Rifugio Villa Stefani

Rifugio Villa Stefani Villa Stefani nasce come rifugio per animali, e li aiuta nella riabilitazione post maltrattamenti. Dog sitting h24 o mezza giornata. Passeggiate didattiche.

Gestito da Alice, educatrice cinofila qualificata, e tecnico prime orme.

21/08/2025
20/08/2025

LA RABBIA E I TONI FORTI

Di fronte a una proposta ingiusta, iniqua e irrazionale, come quella della PLP4, detta anche "legge ENCI", la rabbia è sicuramente molta.
E non potrebbe essere altrimenti rispetto ad una proposta che, se dovesse passare, metterebbe seriamente in discussione tutti i modelli di convivenza, di solidarietà e di reciproca comprensione col cane in cui abbiamo sempre creduto e per i quali da sempre ci battiamo.
Rabbia e frustrazione che crescono al pensiero che quelle stesse istituzioni, che ci hanno sempre lasciati da soli, a gestire canili più o meno fatiscenti, che gradualmente sono diventati dei pozzi neri, dove buttare problemi, buttare cani e buttare cani con problemi. Tanto lo trovi sempre qualche "cogliontario" che se la piglia in ...cuore...
Delle istituzioni che mai sono state di supporto, mai hanno neanche ascoltato i nostri gridi di allarme, che pretendono ora di escluderci completamente dal dialogo affidandosi e affidandoci tutti a un ente come ENCI.
Un ente che pensiamo sia tra i maggiori responsabili dei disastri che oggi ci troviamo ad affrontare.
Un ente che, sebbene oggi rappresenti (se così si può dire) un decimo forse di tutti i cani italiani, è tuttavia tra i maggiori responsabili della diffusione insensata e incontrollata di milioni di cani di razza, distribuiti e smerciati al miglior offerente, o anche all'offerente e basta.

Tutto questo ha portato al paradosso attuale che una cosiddetta cucciolata casalinga è addirittura diventato qualcosa di "pericoloso".

Perché diciamocelo chiaramente, il fenomeno delle cucciolate casalinghe non è nato ieri, è qualcosa che è sempre esistito.
Al limite è il commercio fatturato che è nato praticamente ieri. Qualcosa che fino a sessant'anni fa praticamente manco esisteva, visto che i cani di razza non arrivavano a16 mila in tutto il paese.
Il problema, se mai, è il costante aumento del numero dei cani in generale, indipendentemente se nati in casa, per strada o in qualche allevamento mono o multi marca.
Il problema, se mai, è che i cani nelle nostre famiglie sono passati, in soli 70 anni, da 1 a 15 milioni, da un cane ogni 50 persone a uno ogni 4. Ci sono in Italia 5 milioni di cani in più che ragazzi da 0 a18 anni.

