30/06/2025
I motivi possono essere diversi, ma il principale è che per il prodotto che si vuole fornire esiste una versione per persone ma non esiste un corrispettivo ad uso veterinario, solitamente perché nessuna azienda trova economicamente vantaggioso produrlo. In questo caso, la scelta è obbligata.
Anche quando esiste una variante veterinaria, spesso la qualità dei prodotti ad uso umano è maggiore, ad esempio perché i principi attivi dell’integrazione sono più concentrati, o (nel caso dei prodotti fitoterapici) hanno indicato una titolazione quando questa non è presente nei corrispettivi prodotti destinati a cani e gatti.
Ci sono poi altri casi in cui è la normativa a limitare la possibilità di inserire alcuni ingredienti nell’integrazione: il caso più celebre sono i probiotici, dove i limiti della normativa mangimistica rendono disponibili pochissime specie batteriche nei prodotti per animali, “obbligando” il veterinario che voglia fornire probiotici diversi a rivolgersi al mercato dei prodotti per esseri umani.
Perché i veterinari consigliano spesso integratori per persone anziché per animali al cane e al gatto?
Una cosa che spesso stupisce i proprietari di cani e di gatti è che spesso i veterinari consigliano per l’utilizzo negli animali integrazioni destinate all’utilizzo nelle persone. Si tratta di una scelta inconsueta, soprattutto perché di solito le integrazioni per animali contengono appetizzanti che le rendono più gradevoli al cane e al gatto.
I motivi possono essere diversi, ma il principale è che per il prodotto che si vuole fornire esiste una versione per persone ma non esiste un corrispettivo ad uso veterinario, solitamente perché nessuna azienda trova economicamente vantaggioso produrlo. In questo caso, la scelta è obbligata.
Anche quando esiste una variante veterinaria, spesso la qualità dei prodotti ad uso umano è maggiore, ad esempio perché i principi attivi dell’integrazione sono più concentrati, o (nel caso dei prodotti fitoterapici) hanno indicato una titolazione quando questa non è presente nei corrispettivi prodotti destinati a cani e gatti.
Ci sono poi altri casi in cui è la normativa a limitare la possibilità di inserire alcuni ingredienti nell’integrazione: il caso più celebre sono i probiotici, dove i limiti della normativa mangimistica rendono disponibili pochissime specie batteriche nei prodotti per animali, “obbligando” il veterinario che voglia fornire probiotici diversi a rivolgersi al mercato dei prodotti per esseri umani.
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