
11/07/2025
Accadeva 40 anni fa.
L'11.07.1979 veniva assassinato l'avv. ,
incaricato Curatore Giudiziario del , .
Ambrosoli era consapevole che tale incarico lo avrebbe pagato "a molto caro prezzo: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese".
Questo compito gli aveva creato solo dei nemici, che "cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria".
Durante le sue indagini, l'avvocato scopre anche le responsabilità di Michele Sindona verso la , un istituto statunitense che versa in pessime condizioni economiche: per questo motivo le indagini non coinvolgono unicamente la magistratura italiana, ma addirittura l'Fbi.
Ambrosoli, oltre ai consueti tentativi di corruzione, deve fare i conti con vere e proprie minacce esplicite: ciò non lo distoglie, in ogni caso, dall'intenzione di riconoscere la responsabilità penale di Sindona e di liquidare la banca. Avvalendosi del supporto politico di Ugo La Malfa e di Silvio Novembre (un maresciallo della Guardia di Finanza) come guardia del corpo, però non ottiene alcuna protezione dallo Stato, a dispetto delle minacce di morte ricevute.
Riceve numerose telefonate anonime di carattere intimidatorio da parte di un interlocutore dal forte accento siciliano, che gli ordina, in maniera sempre più esplicita, di ritrattare la testimonianza che aveva fornito ai giudici statunitensi che stavano indagando sul fallimento del Banco Ambrosiano (nel 1997, in occasione del processo a Giulio Andreotti, sarà rivelato che l'autore di quelle telefonate, che includevano anche minacce di morte, era il , cognato del ).
Nonostante il clima di tensione sempre più rischioso, Giorgio Ambrosoli continua a condurre la propria inchiesta, pur osteggiato da pressioni politiche evidenti. Tale ostinazione, però, gli costa cara.
La sera dell' , mentre sta tornando a casa dopo avere passato qualche ora in compagnia degli amici, l'avvocato milanese viene avvicinato da uno sconosciuto davanti al portone di casa: l'uomo ( , un pagato 115mila dollari da Sindona), dopo essersi scusato, gli spara quattro colpi 357 Magnum, che lo uccidono.
Ai .