10/08/2025
I CAVALIERI DI OGGI, SENZA PAZIENZA
Non so come abbiate iniziato a montare voi, ma io me lo ricordo bene: cavallino da scuola panzone semi-addormentato ma che per me era il più bello del mondo, tondino in sabbia e via di esercizi con le mani e le gambe (tocca la coda, toccati il piede, tocca le orecchie, giro del mondo, ecc) rigorosamente al passo. Piano piano, il trotto e le figure di maneggio (circoli, volte, cambiamenti), poi le barriere. Infine, dopo PARECCHIO tempo, il galoppo e i primi saltini.
Ad oggi, a quanto pare, non funziona più così: l'aspirante cavaliere dopo due lezioni pretende già di galoppare anche se non sa tenere i piedi nelle staffe, e vuole farlo sul purosangue di 7 anni perché con il bardigiano di 16 anni fa troppa fatica.
Dopodichè, tempo un paio di mesi, accade che: A) cade e decide di non mettere mai più il sedere su un cavallo (per la felicità dell'equino) /B) si stufa e non viene più/ C) decide che è giunto il momento di comprare un cavallo.
Ancora peggio i ragazzini accompagnati da genitori tuttologi in equitazione (esperienza acquisita in 1 settimana osservando due lezioni in croce e gossip con altri genitori ugualmente ignoranti) ma con qualche soldo: un paio di salti ed è ora che il pargolo acquisti il mezzo per diventare un campione (se, vabbè).
A questo punto si delega all'istruttore la ricerca del cavallo, che in genere dev'essere un fenomeno e va trovato in due settimane e che spesso e volentieri viene acquistato a scatola chiusa, senza nemmeno essere stato provato!.
Qui si apre una parentesi:
- istruttore spenna polli = lui ha capito tutto. Individuata la gallina dalle uova d'oro, gli propone un discreto/buon cavallo (se venisse montato come Dio comanda) giocando enormemente sul prezzo.
- istruttore corretto = propone un cavallo adatto al ragazzino al giusto prezzo.
Purtroppo per entrambi, di lì a qualche mese se la prenderanno in quel posto...perché il cavallo non vincerà abbastanza, perché il cavallo non ascolta, perché tizio ce l'ha più bello, perché il cavallo si fa male,ecc (quante volte abbiamo sentito la frase "Mi hai venduto un cavallo bidone?").
Poi c'è il fai da te, quello che compra un cavallo a caso trovato su internet per il ragazzino e che poi si lamenta con quel povero cristo dell'istruttore se l'animale sta su tre gambe o non sa fare un tubo nonostante il cospicuo prezzo.
Comprato il primo cavallo, inizia il carosello delle compravendite. Cambi di cavalli periodici, qualche vittoria (un santo cavallo che nonostante ciò prima o poi verrà venduto lo stesso) che rende il ragazzino insopportabilmente tronfio e spocchioso al punto tale da non ascoltare più l'istruttore (cosa che già faceva poco prima) e farsi lezione "da solo" oppure abbandono definitivo dell'equitazione o perlomeno dell'agonismo in caso di scarsi risultati.
Il tutto porta comunque al cambio di scuderia.
Esiste però anche un'altra strada: è stretta e tortuosa, ma è l'unica che porta ad essere cavalieri con la C maiuscola.
Consiste nel tenersi sempre lo stesso cavallo (nel limite delle sue capacità), ridere quando va bene e stringere i denti quando va male, imparare a conoscerlo, capire cosa gli piace, informarsi su tutto quello che riguarda questo meraviglioso mondo -dalle imboccature alle regioni anatomiche-, cadere e rialzarsi, ascoltare il proprio istruttore invece che il sostituto-istruttore (ovvero il genitore tuttologo o gente “contorno”)...sta a voi decidere se avere tante storielle di poco conto o una grande storia d'amore con questi magnifici animali.
Horses & pony