11/03/2025
La longevità dei cavalli e' strettamente correlata ai loro artieri ❤️❤️
Questa è una foto di Man o’ War nel suo feretro. Al momento della sua morte, era il più famoso purosangue della storia. Morì il 1° novembre 1947, all’età di 30 anni, per un apparente attacco di cuore. Fu il primo cavallo da corsa della storia contemporanea ad essere imbalsamato. Il suo funerale fu trasmesso internazionalmente via radio e oltre 2.000 persone andarono a rendergli l’ultimo omaggio.
Nato nel 1917 in Kentucky, nel 1918 fu venduto alle aste di puledri di Saratoga, New York.
Acquistato da Samuel Riddle per 5.000 dollari, non cambio’ più di mano fino al resto della sua vita longeva.
Gareggio’ dal 1919 al 1920, poi il proprietario decise di ritirarlo dalle corse.
Complessivamente, vinse 20 su 21 gare nella sua carriera e guadagnò quasi 250.000 dollari in premi. Il Proprietario rifiutò qualsiasi offerta di acquisto.
Nel 1920 divenne stalloniere andando a vivere nella tenuta del suo proprietario. Un artiere di nome Will Harbut fu messo a fargli da badante e tale rimase fino alla propria morte. Tra l’artiere e il cavallo nacque un’amicizia che durò tutta la vita. Divenne uno dei cavalli da riproduzione più importanti della nazione, generando oltre 60 campioni. Man o’ War fu anche il nonno della leggenda dei cavalli americani Seabiscuit.
L’artiere e il cavallo divennero inseparabili. Insieme intrattennero oltre un milione di visitatori alla Faraway Farm.
Harbut raccontava ai visitatori storie coinvolgenti su Man o’ War e la sua vita, dentro e fuori la pista.
Poi, il 4 ottobre 1947, Will Harbut morì di un attacco di cuore. Nel necrologio di Harbut, si diceva che fosse sopravvissuto da “sua moglie, sei figli, tre figlie e Man o’ War”.
Si vociferava che Man o’ War avesse pianto fino a morire. Dopo la morte di Harbut, il cavallo p***e la sua vitalità. Morì 4 settimane dopo la morte del suo artiere, all’età di 30 anni, per un apparente attacco di cuore.
Il suo corpo venne inizialmente sepolto a Faraway Farm e successivamente spostato nel Kentucky Horse Park sotto una statua in bronzo.
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Questa storia dimostra come la stabilità affettiva sia fondamentale per il benessere di un cavallo. Un cavallo che si sente emotivamente stabile e sicuro nel suo ambiente è più equilibrato e meno incline a stress, paura o comportamenti problematici. I cavalli sono animali estremamente sensibili alle emozioni degli esseri umani e tendono a rispondere in modo profondo e viscerale alla loro stabilità emotiva. Un cavallo che ha una connessione affettiva stabile con il proprio proprietario e/o detentore è generalmente più docile, collaborativo e predisposto all’apprendimento, al lavoro e, nel caso di un cavallo atleta, al successo.