Ma cosa intendiamo allora per pericoloso? Certo non quello che intende questa infame PLP, ovvero che i pericolosi sarebbero i meticci in quanto tali, a fronte invece dei cani di razza "sicuri" perché ben selezionati. Pensiamo che nulla cambierebbe se al posto di quei meticci di simil-razza, ora cosi mostrificati e criminalizzati, ci fossero stati invece gli "originali" con pedigree. Ma nulla proprio.
Non pensiamo ci sia nessuna differenza tra un cane di razza, frutto a sua volta di infiniti processi di incrocio e selezione, e un un cane meticcio che, alla fine, ha solo subito un "passaggio" in più.
Il rischio è esattamente lo stesso, o forse anche minore, se per esempio si tratta di incroci con cani equilibrati e mansueti, così come ce ne sono tanti.
E siamo anzi convinti, all'opposto dei cinofili delle razze, che solo il meticciamento potrà salvare i cani, smussando quei lati più duri che proprio la selezione artificiale ha creato, e riportandoli alla loro vera natura di animali socievoli, ma al tempo stesso elusivi, capaci di vivere in gruppo ed evitare il conflitto. A volte furbi e opportunisti, scaltri anche, ma capaci pure di dare fiducia e altrettanto di riceverne da noi. Perché questo sono i cani, o almeno lo erano prima che cominciassimo noi a metterci le mani.
Anche questo, diciamocelo chiaramente. Non abbiamo "migliorato" proprio niente, almeno per i cani.
Il pericolo, invece, deriva secondo noi dal fatto che se un tempo, a dire il vero neanche troppo, i cani di razza, di certe razze soprattutto, erano molto pochi e addirittura quasi inesistenti, sono oggi invece talmente diffusi che questo ha portato a gravi ripercussioni anche rispetto al fenomeno delle cucciolate casalinghe. Un fenomeno che è sempre esisto e che non ci risulta aver subito particolari impennate negli ultimi anni.
Le impennate, semmai, sono state nelle vendite di cani di razza, passati in 70 anni da meno dell'1% degli anni cinquanta al 15% di oggi in tutta Europa.Da poco meno di 9000 in tutta Italia a circa 1,6 milioni!
Infatti, fino a qualche decina di anni fa, certi cani si contavano letteralmente sulle dita di una mano. I terrier tipo bull, ad esempio, quelli maggiormente criminalizzati, sono stati introdotti massicciamente soltanto dalla fine degli anni 90 mentre prima erano per lo più sconosciuti, cominciando a riempire i canili, a partire dalle grandi città, più o meno verso il 2005/2010. E così per molti altri, poco prima, poco dopo.
E se quindi un tempo i cani che vivevamo nelle nostre famiglie erano principalmente meticci, provenienti nella maggioranza dal nostro territorio, oggi invece la presenza di questi cani si è molto ridotta, lasciando spazio prima a cani di razza acquistati e importati dall'estero, poi ai loro figli e discendenti.
Cani comprati e riprodotti, esattamente come si faceva un tempo, anche da cittadini privati, semplicemente, "cani diversi" da un tempo.
Cani di razze e tipologie che in tanti casi non esistevano da noi anche solo 30 anni fa...
E se così un tempo, se uno voleva un cane di un certo tipo, se lo doveva andare con fatica a cercare e comprare da qualche allevatore, oggi invece è sempre più facile che se lo trovi direttamente a disposizione, pure quando non se lo è andato a scegliere. Ed anzi, molto spesso, pur non volendo indirizzarsi verso questi cani, ci si trova ad incontrare soggetti che, per un motivo o per l'altro, portano nel loro sangue quelle genetiche che un tempo erano rare, ma che ormai sono diventate estremamente comuni.

E come si vorrebbe risolvere questo problema?
Semplicemente ELIMINANDO I METICCI!

Che bello! Una bella pulizia etnica. O forse è meglio dire una pulizia eugenetica, visto che si vorrebbero conservare, "salvare", per usare le parole della PLP4, solo le razze pure, addirittura agevolandole con l'esenzione dal patentino.
Una pulizia fatta con le armi della sterilizzazione prima, e ora con il "divieto di riproduzione" che si vorrebbe introdurre e imporre.

L'esito di queste politiche non sarà certo svuotare i canili, ma solo riempirli domani di cani di razza.
L'esito di queste politiche sarà soltanto l'estinzione dei meticci, sostituiti dai cani di razza, che saranno gli unici "disponibili" sul mercato.
Perché di questo si tratta, pur se si è scelto la formula più edulcorata della lotta alle cosiddette cucciolate casalinghe.
Perché è molto chiaro oggi che le cucciolate casalinghe non portano via adozioni ai canili, ma portano via clienti agli allevamenti.
Le cucciolate casalinghe sono il peggiore nemico di ENCI.
Perché se venisse fuori che un cucciolo meticcio non ha assolutamente nulla in meno di un cane di razza,
se venisse fuori che potenzialmente potrebbe essere più sano e meno soggetto a malattie ereditarie,
se venisse fuori che anche caratterialmente non avrebbe nulla in meno e nulla di diverso,
che anzi sarebbe probabilmente anche libero da tutti quegli "schemi mentali" imposti dalla selezione, che spesso lo inchiodano in una gabbia di "comportamenti tipici", o anche standardizzati, automatici, a volte problematici, a volte dall'odore vagamente compulsivo,

se venisse fuori tutto questo probabilmente ENCI chiuderebbe i battenti in pochi anni.

