 🔗 ( link in BIO) https://www.allevamentogattinorvegesi.org/kamikoisak2025
In Foto la piccola Ta-Dha!!!

💙 Il fascino misterioso del “Blue💙Quando parliamo di “Blue” nei gatti, non intendiamo un colore nuovo, ma la diluizione ...
23/09/2025

💙 Il fascino misterioso del “Blue💙

Quando parliamo di “Blue” nei gatti, non intendiamo un colore nuovo, ma la diluizione genetica del nero.
Il gene D/d agisce sulla melanina, riducendo l’intensità del pigmento: il nero diventa così un elegante grigio-blu.

Ma non tutti i Blue sono uguali:

🔹 Ci sono Blue più chiari o più scuri e questo dipende dall’intensità della diluizione e dalla densità del pelo. Alcuni gatti hanno un mantello quasi argentato, altri un blu profondo.

🔹 Ci sono i Blue freddi, con riflessi che tendono all’argento, spesso accentuati nei tabby e nei mantelli con sottopelo chiaro.

🔹 Ci sono anche i Blue caldi, con tonalità più morbide e vellutate,in alcuni casi hanno sfumatore addirittura rosa... dovute a variazioni genetiche individuali

🔹 Ma c è anche un altra variante che è la rifrazione e la colorazione della luce !

✨ Questo rende il Blue nei Norvegesi così affascinante: lo stesso gene, ma un’infinità di sfumature

💡 Domanda per voi: quale tipo di blue vi piace di più? ?
👉 vieni a vederli sul sito , ci sono gattini con diverse tonalità! facci sapere quale ti piace di più! https://www.allevamentogattinorvegesi.org/gattini-norvegesi-delle-foreste-hosting

Il Fascino del colore BROWN Avete mai notato come alcuni gatti Norvegesi abbiano un colore caldo, pieno, un marrone prof...
22/09/2025

Il Fascino del colore BROWN
Avete mai notato come alcuni gatti Norvegesi abbiano un colore caldo, pieno, un marrone profondo che sembra vivo alla luce del sole? Quel tono racconta storie di genetica, ambiente, e… magia naturale.
Ecco alcune curiosità che forse non sapete sulla colorazione Brown nei Norvegesi:

🧬 È legata a varianti genetiche del gene B (o TYRP1), che modificano il pigmento nero standard in toni marroni — più o meno chiari a seconda dell’allele.

✨ Esiste anche un fenomeno chiamato amber, tipico dei Norvegesi, che può schiarire il fondo scuro del mantello, trasformando le strisce nere in riflessi dorati-marrone.

🐱 I Brown “Tabby” mostrano questo effetto in modo vivido: fondo ramato/coppery marrone + marcature “tabby” nere o più scure. Il risultato è quel contrasto caldo/freddo che accende lo sguardo.

💡 Domanda per voi: quale sfumatura di brown vi piace di più — il marrone scuro ricco e profondo, quasi. nero, o il copper dorato e caldo che quasi luccica?

👉 Se volete venite a vedere le varie sfumature “Brown” nella nostra cucciolata sul sito ( link in BIO o https://www.allevamentogattinorvegesi.org/gattini-norvegesi-delle-foreste-hosting

Cuore perfetto anche per il mio Faramir ( fratello di Feanor, ma anche di Erza Scarlett ) che ora vive in Francia dalla ...
22/09/2025

Cuore perfetto anche per il mio Faramir ( fratello di Feanor, ma anche di Erza Scarlett ) che ora vive in Francia dalla nostra amica Muriel!!

