Centro Ippico Eremita

Centro Ippico Eremita .

05/11/2024

I CAVALLI SONO IL NOSTRO SPECCHIO
"Se abbiamo paura, il nostro cavallo si spaventerà della nostra incertezza...

Se siamo arrabbiati, il nostro cavallo riconoscerà la nostra distruttività...

Se siamo frettolosi, il nostro cavallo avrà poca pazienza con noi...

Se siamo violenti, il nostro cavallo si ritrarrà di fronte alla nostra mancanza di auto-controllo...

Ma se mostriamo amore senza chiedere nulla in cambio, allora il nostro cavallo rifletterà quell'amore moltiplicato migliaia di volte..."

- Margrit Coates, "Horses talking"

📷 Maggie Livia Mo'

03/04/2024

L’esemplare di razza tolfetana dimora nella scuderia Cumin accudito da Hartlová

08/03/2024

Il compito di un vero istruttore di Equitazione non è solamente insegnare, addestrare, formare allievi ma anche essere una sorta di guida morale, che chiaramente deve dare l'esempio e seguito a quello che dice.
Ricevo mail che potrei senza dubbio definire deliranti:

Mail numero 1: “Buongiorno, mia figlia deve cambiare categoria e deve cambiare cavallo, il nostro non è più buono, ha 24 anni, siccome lei mi sembra una brava persona, pensavo di regalarglielo”

Mail numero 2: “il cavallo con cui faccio passeggiate è vecchio e me lo voglio cambiare, magari se ve lo prendete voi?”

Mail numero 3: “Siccome ho cambiato sport e l'Equitazione non mi piace più, ho una cavalla sella italiana di 18 anni con qualche problema al navicolare, vi interessa? ve la regalo...”

Potrei continuare, ma ogni volta che leggo queste mail a cui non rispondo, mi viene da vomitare.

Ebbene, un cavallo non è una macchina, non è un oggetto, è un essere vivente con sogni, bisogni, emozioni, ficcatevelo in quella testa.
Un cavallo non è un qualcosa che serve a tacitare le più basse istanze da nevrotici infantili, narcisisti e falliti cronici frustrati.
Un cavallo non può essere il parafulmine, l'ombrello, o quel coso che deve tacitare istanze o colmare vuoti affettivi.

Quando si decide di prendere un cavallo, bisogna saperlo fin dall'inizio che invecchierà e quindi ci si deve assumere la responsabilità di portarlo serenamente fino alla fine dei suoi giorni, e non che quando vecchio e non può più far gareggiare si da via come una straccio.

Io sono stanca di essere la discarica emotiva di gente che nella mia struttura nemmeno farei entrare e sono stanca di stare male quando leggo di cavalli vecchi trattati come rifiuti ingombranti.
Vi spiego perché:
Ho raccontato fino alla nausea che io ho una cavalla di 32 anni, Sofia.
No, non è la mia prima cavalla, la mia prima cavalla non è manco morta di vecchiaia, ma è morta per dolo procurato.
Sofia è arrivata qui a 20 anni, scaricata dal solito cavallaro di Olevano Romano, un cretino, e alla fine me la sono presa io, visto che avrebbe fatto una br**ta fine.
Oggi Sofia non ci vede bene, sente male, non ha più un molare che è uno, quindi per lei c'è una dieta a parte, eppure ha ancora voglia di vivere e lo si vede quando sgambetta al galoppo la sera quando deve tornare al suo box.
Sofia ha capito – e non ci vuole molto manco per un cavallo – che io sono il suo punto unico di riferimento, senza di me, Sofia è persa.
Secondo i parametri umani, Sofia avrebbe 86 anni.
Io me ne prendo cura come una figlia farebbe con la sua anziana madre, eppure Sofia non è stata la mia prima cavalla o comunque è arrivata a 20 anni - e lo ripeto - qui da me.

Per lavorare con i cavalli, ci vuole moltissima sensibilità.
Oggi la chiamano “empatia” ossia “sentire” le emozioni dell'altro.
Io la chiamo più prosaicamente “mettersi nei panni degli altri”.

Ebbene un cavallo che per anni è stato il giocattolo dell'ennesima tizia o tizio che ci si è divertito o ci ha conquistato le coppette (che poi saranno buttate dentro un cartone) si è abituato a dei visi, a delle voci, a delle abitudini.
Sofia quando è arrivata era totalmente spaesata, aveva perso tutti i suoi rifermenti, quindi posto nuovo, alimentazione, ricovero, persone, tutto nuovo e aveva paura perché non sapeva come sarebbe stata trattata.
Meno male che è capitata qui.
Per un cavallo che si ritrova a cambiare ambiente, a non vedere più visi famigliari, voci, odori, è un trauma e non solo, perché se capiscono che sono stati sbolognati (ossia dati via) si sentono traditi, come i cavalli che arrivano al macello e sono presi dal terrore. Ma queste cose pochi le capiscono perché io la chiamo "la vita segreta dei cavalli" ossia i loro pensieri mascherati, ma per chi è sensibile e li conosce bene, glieli vede molto bene passare negli sguardi, ma chi va sempre alla ricerca spasmodica della coppetta, del mettersi in mostra perchè ha vinto la garetta, queste cose non le capisce, non le sa, anzi diciamola tutta, neanche si curano di capire cosa prova un cavallo.
La performance, il risultato, prima di tutto.
Il cavallo è un mezzo.