Perché ENCI vive di questo: dell'idea della superiorità delle razze.
È questo che fa il prezzo. È questo che fa il guadagno.
Per questo oggi dichiara guerra alle cucciolate casalinghe.
Non per il bene dei cani. Non per il bene delle famiglie. Non per svuotare i canili. Non per risolvere un'emergenza.
Ma per per far sì che non si possano più trovare cuccioli di cane se non andando a comprarli in un allevamento.
Perché la guerra vera non è alle cucciolate casalinghe, ma ai cani meticci.
Perché il vero obbiettivo è sempre e comunque "la diffusione e il miglioramento delle razze", cosi come da statuto.

Solo cani di razza con pedigree?
È questo, chiaramente , quello che vuole ENCI.

Per questo è grande la rabbia.
Per questo sono necessari toni forti.

11/08/2025
“ Teresa, vorrei tanto assaggiare la tua cena”“ NO”.🤣🤣🤣
30/07/2025

“ Teresa, vorrei tanto assaggiare la tua cena”

“ NO”.

🤣🤣🤣

28/07/2025
19/07/2025

🐾 Un cane lasciato in giardino non vive. Sopravvive. E male.

Non è un’opinione. È un dato.
Supportato da studi etologici, comportamentali e clinici: relegare un cane fuori casa, anche in spazi ampi e ben curati, genera disagio psicologico ed emotivo. Sempre.

Il cane non è un animale solitario.
È stato selezionato per vivere al nostro fianco, non ai margini della nostra vita.
È sociale, empatico, cooperativo. Vive per la relazione, per la connessione, per la presenza.

📌 Tenerlo fuori, lontano dalla casa e dalla famiglia, significa privarlo della sua natura.
Significa ridurlo a una figura marginale, senza riferimenti, immerso in stimoli esterni che non può interpretare, senza nessuno che gli insegni cosa è importante e cosa no.

E no, non basta dire “sta fuori per fare la guardia”.
Un cane escluso non protegge. Reagisce.
Abbaia senza distinguere, è iperattivo, sempre in allerta. Non è un cane funzionale:
è un cane in ansia cronica.

📚 Lo dimostrano anni di ricerche:
I cani relegati all’esterno sviluppano spesso comportamenti compulsivi, come scavare, girare in tondo, abbaiare senza tregua.
Dormono poco, imparano male, non si fidano.
Non si rilassano mai.
Alcuni si spengono. Altri si induriscono.
Tutti si disconnettono.

E poi c’è il solito luogo comune:
🗣️ “Almeno ha spazio, può correre nel giardino.”
Ma lo spazio non è relazione.
Non è compagnia. Non è amore.
Un cane può avere cento metri quadri… e sentirsi completamente solo.
Perché non serve il giardino. Serve una famiglia.

🏡 Un cane ha bisogno di condividere la vita, di stare dentro casa, nella routine, nei silenzi e nei momenti di gioco.
Ha bisogno di essere incluso, guardato, considerato.
Non basta nutrirlo. Non basta dire “gli voglio bene”.

🐶 Se lo tieni fuori, lo stai privando di ciò che è: un compagno, un membro del gruppo.
Non è un errore di gestione.
È un errore di cultura.

E finché continueremo a pensare che "fuori va bene lo stesso", continueremo a crescere cani soli, ansiosi… e famiglie inconsapevolmente frustrate.

💬 Un cane non vuole solo un giardino. Vuole appartenere. Vuole esserci. Vuole vivere con te, non attorno a te.