🐾💗🥰 Piccoli segni che sanno raccontare più di mille parole…Vedere le famiglie dei miei cuccioli incontrarsi, riconoscers...
21/09/2025

🐾💗🥰 Piccoli segni che sanno raccontare più di mille parole…
Vedere le famiglie dei miei cuccioli incontrarsi, riconoscersi e scambiarsi gesti di cura è stato un dono inatteso.
Un oggetto fatto a mano, donato da Sorelle a Fratelli, mi ha profondamente commossa: un gesto semplice e bellissimo, simbolo di gratitudine, di continuità, di un legame che non si interrompe con la partenza… ma che comincia proprio lì, nel momento del distacco.
🪢✨ Immensamente grazie, Davide & Stefania 💗🐾
👉

🪶✨" 𝓪 𝓹𝓸𝓬𝓱𝓮 𝓸𝓻𝓪 𝓭𝓪𝓵𝓵𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮𝓷𝔃𝓪...."✨  🪶🩵Lasciare andare è uno degli atti più difficili che l’essere umano possa compiere...
21/09/2025

🪶✨" 𝓪 𝓹𝓸𝓬𝓱𝓮 𝓸𝓻𝓪 𝓭𝓪𝓵𝓵𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮𝓷𝔃𝓪...."✨ 🪶

🩵Lasciare andare è uno degli atti più difficili che l’essere umano possa compiere ;significa accettare che ciò che abbiamo custodito, amato e protetto, non ci appartiene.

💙Per un Allevatore questo momento arriva con ogni cucciolo, ma anche con ogni anziano....molto più spesso del " normale" : il cuore vorrebbe "trattenere "... ma la mente sa che il vero amore non è possesso.
💚 È fiducia.
💛 È consegnare una vita al futuro che le appartiene.
🧡Lasciare andare insegna che l’attaccamento non si misura nella durata della vicinanza, ma nella profondità del legame.
❤️Che il nostro compito non è trattenere, ma preparare.
Che crescere significa separarsi, e che la separazione non è perdita, ma trasformazione.
🩷Ogni volta che un cucciolo parte, che un anziano mi lascia.... porto con me una ferita e un insegnamento: il dolore del distacco e la certezza che il mio amore continua a vivere in un’altra casa, in un altro cuore, in un altro domani, al di la di un arcobaleno....

💜 In questo, l’arte di allevare e l’arte di vivere si incontrano: entrambe ci chiedono il coraggio di amare senza stringere, di custodire senza trattenere, di lasciare andare senza smettere di "sentire".
" -𝓚𝓪𝓻𝓲𝓷-"

Perche nel Libretto Sanitario dei gattini DISIR NORNIR trovi scritto dove è stato inoculato il vaccino?Vaccinare è un ge...
20/09/2025

Perche nel Libretto Sanitario dei gattini DISIR NORNIR trovi scritto dove è stato inoculato il vaccino?

Vaccinare è un gesto di cura essenziale, ma in rari casi nei gatti può verificarsi una conseguenza grave: il feline injection-site sarcoma (FISS), un tumore aggressivo che nasce nel sito dell’iniezione. Non è qualcosa che capita spesso, ma è abbastanza serio da pensare a come diminuirne il rischio.
Qui sotto ti spiego cosa dice la scienza e dove è più sicuro inoculare.

🔍 Che cos’è il FISS

Il FISS è un sarcoma (tumore maligno) che può svilupparsi dove il gatto ha ricevuto un’iniezione: vaccini, ma anche altri farmaci iniettabili.
Si pensa che il meccanismo coinvolga una risposta infiammatoria cronica, che in pochi casi degenera in trasformazione neoplastica.
Ricordiamo: il rischio è basso, ma visto che la prevenzione è possibile, è giusto farla.

🧭 Linee guida scientifiche: dove iniettare

Ecco cosa suggeriscono le principali linee guida veterinarie per inoculare i vaccini nei gatti, minimizzando il rischio:
Zona preferita :
Arti distali (zampe, sotto il ginocchio o il gomito) È la zona più consigliata. Se dovesse svilupparsi un sarcoma, l’amputazione dell’arto distale è più semplice e meno invasiva, con margini chirurgici chiari.

