Clinac- CLInica veterinaria per Nuovi Animali da Compagnia

Clinac- CLInica veterinaria per Nuovi Animali da Compagnia Clinica veterinaria progettata e realizzata per la cura degli animali da compagnia non convenzionali

"Dammi la roba buona e fai quello che devi, presto!" Pazienti bonbon-addicted.
06/06/2025

"Dammi la roba buona e fai quello che devi, presto!" Pazienti bonbon-addicted.

04/06/2025

Diamo il benvenuto a Clinac- CLInica veterinaria per Nuovi Animali da Compagnia in Gruppo Animalia! 🐾

Con sede in Liguria, CliNAC è una realtà d’eccellenza dedicata ai Nuovi Animali da Compagnia (NAC) – conigli, roditori, piccoli mammiferi, rettili e uccelli – sotto la guida del Direttore Sanitario Dr. Paolo Contoga e della Dr.ssa Loredana Sorrenti.

Punto di referenza per la medicina degli animali esotici in tutta la regione, è stata concepita su misura per le esigenze specifiche dei NAC, con ambienti, attrezzature e protocolli dedicati.

L’offerta clinica comprende chirurgia specialistica – con particolare attenzione all’odontoiatria di conigli e roditori – diagnostica per immagini, terapie intensive, degenze prolungate e consulenze comportamentali. La struttura offre inoltre servizi di medicina e chirurgia di base anche per cani e gatti. Un approccio integrato e continuativo, reso possibile anche grazie a un servizio di reperibilità, per garantire cure personalizzate e di altissimo livello.

Benvenuti!

28/05/2025

Questa volta a mettere in guardia sulla pericolosità di un comportamento umano diffuso quanto dannoso è l’ente Aree Protette Alpi Marittime: "Ogni specie ha evoluto comportamenti alimentari adatti alla propria fisiologia e all'ambiente in cui vive: gli animali sanno perfettamente cosa, quanto e come mangiare per stare bene"

👉Ne parliamo qui: https://tinyurl.com/md25ynnm

Facce da pogona, perché collaborando si fa il bene dei pazienti!
21/05/2025

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Un amico piuttosto inusuale, ma comunque presente nelle nostre case è la moffetta. Può essere un buon animale da compagn...
12/05/2025

Un amico piuttosto inusuale, ma comunque presente nelle nostre case è la moffetta. Può essere un buon animale da compagnia e vivere con noi per un tempo lungo (fino a 20 anni), ma ha esigenze che devono essere ben conosciute e assecondate. Sapevate per esempio che, pur essendo simile a un carnivoro come il furetto, deve seguire una dieta completamente diversa? Come sempre consigliamo, prima di adottare un animale non convenzionale, informatevi bene presso un veterinario specializzato.

"Ora che sto un po' meglio, chiacchere con tutti e mi prendo le coccole"
09/05/2025

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La salute dei pappagalli passa sicuramente attraverso la dieta! Fondamentale è conoscere le abitudini alimentari della s...
05/05/2025

La salute dei pappagalli passa sicuramente attraverso la dieta! Fondamentale è conoscere le abitudini alimentari della specie in questione sia per il tipo di cibo, ma anche per la modalità di ricerca e assunzione. La qualità del cibo infatti è importante per mantenere l'organismo in salute. Il modo di assunzione è importantissimo per la salute psichica: ci sono pappagalli che preferiscono "pascolare" a terra, altri che preferiscono cercare il cibo in alto. Sempre e comunque sarebbe meglio non limitare l'offerta di cibo a un solo tipo e solo in ciotolina. Presso CliNac sono disponibili biologo e veterinari per consulenze in questo senso, chiedeteci un appuntamento!

05/05/2025
Uno dei problemi più comuni durante la muta (ecdisi) dei rettili è la ritenzione dell' occhiale, cioè della "pelle" che ...
28/04/2025

Uno dei problemi più comuni durante la muta (ecdisi) dei rettili è la ritenzione dell' occhiale, cioè della "pelle" che ricopre l' occhio. Controllate sempre attentamente, magari con un ingrandimento, gli occhi dei vostri amici e se notate qualcosa di strano non cercate di risolvere da soli. Asportare forzatamente l' occhiale, infatti, può causare danni irreparabili all' occhio.