17/07/2025

2° comunicato NO PLP

ENCI HA GETTATO LA MASCHERA

Con la pubblicazione del PLP Lombardia ENCI ha finalmente gettato la maschera.
Assistiamo infatti con questa proposta di legge alle contorsioni propagandistiche pro-eugenetica
degli allevatori cosiddetti ufficiali che, pur di non ammettere di aver prodotto e creato, attraverso le
loro pratiche di selezione, delle razze potenzialmente pericolose, cercano di scaricare tutte le colpe
sui meticci simil razze pericolose, rivendicando la presunta superiorità dei cani con pedigree, a loro
dire sempre equilibrati e affidabili, perché grazie al loro lavoro di selezione artificiale sarebbero privi
di tare genetiche e perché - aprite bene le orecchie - vi sarebbe attenzione anche alle caratteristiche
delle famiglie cui i cani vengono affidati.
Sciocchezze! E il problema dei cani di simil-razza definiti pericolosi dimostra esattamente il contrario!
Ossia dimostra che cani di razza sono stati abbondantemente ceduti anche a persone senza scrupoli
che, non solo hanno riprodotto questi cani in modo incontrollato e fuori da ogni regola, ma che in
modo incontrollato e fuori da ogni regola li hanno anche diffusi e li diffondono senza scrupolo alcuno.
Rispediamo al mittente, dunque, questa ridicola accusa ai cani e ribadiamo con forza che tutti i
problemi di sicurezza pubblica, compresi quelli dei cosiddetti cani di simil-razza, sono invece da
attribuire in gran parte a ENCI stessa, ai suoi allevatori e alle loro pratiche commerciali, visto che i
cani di simil razza discendono sicuramente da qualche cane di allevamento, non certo da qualche
meticcio trovato per strada.

Ricordiamo che ENCI, che è un ente zootecnico e non certo zoofilo, la differenza è sostanziale, si
definisce nel proprio stesso statuto come:

"UN'ASSOCIAZIONE DI ALLEVATORI DI CARATTERE TECNICO-ECONOMICO",

il cui scopo è:

"TUTELARE LE RAZZE CANINE RICONOSCIUTE PURE, MIGLIORANDONE E INCREMENTANDONE
L'ALLEVAMENTO, NONCHÉ DISCIPLINANDONE E FAVORENDONE L'IMPIEGO E LA VALORIZZAZIONE AI
FINI ZOOTECNICI".

Se ciò non fosse già abbastanza chiaro, sempre nel suo statuto, ENCI spiega ancora che, in quanto
ente:

"AIUTA LE INIZIATIVE QUALIFICATE RIVOLTE ALLO STUDIO, AL CONTROLLO, AL MIGLIORAMENTO ED
ALLA DIFFUSIONE DELLE RAZZE CANINE".

Riteniamo che non vi siano altri termini per definire questo approccio, il cui scopo dichiarato è "la
diffusione e il miglioramento delle razze", che non EUGENETICO.
L'eugenetica, disciplina nefasta nata a cavallo tra otto e novecento e che immani tragedie ha già
prodotto, non è altro infatti che la ricerca di un presunto miglioramento delle razze attraverso la
selezione dei riproduttori, ossia l'attività istituzionale degli allevatori ENCI.
Questa pratica, inoltre, ha evidenziato nel tempo anche i suoi gravi limiti da un punto di vista
scientifico e ha prodotto gravi danni.
Il perseguimento infatti del concetto astratto di "razza pura" è causa riconosciuta di impoverimento
del patrimonio genetico dei cani, limitandone artificialmente i parametri di riproduzione. E questo è
causa riconosciuta dell'aumento dell'incidenza di patologie genetiche che hanno poi gravi riflessi di
sofferenza fisica e psicologica per molti cani.
Cosa che, per altro, è ormai facilmente riscontrabile e oggetto anche di inchieste come quella di
report.
Ciò che denunciamo noi è che queste pratiche hanno inoltre riflesso anche sulla pericolosità sociale,
"producendo" cani con importanti fissità cognitive, o alterazioni dello spettro motivazionale.
È il carattere eugenetico delle pratiche e degli scopi di questo ente, dunque, che anzitutto vogliamo
denunciare.
Vogliamo denunciare i rischi ed anche le certezze, dopo questa proposta di legge, che simili
concezioni conducono sempre e inesorabilmente a delle vere e proprie aberrazioni.
E di queste aberrazioni il PLP Lombardia è un fulgido esempio, mostrando chiaramente qual è
l'ideologia che vi sta alla base.
Non solo un dichiarato impegno in un lavoro ormai centenario di miglioramento delle razze, ma la
esplicita dichiarazione di una loro superiorità.
La richiesta che questo, addirittura, venga stabilito per legge.
Un vero e proprio suprematismo delle cosiddette razze pure rispetto agli altri cani, perché ritenute
più affidabili e prive di tare genetiche.
Un razzismo del tutto infondato, per di più, come se quelle che chiamano tare genetiche non
dipendessero in primo luogo proprio dalla selezione delle razze.