Coda (parte distale) In alcuni casi si usa anche la coda distale, perché permette margini di escissione accettabili se necessario. Ma è meno comune e non sempre pratico.

Evitare interscapolare e lato toracico centrale
Queste zone erano usate tradizionalmente, ma se dovesse svilupparsi un tumore lì diventa molto più difficile rimuoverlo in modo radicale.

🛠 Altri accorgimenti per ridurre il rischio

Oltre alla zona di inoculo, la ricerca segnala alcune pratiche utili:
Iniezioni subcutanee migliorano la sicurezza rispetto a quelle intramuscolari, che penetrano più in profondità.
Usare vaccini portati a temperatura ambiente prima dell’iniezione (non freddi) può ridurre l’irritazione locale.

Vaccinazioni solo quando necessarie, seguendo protocolli aggiornati, non ripetute superflue. Individuare bene “core vaccines” vs. non-core in base allo stile di vita del gatto. ( chiedi al veterinario)

Documentare dove è stata fatta l’iniezione (arto, lato destro/sinistro, distanza dalla zampa, ecc.). Utile per controlli e per intervenire se qualcosa non va.

Monitorare dopo il vaccino: se compare un nodulo che persiste oltre un mese, cresce, è più grande di 2 cm, o resta dopo 3 mesi, farlo valutare dal veterinario

✅ Cosa significa per chi alleva o possiede gatti

Io, come allevatrice, metto in pratica queste scelte: faccio inoculare i vaccini nei punti più sicuri (generalmente arti distali), controllo bene il sito dopo l’iniezione, scelgo protocolli vaccinali che siano efficaci ma anche mirati, così cerco di dare al cucciolo il massimo della protezione, riducendo al minimo un rischio raro ma serio.

💥💣Trick Boom 💣💥 ha già capito come far saltare la ciotola piena d'acqua !😼.😹Con un nome così  questo faccino furbetto , ...
20/09/2025

💥💣Trick Boom 💣💥
ha già capito come far saltare la ciotola piena d'acqua !😼.😹
Con un nome così questo faccino furbetto , queste zampette rosa , so già cosa aspettarmi .......di tutto! 😆😂
Qual è stata la “marachella bomba” più divertente che ha fatto il vostro gatto? 🐾💥
👇

"Nel tacito grembo dei boschi del Nord,le "Nornir" siedono al telaio del fato.Trama e ordito si intrecciano oscuri,un fi...
19/09/2025

"Nel tacito grembo dei boschi del Nord,
le "Nornir" siedono al telaio del fato.
Trama e ordito si intrecciano oscuri,
un filo segreto guida il cammino:
così gatto e uomo si incontrano,
non per scelta, ma perché scritto era
nell’antico destino."

🎉 🙈 PEEKABOO!🙈🎉È questa la gattina che porta il nome più buffo di tutti? 🤭 Vieni a conoscere gli altri sul sito! Link in...
19/09/2025

🎉 🙈 PEEKABOO!🙈🎉
È questa la gattina che porta il nome più buffo di tutti? 🤭 Vieni a conoscere gli altri sul sito! Link in BIO ( www.allevamentogattinorvegesi.org)

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Oggi è arrivato il momento dei saluti.Rubedor, con i suoi occhioni grandi e pieni di dolcezza,  le sue fusa rumorosissim...
19/09/2025

Oggi è arrivato il momento dei saluti.
Rubedor, con i suoi occhioni grandi e pieni di dolcezza, le sue fusa rumorosissime, è pronto a iniziare una nuova avventura con un compito importante.
Spero tanto che la sua tenerezza e buffaggine ...riporti il sorriso a quella famiglia arrivata da me con una grande tristezza nel cuore.... 💔 che ora ha la fortuna di averti accanto.💗💎🐾

Indirizzo

Sivizzano
Parma
43045

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La Storia del Gatto Norvegese