26/04/2025

PRONAZIONE

Si tratta senza dubbio di un concetto che in genere non viene assimilato facilmente per ragioni riconducili all’emotività. In primavera, approssimativamente dalla seconda metà di aprile alla fine di giugno, capita sovente di rinvenire nel bosco giovanissimi cervidi: caprioli, daini, cervi. Il loro comportamento può suscitare dubbi e perplessità: acquattati nella vegetazione, rimangono immobili nonostante la vicinanza dell’osservatore. Questi piccoli vengono spesso raccolti perché creduti “abbandonati” dalla madre o perché, a causa della loro immobilità, vengono ritenuti in difficoltà. Magari deboli e/o debilitati perché non in grado di correre e fuggire all’avvicinarsi di un essere umano.
In realtà, si tratta di un comportamento assolutamente normale detto “pronazione”. I giovani cervidi (dalla nascita a due/tre settimane di vita) presentano una struttura fisica ancora troppo esile per poter correre e fuggire efficacemente dai predatori: istintivamente, rimangono immobili nell’erba alta perché la loro migliore arma di difesa è il mimetismo criptico. Sono perfettamente attrezzati per nascondersi, poiché la pomellatura (macchiette bianche su fondo scuro, che sbiadiscono fino a sparire con la crescita) della loro pelliccia li rende praticamente invisibili nel chiaroscuro del sottobosco e hanno ancora un odore tenue, quasi impercettibile. Cercano dunque di passare inosservati: se dovessero lanciarsi nella fuga all’avvicinarsi di una minaccia verrebbero facilmente individuati e predati, considerata la loro corsa ancora incerta e barcollante. La tattica vincente è quella di non farsi scorgere. Non si tratta dunque di animali in difficoltà, ma della norma etologica quando si parla di cervidi. Questi giovani non vanno raccolti e non andrebbero nemmeno toccati: non sono stati abbandonati come comunemente si crede. Comprensibilmente, a causa dell’empatia suscitata dalla loro bellezza, si può essere portati a pensare che la madre sia morta o che sia stata uccisa e si è portati a prelevare questi piccoli per prendersene cura. Tuttavia sarebbe un grave errore: la madre gravita sempre nei dintorni, ma si tiene a distanza dal giovane per non attirare troppo l’attenzione dei potenziali predatori che potrebbero trovarlo. Dopo aver “parcheggiato” il piccolo, torna regolarmente a prendersene cura e ad allattarlo. Questa situazione va avanti alcune settimane fin quando il giovane, ormai in grado di reggersi sulle zampe, non inizia a seguire attivamente la madre.
Raccogliere il piccolo, seppur in buona fede, è a tutti gli effetti un atto di bracconaggio. Significa inoltre sottrarlo alle cure della madre, dunque assottigliare esponenzialmente le sue possibilità di sopravvivenza già esigue in natura. Come spiegato in altre occasioni, la detenzione di fauna selvatica è reato: questi piccoli hanno inoltre una mortalità già molto alta in natura, crescerli in casa significherebbe anche condannarli a morte quasi certa. Ma anche facendoli pervenire a un CRAS, le loro possibilità di farcela sarebbero poche a causa delle criticità che comporta la loro cura e la loro gestione. E anche nel migliore dei casi, una volta cresciuti avrebbero alte probabilità di diventare animali confidenti e non rilasciabili in natura per ragioni più che comprensibili. Un gesto apparentemente nobile, dunque, rischia di compromettere/rovinare per sempre la vita dell’animale che si crede erroneamente di dover “salvare”. E potrebbero esserci gravi conseguenze anche per la madre, che spesso cerca per ore -o anche per diversi giorni- il piccolo senza trovarlo e, per questa ragione, può andare incontro a un forte periodo di stress. Il mancato allattamento, inoltre, può provocare problemi alle mammelle (mastite).
Talvolta anche solo toccare/accarezzare il giovane può comportare gravi conseguenze: la madre, percependo un odore insolito sulla prole, potrebbe insospettirsi. A causa della sua diffidenza e dello stress causato da un odore diverso, potrebbe addirittura smettere di occuparsi del piccolo.
La regola, dunque, deve tassativamente essere una: non toccare mai (mai!) questi giovani animali. L’etica può eventualmente suggerire un intervento solo quando questi piccoli sono in evidente difficoltà: la presenza di ferite, larve e/o uno stato di palese debilitazione fanno parte del ciclo naturale delle cose, ma perlomeno giustificano un'intromissione.
In generale, in caso di incontro con questi animali non bisogna rimanere ad osservarli, non bisogna pensare di doverli tenere d’occhio e/o di doversi anche solo mantenere nei dintorni. La madre non si farà vedere né si avvicinerà fintanto che percepirà la presenza umana nei paraggi. Allontanarsi, in silenzio e come se niente fosse, per interferire il meno possibile: Madre Natura non ha bisogno del nostro intervento.

Spesso veniamo interpellati per problemi legati all'urinazione in luoghi non desiderati sia per i conigli, sia anche per...
21/04/2025

Spesso veniamo interpellati per problemi legati all'urinazione in luoghi non desiderati sia per i conigli, sia anche per gatti, furetti, cavie e altre specie. La soluzione del problema può non essere semplicissima, ma deve sempre partire da una diagnosi precisa. L'eliminazione inappropriata, come è corretto chiamarla, può essere dovuta, infatti, a cause comportamentali, ma anche, e molto spesso, a problemi fisici, a volte non evidenti. Prima di ridurre tutto a "stress" o ad atteggiamenti "sessuali", quindi, bisogna escludere dolore articolare, problemi alle vie urinarie, problemi neurologici e tutte le patologie che causino aumento della produzione di urina, soprattutto nei pazienti non giovani. Prima del fai da te è, come sempre, meglio interpellare un medico specializzato nella cura della specie in questione.

Indirizzo

Via BOBBIO 150L Rosso
Genova
16137

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 19:00
Martedì 09:30 - 19:00
Mercoledì 09:30 - 19:00
Giovedì 09:30 - 19:00
Venerdì 09:30 - 19:00
Sabato 09:30 - 16:00

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