Gli squilibri a loro dire riguarderebbero misteriosamente i cani soltanto quando razze diverse sono
incrociate tra loro.
Vogliono forse sostenere che incrociando un dogo argentino con un setter aumenterebbero i rischi
che si corrono invece incrociando due doghi argentini puri?
O che un meticcio su cui nessuno ha mai "lavorato" per esaltarne doti come reattività,
temperamento, tempra, combattività, solo per citarne alcune, sia più pericoloso di un cane di razza
pura, in cui il lavoro su queste cosiddette "doti genetiche" è stato costante e continuo per decenni o
per secoli?
Oppure che il lavoro di ENCI (e di FCI, a cui è affiliata) non è stato anche quello di riconoscere e
certificare sempre nuove razze, centinaia ad oggi create letteralmente dal nulla, che sono il frutto
proprio di questo tipo di selezioni?
Vogliamo forse dimenticarci, o non considerare, che molte razze oggi considerate pure lo sono solo
da pochi decenni?
Ad esempio il dogo argentino, una delle 26 in lista, è stato riconosciuto solo nel 1973, mentre prima
era considerato a tutti gli effetti un meticcio qualunque, frutto dell'incrocio di razze quali il Perro de
Pelea Cordobés, un cane da combattimento, e diverse altre, tra cui Bulldog, Boxer, Bull Terrier,
Mastino Spagnolo, Alano, Pointer, Dogue de Bordeaux, Levriero Irlandese e Mastino dei Pirenei).
E vogliamo raccontarci che il frutto di tali incroci non sia potenzialmente pericoloso?

Ma per favore... Questa è un'ideologia aberrante.
E ciò che deve essere portato alla luce è non solo quali sono le pratiche di questo ente, ma anche
che chiunque a questo ente si affilia come allevatore, richiedendo il cosiddetto "affisso ENCI", sta
sottoscrivendo esplicitamente queste idee eugenetiche, le sta avallando e sostenendo.
Le sta letteralmente firmando, assieme al suo modulo di adesione!
La nostra posizione è che nessun dialogo con questo ente è possibile finché il suo statuto lo qualifica
come un ente eugenetico e, a questo punto possiamo anche dire, in campo animale pure
suprematista e razzista.
Un ente che non si occupa di cani, ma solo ed esclusivamente di razze.
La nostra posizione è che nessun miglioramento c'è stato nell'ultimo secolo nelle razze esistenti, ed
anzi possiamo riscontrare palesi peggioramenti (vedi cani tipo bull dog, carlini, bassotti...,
dobermann, san Bernardo...), mentre vi è stato d'altra parte un continuo riconoscimento di sempre
nuove razze, o meglio sempre nuovi incroci, sempre più performativi, più impegnativi e
potenzialmente più pericolosi.