LA STORIA DELLO SKOGKATT La storia dei gatti Norvegesi delle Foreste nasce molti secoli fa, quando le leggende nordiche già lo vedevano descritto nei racconti mitologici di cui è protagonista accanto alla dea Freya e al dio Thor. Intorno al 1220, Snorri Sturluson, poeta, storiografo, studioso e narratore di miti e leggende, scrisse l' “EDDA” (“bisnonna”), testo che descrive la mitologia nordica della Scandinavia pagana, nel quale vengono citati dei grossi gatti a pelo lungo nei racconti di queste due divinità nordiche. Thor, il dio del tuono, durante i suoi vagabondaggi dovette superare una prova di forza che consisteva nel sollevare un gatto talmente grosso che solo grazie al suo esagerato vigore riuscì nell'impresa. Invece la bellissima Freya, dea dell'amore e della fertilità, viaggiava sul suo carro d'oro elargendo abbondanza e prosperità, trainato da una coppia di gatti a pelo lungo maestosi e superbi. I gatti, una bianca ed uno nero, rappresentano il giorno e la notte e l'evolversi e il rinnovarsi della Vita. Il popolo Vichingo lo considerava un animale sacro e lo conduceva per mare a protezione del contenuto delle stive dai ratti durante le grandi esplorazioni sui Drakkar (le veloci e robuste navi vichinghe) verso le regioni costiere europee ed anche fino alle coste del continente americano nel Maine. Per tanti secoli le grandi foreste scandinave sono state il luogo in cui la natura ha consentito e condizionato l’evoluzione di questa specie animale, il “NORSK SKOGKATT” (o SkauKatt, il gatto dei boschi norvegesi) in un clima che alterna per otto mesi l’anno una temperatura intorno ai -20° a circa quattro mesi di dolci e verdi primavere. La prima descrizione di questa razza risale al 1599 quando un naturalista, il frate danese Peter Claus Friis, che visse a lungo in Norvegia, definì tre categorie di lince: la lince-lupo, la lince-volpe e la lince-gatto. Quest’ultima classe plausibilmente indicava proprio i progenitori del nostro gatto delle Foreste Norvegesi. Venne poi pubblicata nel 1835 l'opera "Favole popolari norvegesi" scritto da Asbjornsen e Moe, con il quale il gatto delle foreste entra a far parte della letteratura e cultura norvegese. Nell’opera “Favole popolari norvegesi” viene chiamato "Huldrekat" ("huldre" = ninfa del bosco) e descritto come un gatto dei boschi con una coda grande e folta. Nelle fiabe che successivamente furono tramandate fino ai fratelli Grimm, questo gatto impersonò probabilmente, con le sue culotte di pelo lungo e la zampetta posteriore coperta di sottopelo, il notissimo “Gatto con gli stivali”. Nel 1912 l'autore norvegese Gabriel Scott scrisse un popolarissimo libro per bambini intitolato "Sølvfaks" in cui il protagonista della storia e' un gatto dei boschi. Intorno al 1930 alcuni allevatori Scandinavi s’interessarono attivamente a questo felino autoctono e iniziarono un allevamento con l’obiettivo di salvaguardare l’originalità della specie, selezionando i soggetti per la loro morfologia e la folta pelliccia, cercando di preservarlo da accoppiamenti con gatti a pelo corto e da altre contaminazioni genetiche. Già dal 1940, durante la 2^ guerra mondiale, questo tipo di gatto fu utilizzato dall’esercito danese con specifiche funzioni affidate ai gatti delle foreste durante i trasporti postali per la protezione delle merci preziose, dei plichi e dispacci dalla sistematica distruzione dei topi. Solo nel 1965 questi gatti, considerati "ufficiali postali", furono cancellati dai registri governativi. Nel 1943, fu pubblicato in Norvegia un libro intitolato "I gatti, animali selvatici e amici domestici" sull'allevamento del Gatto Norvegese delle Foreste (autori Reidar e Lund), che suscitò molto interesse per la sorte