16/02/2025
La cronaca di oggi riporta una aggressione letale da parte di un cane verso una bambina di nove mesi. Il cane viene identificato come pit bull.
Parte ovviamente la campagna stampa contro i pit bull, e via di commenti sui cani pericolosi.
Io ho valutato molti cani che hanno attaccato e ferito o ucciso persone, inclusi diversi pit bull.
Il mio primo commento è proprio sulla razza.
Secondo uno studio che ha valutato la percezione della razza da parte degli operatori delle agenzie di adozione di cani e dei rifugi per animali con i campioni di DNA ha mostrato solo il 36% di accordo tra l'etichetta di pit bull o pit bull o tipo pit bull e i marcatori genomici specifici APBT o American Stafforshire (Weaver, H., 2013). In altre parole, non basta che somigli a un pit bull per essere - geneticamente - un pit bull. Si potrebbe allora parlare di "tipo pit bull", ma neppure questo ci metterebbe al riparo da una frettolosa condanna verso qualunque cane con un certo aspetto.
In uno studio del 2007 sui cani mordaci in Italia, per questi motivi il pit bull non è stato inserito nell'analisi sulle razze di appartenenza. Nelle conclusioni, si legge: "La razza di appartenenza non deve essere però un parametro di discriminazione e neppure considerato il principale fattore di rischio di un soggetto" (Cattarossi, D. e Martuzzi, F., 2007).
Esistono studi in cui viene messa in evidenza una maggiore pericolosità dei pit bull nelle aggressioni verso l'uomo:
- In uno studio condotto in Texas dal Trauma and Emergency Surgery Service ha evidenziato come su 228 pazienti trattati per traumi causati da morsi di cani, in 82 casi sia stato possibile identificare la razza. In 29 casi il cane è stato identificato come pit bull. Dal confronto con l’attacco di altre razze, gli attacchi dei pit bull sono risultati essere associati a un punteggio di gravità del danno mediamente superiore, e più elevato rischio di morte (Bini, J.K. et al., 2011).
- Le ferite causate da pit bull nello studio condotto da Lockwood e Rindy (Lockwood, R., Rindy, K., 2015), sono risultate significativamente differenti da quelle causate in attacchi mortali da altre razze. Le vittime di pit bull tipicamente mostrano ampie porzioni di tessuto strappato via, mentre le vittime di altre razze sono decedute a causa di un numero inferiore di ferite sanguinanti, o di un singolo danno causato al cervello o al midollo spinale. Stesso dato riportato da Rowan: “Se si viene morsi da un pit bull, il risultato è verosimilmente più grave rispetto al morso di altri cani” (Rowan, A.N., 1986).
- Beck, Loring e Lockwood (1975) riportano un maggior caso di attacchi gravi che coinvolgono bambini. C’è però una porzione più elevata di adolescenti e adulti tra le vittime di pit bull (54,1%) rispetto alle vittime di altre razze (38,1%). questo suggerisce che una taglia maggiore e la maturità della vittima non rappresentano una difesa dall’aggressione come avviene con altre razze. Anche la familiarità verso l’animale appare fornire meno protezione nel caso di aggressioni da parte di pit bull. Su 143 aggressioni da parte di pit bull, 19 (13,3%) hanno riguardato aggressioni al proprietario. Su 143 aggressioni da parte di pit bull, 55 (38,5%) sono risultate gravi. Su 135 aggressioni da parte di altre razze, solo 36 (26,7%) sono risultate gravi (Lockwood, R., Rindy, K., 2015).
Infine, un commento riguardo l'assenza di segnali che anticipano una aggressione.
Mi occupo di cani aggressivi da più di vent'anni.
Ho valutato cani aggressivi, ho visto aggressioni dal vivo e da video che mi sono stati forniti dalle vittime e dai proprietari, sono stata minacciata e aggredita.
L'assenza di segnali riconoscibili da un proprietario che anticipano un morso è una caratteristica comune ai cani il cui livello di aggressività è alto. La latenza è bassa, la durata dei segnali che anticipano il morso è quindi breve, e i segnali non sono affatto facili da riconoscere senza una formazione.
Ieri ho anticipato una reazione di paura e minaccia durante un test quando ancora per il proprietario il cane non aveva dato segnali.
Nei pit bull un elemento di pericolo è l'attivazione di uno stato di eccitazione predatoria. Sono cani che possono aver subito una selezione per affrontare pericoli estremi (i combattimenti possono finire e spesso finiscono con la morte), dico spesso che nel pit un cane ha un metro e mezzo per vivere o morire e in quel metro e mezzo deve esprimere il massimo del suo potenziale di attacco. L'eccitazione predatoria non esiste solo nei pit bull e non è un problema da gestire solo nei pit bull. Ho valutato una femmina di San Bernardo che esibiva lo stesso atteggiamento predatorio verso i bambini.
Mi chiedo però come sia possibile che un cane che ha vissuto nove mesi con una bambina la attacchi mentre dorme perché è scattata la motivazione predatoria...
Per esperienza prima di esprimere valutazioni e giudizi è fondamentale avere informazioni reali e poter valutare il cane.
Un pensiero alla vittima dell'aggressione, i bambini dovrebbero essere sempre al sicuro, ed è compito degli adulti garantire che cani e bambini possano convivere in sicurezza.