17/07/2025
2° comunicato NO PLP
ENCI HA GETTATO LA MASCHERA
Con la pubblicazione del PLP Lombardia ENCI ha finalmente gettato la maschera.
Assistiamo infatti con questa proposta di legge alle contorsioni propagandistiche pro-eugenetica
degli allevatori cosiddetti ufficiali che, pur di non ammettere di aver prodotto e creato, attraverso le
loro pratiche di selezione, delle razze potenzialmente pericolose, cercano di scaricare tutte le colpe
sui meticci simil razze pericolose, rivendicando la presunta superiorità dei cani con pedigree, a loro
dire sempre equilibrati e affidabili, perché grazie al loro lavoro di selezione artificiale sarebbero privi
di tare genetiche e perché - aprite bene le orecchie - vi sarebbe attenzione anche alle caratteristiche
delle famiglie cui i cani vengono affidati.
Sciocchezze! E il problema dei cani di simil-razza definiti pericolosi dimostra esattamente il contrario!
Ossia dimostra che cani di razza sono stati abbondantemente ceduti anche a persone senza scrupoli
che, non solo hanno riprodotto questi cani in modo incontrollato e fuori da ogni regola, ma che in
modo incontrollato e fuori da ogni regola li hanno anche diffusi e li diffondono senza scrupolo alcuno.
Rispediamo al mittente, dunque, questa ridicola accusa ai cani e ribadiamo con forza che tutti i
problemi di sicurezza pubblica, compresi quelli dei cosiddetti cani di simil-razza, sono invece da
attribuire in gran parte a ENCI stessa, ai suoi allevatori e alle loro pratiche commerciali, visto che i
cani di simil razza discendono sicuramente da qualche cane di allevamento, non certo da qualche
meticcio trovato per strada.
Ricordiamo che ENCI, che è un ente zootecnico e non certo zoofilo, la differenza è sostanziale, si
definisce nel proprio stesso statuto come:
"UN'ASSOCIAZIONE DI ALLEVATORI DI CARATTERE TECNICO-ECONOMICO",
il cui scopo è:
"TUTELARE LE RAZZE CANINE RICONOSCIUTE PURE, MIGLIORANDONE E INCREMENTANDONE
L'ALLEVAMENTO, NONCHÉ DISCIPLINANDONE E FAVORENDONE L'IMPIEGO E LA VALORIZZAZIONE AI
FINI ZOOTECNICI".
Se ciò non fosse già abbastanza chiaro, sempre nel suo statuto, ENCI spiega ancora che, in quanto
ente:
"AIUTA LE INIZIATIVE QUALIFICATE RIVOLTE ALLO STUDIO, AL CONTROLLO, AL MIGLIORAMENTO ED
ALLA DIFFUSIONE DELLE RAZZE CANINE".
Riteniamo che non vi siano altri termini per definire questo approccio, il cui scopo dichiarato è "la
diffusione e il miglioramento delle razze", che non EUGENETICO.
L'eugenetica, disciplina nefasta nata a cavallo tra otto e novecento e che immani tragedie ha già
prodotto, non è altro infatti che la ricerca di un presunto miglioramento delle razze attraverso la
selezione dei riproduttori, ossia l'attività istituzionale degli allevatori ENCI.
Questa pratica, inoltre, ha evidenziato nel tempo anche i suoi gravi limiti da un punto di vista
scientifico e ha prodotto gravi danni.
Il perseguimento infatti del concetto astratto di "razza pura" è causa riconosciuta di impoverimento
del patrimonio genetico dei cani, limitandone artificialmente i parametri di riproduzione. E questo è
causa riconosciuta dell'aumento dell'incidenza di patologie genetiche che hanno poi gravi riflessi di
sofferenza fisica e psicologica per molti cani.
Cosa che, per altro, è ormai facilmente riscontrabile e oggetto anche di inchieste come quella di
report.