del gatto nazionale e nel quale si trattavano le basi per l'allevamento del norvegese: negli anni che seguirono la ricerca di soggetti assolutamente puri diventò l’obiettivo degli appassionati che si adoperarono alacremente per la salvezza della razza contro l’incombente pericolo d’estinzione causata dall’estensione delle città e dalla diffusione di gatti a pelo corto. I primi rappresentanti di questa razza comparvero in esposizione nel 1969 e nel 1973 Helene Nordane ed Edel Runas della Federazione Felina Norvegese iniziarono il primo serio programma di selezione ed allevamento. Nel 1974 venne registrata nel Libro Origini norvegese la prima coppia genitrice di gatti norvegesi delle foreste (il maschio Pan's Trulls di Else Nylund e la femmina Pippa Skogpuss di Edel Runas), i capostipiti di tutti i gatti norvegesi con pedigree. Nel dicembre 1975 gli allevatori della razza entusiasti fondarono il Norsk Skogkattring (Club dei Gatti delle Foreste Norvegesi) che riscosse subito un clamoroso successo. Il programma di allevamento fu difficile per gli anni successivi perché vi erano così pochi parenti riconosciuti ufficialmente che un certo numero di incroci tra parenti fu inevitabile. Prima che potesse essere riconosciuta la nuova razza dalla FIFè (Fédération Internationale Féline) dovettero essere autenticate tre generazioni complete. Nell'aprile del 1977, quando c'erano circa 150 Gatti delle Foreste Norvegesi registrati in Norvegia, la FIFè inviò un giudice Tedesco ad uno show in Oslo. Il suo obiettivo era quello di fare un reportage della nuova razza, per aiutare la commissione dei giudici della FIFè a decidere sul suo futuro. Nel novembre 1977, Carl-Frederick Nordane viaggiò fino a Parigi per partecipare all'assemblea generale della FIFé. Portò con sé diverse foto di quella che da li a poco sarebbe divenuta una nuova razza. I giudici riconobbero in Pan's Truls, brown tabby con bianco, lo standard con cui si sarebbe identificata l'intera razza ed assegnarono il numero 13 NF standard. La cosa fece molto clamore nel paese d'origine dove alla televisione venne trasmessa la foto di Truls che annunciava che il gatto delle foreste norvegesi era stato ufficialmente riconosciuto. Nel 1977 si arrivò così al riconoscimento ufficiale da parte della Federazione Internazionale Felina (F.I.Fe), a cui seguì nel 1984 in America la definizione dello standard ad opera di allevatori aderenti al T.I.C.A. (The International Cat Association). Nel 1987 anche il C.F.A. (Cat Fancier’s Association) registrò il primo Gatto Norvegese delle Foreste. In Italia fu Elena Scorta (allevamento del Valhalla) ad importare i primi due Gatti Norvegesi delle Foreste, Sirika ed Artax, nel 1988. Un grande impegno fu profuso in questi anni per trovare gli esemplari adatti all'allevamento che garantissero un pool genetico abbastanza ricco per evitare i rischi degli accoppiamenti tra consanguinei e tale impegno fu continuato anche in Scandinavia, fino al 1990, poi si è deciso di cessare il riconoscimento di nuovi soggetti provenienti direttamente dai boschi, gli ancestrali (detti "novizi"). Solo nel 1993 la razza venne riconosciuta ufficialmente a livello mondiale e formalizzato definitivamente lo standard ed il codice internazionale. Tra i pionieri allevatori meritano una citazione speciale Else Nylund con il suo allevamento "Pan's" e Randi e Arild Grotterød con il loro allevamento "Torvmyra" che hanno contribuito sostanzialmente alla razza. La ragione per cui questi due allevamenti sono particolarmente ricordati è che ancora tutt'oggi è praticamente impossibile trovare un gatto tra i più belli della razza nel cui pedigree non sia presente in linea di sangue un antenato "Pan's" o "Torvmyra".