Serendipity Centro Cinofilo

Serendipity Centro Cinofilo Educazione, Rieducazione e riabilitazione comportamentale con approccio cognitivo, sistemico relazionale.

LA scuola a 6 zampe con approccio cognitivo zooantropologico - relazionale.
-Educazione e Istruzione Cinofila
Rieducazione
Riabilitazione comportamentale
Percorsi cuccioli
Percorsi adulti
MobilityDog - Clicker Training
Passeggiate a 6 Zampe
Attività ludiche
Attività di fiuto
Gestire la Predazione
Zooantropologia Didattica
Attività in acqua
Attività di equilibrio e propriocezione
Aromaterapia e fi

ori di bach
- * Conduttore – Educatore Insca
Educatrice cinofila CSEN
Educatrice cinofila Siua
Istruttrice Cinofila FICSS
Istruttrice cinofila Siua
Tecnico Mobility Dog
Operatore in Zooantropologia Didattica. Coadiutore del cane I livello negli Interventi Assistiti con gli Animali.

Educazione del cane o Educazione del compagno umano?Noi educatori e istruttori cinofili 𝘤𝘰𝘯 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘨𝘯𝘪𝘵𝘪𝘷𝘰 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗴...
12/11/2025

Educazione del cane o Educazione del compagno umano?
Noi educatori e istruttori cinofili 𝘤𝘰𝘯 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘨𝘯𝘪𝘵𝘪𝘷𝘰 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗮𝗺𝗼 le persone nella comprensione dei cani che vivono con voi.
👉Facciamo un esempio pratico: Quando scegliamo di prenderci cura delle piante sappiamo che dobbiamo imparare a creare un ambiente idoneo per crescerle sane e rigogliose, in armonia con la loro natura. Quindi ci faremo guidare per capire che substrato scegliere, come, se e quanto fertilizzare, come se e quando potare, di quante ore di luce ha bisogno “quella specifica pianta”, luce diretta o indiretta, ombra, penombra… ecc.
Non chiederemmo mai a una pianta di adeguarsi, non è possibile! E non dovrebbe essere così nemmeno con i cani.
🔵Noi abbiamo deciso di accogliere i cani nelle nostre vite, noi dobbiamo imparare come farli stare bene e per questo serve la volontà di apprendere come comunicano come specie e come individui, capire le emozioni che provano, gli stati d’animo, quali attività li appaga e ciò che li mette a disagio e li manda in frustrazione, etc.
Purtroppo è ancora troppo presente la 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝘀 𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹' 𝗮𝗱𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, che vede nel cane il sottoposto da plasmare al servizio dell’uomo; 𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗰𝗼𝘀𝗶̀!
🔵Convivere con i cani come membri della famiglia significa mettersi in gioco giorno dopo giorno, capire e sentire che dobbiamo offrire loro un ambiente soddisfacente, una casa accogliente, ma soprattutto dobbiamo renderli sereni, appagati e compresi come individui di una specie diversa dalla nostra, con un etogramma diverso! 🔵Ecco perché noi educatori e istruttori 𝙨𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙞𝙣 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙞𝙨 𝙞 𝙫𝙤𝙨𝙩𝙧𝙞 𝙚𝙙𝙪𝙘𝙖𝙩𝙤𝙧𝙞 𝙚 𝙥𝙤𝙞 gli educatori dei vostri cani.

Buttate via i tappetini perchè sono Anti-Igienici e Anti etologici!
11/11/2025

Buttate via i tappetini perchè sono Anti-Igienici e Anti etologici!

La sedazione nel paziente aggressivo https://www.facebook.com/share/p/17QzvPGGmV/
10/11/2025

La sedazione nel paziente aggressivo
https://www.facebook.com/share/p/17QzvPGGmV/

🩺 Oltre il contenimento fisico: la sedazione nel paziente aggressivo

Di recente ho partecipato a un webinar del dr. Vincenzo Rondelli sulla "sedazione del paziente aggressivo", organizzato da Cogito Ergo Vet, in cui sono emersi alcuni punti di riflessione che mi piace condividere.

In primis, la comunicazione col caregiver. Questo è un elemento importante di qualsiasi interazione medico-paziente, lo diventa ancor di più quando non si conosce il perchè del comportamento aggressivo dell' animale. L'anamnesi comportamentale, infatti, dovrebbe cercare proprio di inquadrare il perchè di quel comportamento. Manifesta aggressività per paura? Per ansia? Per rabbia? Per dolore? Insomma, bisognerebbe concentrarsi sull'emozione sottostante. Inoltre, conoscere la personalità, il carattere del paziente aiuta anche ad impostare tutto ciò che ruota intorno la sedazione. Ad esempio, trova più giovamento a risvegliarsi da solo oppure preferisce il sostegno della famiglia? Quali circostanze possiamo costruirgli intorno per favorire un risveglio meno reattivo?