Ciò che denunciamo noi è che queste pratiche hanno inoltre riflesso anche sulla pericolosità sociale,
"producendo" cani con importanti fissità cognitive, o alterazioni dello spettro motivazionale.
È il carattere eugenetico delle pratiche e degli scopi di questo ente, dunque, che anzitutto vogliamo
denunciare.
Vogliamo denunciare i rischi ed anche le certezze, dopo questa proposta di legge, che simili
concezioni conducono sempre e inesorabilmente a delle vere e proprie aberrazioni.
E di queste aberrazioni il PLP Lombardia è un fulgido esempio, mostrando chiaramente qual è
l'ideologia che vi sta alla base.
Non solo un dichiarato impegno in un lavoro ormai centenario di miglioramento delle razze, ma la
esplicita dichiarazione di una loro superiorità.
La richiesta che questo, addirittura, venga stabilito per legge.
Un vero e proprio suprematismo delle cosiddette razze pure rispetto agli altri cani, perché ritenute
più affidabili e prive di tare genetiche.
Un razzismo del tutto infondato, per di più, come se quelle che chiamano tare genetiche non
dipendessero in primo luogo proprio dalla selezione delle razze.
Gli squilibri a loro dire riguarderebbero misteriosamente i cani soltanto quando razze diverse sono
incrociate tra loro.
Vogliono forse sostenere che incrociando un dogo argentino con un setter aumenterebbero i rischi
che si corrono invece incrociando due doghi argentini puri?
O che un meticcio su cui nessuno ha mai "lavorato" per esaltarne doti come reattività,
temperamento, tempra, combattività, solo per citarne alcune, sia più pericoloso di un cane di razza
pura, in cui il lavoro su queste cosiddette "doti genetiche" è stato costante e continuo per decenni o
per secoli?
Oppure che il lavoro di ENCI (e di FCI, a cui è affiliata) non è stato anche quello di riconoscere e
certificare sempre nuove razze, centinaia ad oggi create letteralmente dal nulla, che sono il frutto
proprio di questo tipo di selezioni?
Vogliamo forse dimenticarci, o non considerare, che molte razze oggi considerate pure lo sono solo
da pochi decenni?
Ad esempio il dogo argentino, una delle 26 in lista, è stato riconosciuto solo nel 1973, mentre prima
era considerato a tutti gli effetti un meticcio qualunque, frutto dell'incrocio di razze quali il Perro de
Pelea Cordobés, un cane da combattimento, e diverse altre, tra cui Bulldog, Boxer, Bull Terrier,
Mastino Spagnolo, Alano, Pointer, Dogue de Bordeaux, Levriero Irlandese e Mastino dei Pirenei).
E vogliamo raccontarci che il frutto di tali incroci non sia potenzialmente pericoloso?
Ma per favore... Questa è un'ideologia aberrante.
E ciò che deve essere portato alla luce è non solo quali sono le pratiche di questo ente, ma anche
che chiunque a questo ente si affilia come allevatore, richiedendo il cosiddetto "affisso ENCI", sta
sottoscrivendo esplicitamente queste idee eugenetiche, le sta avallando e sostenendo.
Le sta letteralmente firmando, assieme al suo modulo di adesione!
La nostra posizione è che nessun dialogo con questo ente è possibile finché il suo statuto lo qualifica
come un ente eugenetico e, a questo punto possiamo anche dire, in campo animale pure
suprematista e razzista.
Un ente che non si occupa di cani, ma solo ed esclusivamente di razze.
La nostra posizione è che nessun miglioramento c'è stato nell'ultimo secolo nelle razze esistenti, ed
anzi possiamo riscontrare palesi peggioramenti (vedi cani tipo bull dog, carlini, bassotti...,
dobermann, san Bernardo...), mentre vi è stato d'altra parte un continuo riconoscimento di sempre
nuove razze, o meglio sempre nuovi incroci, sempre più performativi, più impegnativi e
potenzialmente più pericolosi.
