09/04/2025
L’idea che un luogo come il canile — o qualunque altro spazio di sospensione, di attesa, di immobilità forzata — possa non solo fermare il tempo ma anche le malattie, come se il corpo, in assenza di stimoli e cambiamenti, smettesse anche di peggiorare.
È come se la malattia avesse bisogno del movimento della vita per proliferare: emozioni, relazioni, stress, scelte… e in assenza di tutto questo, anche lei si blocca. Il limbo diventa quindi un’“anticamera” della sofferenza, ma anche un luogo dove, paradossalmente, ci si protegge da essa.
Lo stato di detenzione o stasi prolungata può spesso avere l’effetto opposto: l’immobilità, lo stress cronico, la mancanza di stimoli e relazioni possono peggiorare lo stato psicofisico, soprattutto se già fragile. Tuttavia, nei cani — e anche nelle persone — a volte accade davvero che in ambienti chiusi e controllati si stabilizzi un equilibrio, quasi una forma di adattamento che congela le dinamiche, incluse quelle patologiche.
Avete esperienze di questo genere?
Purtroppo Zola la cagnolina adottata una settimana fa questa mattina ha avuto delle crisi epilettiche a grappolo. Escluso la avvelenamento fatti tutti gli esami ora sarà da capire da cosa dipende. Ci sono già passata due anni fa dopo aver adottato Masha dopo tanti anni in canile anche lei solo dopo un anno dall'adozione si è ammalata di tumore al cervello, mi ha lasciato solo qualche mese fa. Mi viene da pensare se volete condividere con noi le vostre esperienze sarebbe molto interessante.