Ed è proprio dal riconoscimento di queste problematiche che parte la nostra mobilitazione.
Anzitutto dal riconoscimento che questo lavoro di "diffusione" dei cani di razza, svolto in maniera
incontrollata, sistematica e capillare per quasi 150 anni, favorito oltretutto dal riconoscimento da
parte del Ministero dell'Agricoltura, da leggi specifiche e agevolazioni fiscali, dalla concessione in
esclusiva a un ente economico come ENCI della tenuta dei cosiddetti libri genealogici e dei pedigree,
ha già oggi prodotto gravi danni, non solo a livello di pericolosità sociale, ma anche nei confronti
proprio di alcune razze, già oggi stigmatizzate e colpevolizzate, anche in base all'essere o meno
"riconosciute" da ENCI, come nel caso dei pit-bull.
Esiste già oggi un allarme sociale e già molte nazioni hanno intrapreso la via del vietare il possesso e
addirittura la riproduzione di alcune razze particolari.
Non sta a noi indicare quale sarebbe la via migliore, se un patentino conseguito con poche ore di
lezione, se una "black" o una "save" list, se i divieti o qualcos'altro.
Secondo noi nulla di tutto ciò e non certo un approccio punitivo e sanzionatorio, come quello
proposto e tipico, d'altronde, del governo attuale.
Nostro compito oggi è invece quello di portare all'attenzione che un problema esiste. E che questo
problema è legato al mondo delle razze e della loro diffusione.
E se non fosse abbastanza chiaro che il problema dipende proprio dalla selezione razziale, basta
allargare un attimo il discorso, dalle aggressioni verso gli umani a quelle verso altri cani. Già solo
dalle cronache locali ogni giorno vediamo di cani uccisi da altri cani e le razze coinvolte, in questi
casi, o le simil-razze, per noi non fa differenza, sono quasi sempre le stesse.
Le stesse che affollano i canili e che, in maniera assai pericolosa, sono state diffuse in ampie fasce di
popolazione.
È di almeno un cane ucciso al giorno il tragico bilancio di questi episodi, che purtroppo quasi mai
vengono denunciati e che occupano al più qualche trafiletto di cronaca locale.
E questo, invece, è un dato che dovrebbe allarmare, pur se non riportato nel testo di legge.

Il problema delle razze e della loro diffusione incontrollata è dunque per noi centrale e dirimente. È
questo secondo noi il nodo della questione e il centro del problema.

Riteniamo che i cani siano già perfetti così e che non abbiano alcun bisogno del "migliramento",
specie ad opera di questi soggetti.
Riteniamo che nel 2025 sia totalmente anacronistico, per non dire aberrante che ci sia un ente che
fa dell'eugenetica, del miglioramento delle razze, la sua bandiera.
Riteniamo che se l'albo genealogico, di cui ENCI è garante esclusivo (grazie al riconoscimento del
Ministero dell'Agricoltura), debba poi essere usato da questo stesso ente per discriminare, non solo

i cani in base alla purezza della razza, ma anche le persone per le loro scelte, allora questo albo
andrebbe abolito, perché fonte di ingiustizie, emarginazione e oppressione sociale.
Non è infatti tollerabile che chi decide di adottare un cane senza pedigree, oppure non sia interessato
ad avere un cane di razza, debba essere giudicato come un irresponsabile che compie scelte
pericolose. Questa legge infatti, per il solo sospetto di qualche traccia genetica riferibile a delle
particolari razze, scheda anche le persone, stigmatizzandone le scelte e colpevolizzandole,
distinguendo tra cittadini di serie A, ovvero quelli che si rivolgono agli allevatori, e cittadini di serie
B, se preferiscono adottare un cane da un rifugio, o salvarlo da una situazione di difficoltà.
Tutto ciò è inaccettabile!
Se anche tu sei contrario a questa proposta di legge e ai valori razzisti e discriminatori da essa
propagandati aderisci alla nostra campagna.
Condividi questo documento e contattaci alla mail: [email protected]

28/03/2025

Tra un giorno di pioggia, e uno di sole, mille cose da fare ed organizzare, noi troviamo comunque il tempo per uscire a divertirci!

Indirizzo

Via Malgher 1
Meduna Di Livenza
31040

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:00
15:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 12:00
15:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 12:00
15:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 12:00
15:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 12:00
15:00 - 18:00
Sabato 09:00 - 18:00

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