La sera quando Sofia dal suo paddock torna da sola al box, passa davanti al paddock di Lagherta, una cavallina che non è un pony, non è cavallo, ma è una bestia di satana, per quanto è vivace.
Pure lei salvata da una br**ta fine.
Ha sei anni.
Si incontrano la cavalla più anziana e la cavalla più giovane.
Vi posso assicurare che fa male vedere una cavalla anziana, per come si muove, per i problemi, io so che non le è rimasto molto, e ogni giorno mi devo preparare emotivamente alla sua morte, cosa per niente facile, perché nonostante tutto sono una persona sensibile, ma di certo, io non la do via, ne per egoismo, ne per altri motivi, e se mi prendo cura di lei è perché non c'è essere più indifeso di un cavallo anziano.
Sono una persona civile?
No, sono una persona che capisce, “sente” e che ogni volta che ha preso un cavallo, ha firmato un patto, un contratto vero e proprio con il cavallo che è stato preso, che non solo non lo avrei dato via per nessun motivo, anche se ha un carattere balengo (vedi Bufera...con quel nome, poteva essere un b***o di cavalla?) ma che me ne prendo cura fino alla fine dei suoi giorni.

“la cavalla mia quando è diventata vecchia la so mandata al macello...”

Questo mi sento dire spesso, da gente che con i cavalli ci ha vissuto per anni, ma poi hanno deciso di mandarli al macello perché non se ne volevano prendere l'onere di assisterli fino alla fine...e diciamo anche che ci vuole un grande coraggio ad assistere un cavallo che muore e non tutti hanno questo forza d'animo, perché in quei momenti, quando se ne stanno andando non vogliono rimanere soli e accompagnarli fino all'ultimo respiro non è facile a livello emotivo.

La vecchiaia è l'inferno per ogni essere, ma è una cosa naturale, c'è un calo delle facoltà, della forza fisica, della memoria, ed è naturale.
Non è naturale invece usare un essere vivente, farcisi grossi, e poi perché diventato giustamente vecchio non ci si vuole prendere cura di lui e anzi si cerca spasmodicamente di darlo via, di disfarsene.

“Ma io, se non cambio cavallo, non posso fare gare!! mica posso tenermi due cavalli!! con quello vecchio che ci faccio???”
E non le fai! Oppure te li tieni tutti e due! E che facciamo, finché ci hai zompato ostacoli e ti faceva conquistare la coppetta con cui ti pavoneggiavi con gli altri andava bene, adesso che non lo più fare, lo cambi, come cambi un paio di mutandine? Impari a prendertene cura e a capire cosa significa farsi carico di un essere anziano e con gli acciacchi e hai visto mai ragazzina viziata che forse impari a essere migliore?. E poi mica te l'ha prescritto il dottore di fare le gare? No!

L'Equitazione NON è l'agonismo, ve l'hanno fatto credere e alcune personalità narcisiste ci sguazzano, ma l'Equitazione è tutt'altra cosa, è Arte, che si studia come Scienza, fatta con un animale che si sforza di capirci e che fa di tutto per accontentarci e che ha come scopo ultimo una pratica leggera, consapevole, ascetica, esegetica che porta il cavallo a eseguire quasi con il pensiero,
Si chiama “complicità”...e poi affetto, rispetto, amore.
I cavalli si amano, gli oggetti si usano,
Se non lo capite, lasciate stare l'Equitazione.

08/03/2024

L'appello è stato lanciato da Matteo Galliani di Animal Rescue Team Italia dopo che il mezzo dedicato ai piccoli animali è andato a fuoco

07/01/2024

"Ricordati che il dialogo tra te ed il cavallo non deve mai essere noioso e inerte. Dovrà sempre essere: "Chiedere, ricevere, cedere. Chiedere, ricevere, cedere". Cedere significa ringraziare. Se non cedi, la volta successiva dovrai chiedere con più forza e poi sempre più forte, così finirai per avere un cavallo assente o restio. Ho spesso sentito dire dal Maggiore Hans Wikne, preparatore della squadra svedese di dressage e direttore della scuola Nazionale svedese per istruttori: Ogni volta che si chiede qualcosa al cavallo, si deve rendere un po' di più. Cedere è più importante che prendere. L'equitazione è molto più che uno spingi e tira tra gambe e mani."

✒ Sally Swift

📖 Centered Riding

Indirizzo

Via Montecchio 10
Montechiarugolo
43022

Orario di apertura

Lunedì 07:30 - 19:00
Martedì 07:00 - 19:00
Mercoledì 07:00 - 19:00
Giovedì 07:00 - 19:00
Venerdì 07:00 - 19:00
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Domenica 07:00 - 19:00

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