"Alla sedazione preferisco il contenimento fisico"
Il contenimento fisico non è l'opzione più sicura, è l'opzione più rischiosa. E i dati scientifici non lasciano dubbi: quando ci troviamo di fronte a un paziente agitato, nervoso o aggressivo, è scientificamente provato che il contenimento fisico forzato innesca una risposta da stress massiccia. Questa condizione non è innocua: infatti comporta variazioni pressorie, tachicardia e un aumento spropositato del consumo di ossigeno, esponendo l'animale a rischio significativo per la vita, in particolare in pazienti la cui storia clinica è difficile da ottenere proprio a causa dell'aggressività.
Inoltre, il contenimento fisico espone al rischio non solo l'operatore sanitario, ma anche il caregiver, e questo non è trascurabile.

La barriera della visita
La vera criticità è che l'aggressività ostacola la visita clinica, riducendo drasticamente le possibilità di individuare patologie in fase precoce e di mettere in atto strategie di prevenzione efficaci. Spesso, questi pazienti finiscono per essere invisibili alla medicina preventiva.

Bisogna superare il pregiudizio
È innegabile che il "rischio zero" in medicina non esista, e la sedazione non fa eccezione. Tuttavia, è tempo di superare il timore e il pregiudizio che spesso circondano questa pratica. Oggi, l'anestesiologia veterinaria, come branca specialistica, ci mette a disposizione farmaci estremamente sicuri e protocolli raffinati che consentono di effettuare le principali procedure diagnostiche e terapeutiche, anche in tempi ristretti, con un monitoraggio costante.

Una scelta scientifica ed etica
Proporre la sedazione non è cercare la "strada più facile", ma è una scelta ponderata e scientificamente fondata. Agire in scienza e coscienza significa riconoscere che il contenimento fisico, per i rischi intrinseci che comporta per il paziente, non è più una procedura accettabile.
Il nostro dovere è garantire sicurezza e accuratezza diagnostica.

La migliore medicina è la prevenzione comportamentale
Non mi stancherò mai di dirlo. Per un futuro in cui la sedazione sia l'eccezione, non la regola, è fondamentale che i cuccioli e i gattini con fragilità emotive e comportamentali vengano visitati da un medico veterinario esperto in comportamento e seguiti dalla varie e valide figure professionali sin da subito. Intervenire precocemente aiuta a gestire le difficoltà emotive e a prevenire che l'ansia e la paura si trasformino in aggressività ingestibile in età adulta.

L'esperienza precoce plasma il cane: i risultati importanti di un recente studio scientifico Vet.etologo Luigi Sacchetti...
08/11/2025

L'esperienza precoce plasma il cane: i risultati importanti di un recente studio scientifico Vet.etologo Luigi Sacchettino

Un recente studio su larga scala (N = 4.497 cani) ha confermato che le esperienze vissute dal cane nei primi mesi di vita hanno un impatto profondo e duraturo sull'aggressività e la paura in età adulta. Non è solo questione di "genetica" o "carattere".
Lo studio è stato condotto con una metodologia retrospettiva, raccogliendo le storie di vita dei cani attraverso un questionario standardizzato e validato scientificamente: il Canine Behavior Assessment and Research Questionnaire (C-BARQ). Questo strumento ha permesso di valutare oggettivamente i livelli di aggressività e paura dei cani adulti, mettendoli in relazione con gli eventi passati.

⏳ Finestra critica: i primi 6 mesi hanno un peso determinante
Le avversità precoci (come abuso, ferite, abbandono o riaffidamento) subite nei primi sei mesi di vita sono il fattore più predittivo per lo sviluppo di paura e aggressività in età adulta. È una questione di tempismo: il trauma è più impattante in questa fase sensibile. L'aver vissuto qualsiasi evento avverso (e in misura maggiore più eventi) in questo periodo aumenta significativamente il rischio. Inoltre, sebbene l'aver vissuto un solo evento fosse già correlato negativamente, i ricercatori hanno anche riscontrato che i cani che avevano sperimentato un numero maggiore di eventi avversi erano percepiti come più aggressivi rispetto a quelli che ne avevano vissuto un numero inferiore.

🧬 Il peso dell'interazione gene-ambiente: rischio vs. resilienza
La razza (genetica) non agisce da sola, ma modula la risposta al trauma. L'effetto delle avversità precoci varia sistematicamente tra le razze, suggerendo l'esistenza di fattori ereditari per il rischio o la resilienza. Esempio: un evento avverso nei primi sei mesi potrebbe causare un aumento significativo dell'aggressività in una razza geneticamente predisposta al rischio, mentre lo stesso evento potrebbe avere un impatto molto minore o nullo in una razza considerata più resiliente. Tali risultati conferma che il comportamento del cane adulto è quindi il risultato dell'interazione tra la sua genetica (razza) e la sua storia di vita.