Ed è proprio dal riconoscimento di queste problematiche che parte la nostra mobilitazione.
Anzitutto dal riconoscimento che questo lavoro di "diffusione" dei cani di razza, svolto in maniera
incontrollata, sistematica e capillare per quasi 150 anni, favorito oltretutto dal riconoscimento da
parte del Ministero dell'Agricoltura, da leggi specifiche e agevolazioni fiscali, dalla concessione in
esclusiva a un ente economico come ENCI della tenuta dei cosiddetti libri genealogici e dei pedigree,
ha già oggi prodotto gravi danni, non solo a livello di pericolosità sociale, ma anche nei confronti
proprio di alcune razze, già oggi stigmatizzate e colpevolizzate, anche in base all'essere o meno
"riconosciute" da ENCI, come nel caso dei pit-bull.
Esiste già oggi un allarme sociale e già molte nazioni hanno intrapreso la via del vietare il possesso e
addirittura la riproduzione di alcune razze particolari.
Non sta a noi indicare quale sarebbe la via migliore, se un patentino conseguito con poche ore di
lezione, se una "black" o una "save" list, se i divieti o qualcos'altro.
Secondo noi nulla di tutto ciò e non certo un approccio punitivo e sanzionatorio, come quello
proposto e tipico, d'altronde, del governo attuale.
Nostro compito oggi è invece quello di portare all'attenzione che un problema esiste. E che questo
problema è legato al mondo delle razze e della loro diffusione.
E se non fosse abbastanza chiaro che il problema dipende proprio dalla selezione razziale, basta
allargare un attimo il discorso, dalle aggressioni verso gli umani a quelle verso altri cani. Già solo
dalle cronache locali ogni giorno vediamo di cani uccisi da altri cani e le razze coinvolte, in questi
casi, o le simil-razze, per noi non fa differenza, sono quasi sempre le stesse.
Le stesse che affollano i canili e che, in maniera assai pericolosa, sono state diffuse in ampie fasce di
popolazione.
È di almeno un cane ucciso al giorno il tragico bilancio di questi episodi, che purtroppo quasi mai
vengono denunciati e che occupano al più qualche trafiletto di cronaca locale.
E questo, invece, è un dato che dovrebbe allarmare, pur se non riportato nel testo di legge.
Il problema delle razze e della loro diffusione incontrollata è dunque per noi centrale e dirimente. È
questo secondo noi il nodo della questione e il centro del problema.
Riteniamo che i cani siano già perfetti così e che non abbiano alcun bisogno del "migliramento",
specie ad opera di questi soggetti.
Riteniamo che nel 2025 sia totalmente anacronistico, per non dire aberrante che ci sia un ente che
fa dell'eugenetica, del miglioramento delle razze, la sua bandiera.
Riteniamo che se l'albo genealogico, di cui ENCI è garante esclusivo (grazie al riconoscimento del
Ministero dell'Agricoltura), debba poi essere usato da questo stesso ente per discriminare, non solo
i cani in base alla purezza della razza, ma anche le persone per le loro scelte, allora questo albo
andrebbe abolito, perché fonte di ingiustizie, emarginazione e oppressione sociale.
Non è infatti tollerabile che chi decide di adottare un cane senza pedigree, oppure non sia interessato
ad avere un cane di razza, debba essere giudicato come un irresponsabile che compie scelte
pericolose. Questa legge infatti, per il solo sospetto di qualche traccia genetica riferibile a delle
particolari razze, scheda anche le persone, stigmatizzandone le scelte e colpevolizzandole,
distinguendo tra cittadini di serie A, ovvero quelli che si rivolgono agli allevatori, e cittadini di serie
B, se preferiscono adottare un cane da un rifugio, o salvarlo da una situazione di difficoltà.
Tutto ciò è inaccettabile!
Se anche tu sei contrario a questa proposta di legge e ai valori razzisti e discriminatori da essa
propagandati aderisci alla nostra campagna.
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