💡 L’ impatto nella realtà: prevenzione comportamentale
Bisogna dare la massima priorità a proteggere i cuccioli da traumi e stress nei primi mesi di vita. È fondamentale evitare l'uso della forza o addestramenti coercitivi che possono essere vissuti come traumatici, specialmente durante questa fase sensibile. Per questo è fondamentale rivolgersi a educatori o istruttori che utilizzino metodi positivi e non traumatici. L'obiettivo è esporre il cucciolo a esperienze che siano formative e non traumatizzanti.
Inoltre, è essenziale ricercare allevatori o rifugi che garantiscano una socializzazione positiva e un ambiente sicuro fin dall'inizio.
Ma questo si allarga anche alle visite mediche: un cucciolo o un gattino vanno approcciati con estrema gentilezza, conoscenza dell’etologia della specie e calma. Con pazienza. Non sono più tollerabili le visite in cui il medico va diretto a manipolare il cucciolo come se fosse un corpo senza emozioni e pensieri, senza rispettarne i tempi o preoccupandosi solo della profilassi vaccinale.

Ref: Espinosa, J., Zapata, I., Alvarez, C.E. et al. Influence of early life adversity and breed on aggression and fear in dogs. Sci Rep 15, 32590 (2025).

https://www.facebook.com/share/p/1VvXBARGkM/

Among the animals on this planet, dogs are uniquely adapted for life with humans, a status that exposes them to risks of human-mediated traumatic experiences. At the same time, some lineages of dogs have undergone artificial selection for behavioral phenotypes that might increase risk or resilience....

05/11/2025

Vita da gatto!

Provincia di Pordenone.
31/10/2025

Provincia di Pordenone.

Per il reale Benessere dei Cani: LEGGETE con grande ATTENZIONE e CONCENTRAZIONE.
30/10/2025

Per il reale Benessere dei Cani: LEGGETE con grande ATTENZIONE e CONCENTRAZIONE.

Cosa mangiano in natura cani e gatti? Che tipo di alimentazione è necessaria per garantire il loro benessere psicofisico? Maria Mayer, veterinaria specializzata

Molti animali sono già morti durante le le staffette. Le colpevoli sono le Spostacani, ma Adottare in questo modo vi ren...
27/10/2025

Molti animali sono già morti durante le le staffette. Le colpevoli sono le Spostacani, ma Adottare in questo modo vi rende complici!

CIAO, MI CHIAMAVO ARGO E SONO MORTO IN UNA STAFFETTA. UN TEMPO ERO UN CANE LIBERO, VIVEVO NEL MIO QUARTIERE VICINO AL MARE, NUTRITO DA UN BARISTA, DA UNA SIGNORA CHE MI AVEVA "ADOTTATO" E MI ALLUNGAVA CROCCHETTE E QUALCHE PRELIBATEZZA. DORMIVO BEATO IN UNA VECCHIA RIMESSA O SOTTO UN CESPUGLIO, NON FACEVO MALE A NESSUNO. POI UN GIORNO, DELLE "VOLONTARIE" HANNO DECISO CHE DOVEVO ANDARE A VIVERE NEL SALOTTO DI QUALCUNO. SONO STATO ACCALAPPIATO, MESSO IN CANILE E CASTRATO. POI MI HANNO PORTATO A CASA DI ESTRANEI MA NON CAPIVO PERCHÈ IMPROVVISAMENTE DOVEVO STARE SEMPRE CHIUSO CON QUESTE PERSONE. ERO ARRABBIATO, HO MORSICATO, HO TENTATO LA FUGA. MI HANNO CLASSIFICATO COME "CANE DIFFICILE" MA UN TEMPO, PER ME, LA VITA ERA FACILE E VOLEVO DISPERATAMENTE TORNARE A QUELLA VITA, VOLEVO SENTIRE DI NUOVO IL PROFUMO DEL MARE, VOLEVO LA LIBERTÀ. QUINDI SONO FINITO DI NUOVO IN CANILE, DOVE HO TRASCORSO ANNI DENTRO UNA GABBIA. QUANTI? 2, 3, 5, 7, ORMAI I GIORNI ERANO TUTTI UGUALI. LA NOIA E LA TRISTEZZA LE MIE UNICHE EMOZIONI. ERO IL FANTASMA DI CIÒ CHE SONO STATO UN TEMPO E POI MI SONO AMMALATO, NON SERVIVA L'UOMO DAL CAMICE BIANCO PER SAPERE CHE NON MI RESTAVA MOLTO DA VIVERE. EPPURE, NONOSTANTE QUESTO, MI HANNO CARICATO IN UN FURGONE IN PIENA ESTATE, PER UN VIAGGIO SENZA SENSO. IO VOLEVO SOLO MORIRE IN PACE E INVECE, DUE "VOLONTARIE" HANNO DECISO CHE C'ERA UNA FAMIGLIA PER ME, DA QUALCHE PARTE, A 1000 KM DI DISTANZA. I MIEI SFORTUNATI COMPAGNI DI VIAGGIO ERANO SOPRATTUTTO CANI, MA C'ERA ANCHE QUALCHE GATTO E PERSINO UN UC***LO! IL FURGONE VIBRAVA TUTTO, OGNI BUCA UNA F***A ALLA SCHIENA. C'ERA ODORE DI URINA, FECI, STRESS E PAURA. IL MIO VIAGGIO È DURATO 16 ORE, OGNI TANTO IL FURGONE SI FERMAVA, SI APRIVA IL PORTELLONE ED ENTRAVA O USCIVA UN ALTRO ANIMALE, CON GRAN VOCIARE, APPLAUSI E URLA. OGNI VOLTA RICOMINCIAVA IL VIAGGIO, CHE NON FINIVA PIÙ. FACEVA CALDO, AVEVO SETE, IL CUORE MI SCOPPIAVA IN PETTO, POI HO CHIUSO GLI OCCHI, SONO MORTO NEL FURGONE. AVREI VOLUTO SENTIRE ANCORA UNA VOLTA IL PROFUMO DEL MARE.

- Fermate le spedizioniere di cani!-

Una storia vera: il cavallo e gli Dei La giornata era finita. Con la sera veniva una foschia umida, che faceva bagnate e...
26/10/2025

Una storia vera: il cavallo e gli Dei

La giornata era finita. Con la sera veniva una foschia umida, che faceva bagnate e sporche tutte le cose: i muri, il selciato, la porta di ferro, in fondo al cortile, che era stretto tra le case alte. La porta di ferro si apriva, ad intervalli, lasciando filtrare nel cortile un poco di luce che dava rilievo, nel fondo del cortile, ai cavalli legati sotto al portico. L'uomo usciva dalla porta, veniva verso i cavalli, ne slegava uno, lo conduceva, tenendolo per la capezza, verso la porta, che si richiudeva dietro loro. Sopra il muro, più in alto; sopra la foschia, più in alto; sopra le nuvole, e più in alto ancora, immersi nella notte delle stelle, un Elfo ed una Dea passeggiavano a cavallo. Non avevano un volto come il nostro, perché il volto degli Dei è diverso dal nostro. Ma i cavalli degli Dei sono esattamente come i nostri. Fatti come quelli che si vedono nelle stampe antiche: ben inquartati e con un'incollatura arcuata. Guardarono in basso: sotto le nuvole, più in basso; sotto la foschia e più in basso ancora. Fino nel piccolo cortile scuro.

«Non è bello. Non è bene,» disse la Dea. «È vero,» disse l'Elfo, «ma è questo il mondo degli uomini. Così.»
«Cambiamolo,» disse la Dea. Negli occhi dell'Elfo comparve un'espressione triste, una melanconia profonda. «Non è possibile,» disse, «hanno il loro mondo. Il loro libero arbitrio. Non possiamo usarli come burattini.
«Lo so, lo so,» disse come spazientita la Dea, «vorrei solo che... vedi, quel cavallo laggiù, Ussaro si chiama, potesse almeno avere il potere di un uomo, non quello di un dio. Potesse disporre di sé.»
«Ma è cavallo,» disse tristemente l'Elfo. «Sì. Ma che possa liberarsi!» «Liberarsi? Veramente? Ma è da Dei, non da uomini,» disse l'Elfo.

Ma la Dea aveva gli occhi velati, pieni di tristezza. «Sia come vuoi,» disse l'Elfo, agitato dalla commozione. Ussaro, il cavallo baio scuro, nel cortile pieno di nebbia, vide come uno scintillio. Come una lucciola nel buio. Capì subito. Davanti a lui, travestita, con una vestaglia di tela blu, da operaia, la Dea lo guardava.
Ussaro scosse il collo, come per scacciare le gocce di umidità dalla criniera. «Ti saluto,» disse. «Ti saluto anch'io,» rispose la Dea. Cavalli e Dei hanno sempre parlato, tra loro. Facilmente con quelli della terra. Di quelli del cielo, i cavalli hanno un po' più soggezione.

«Sono venuta per te,» disse la Dea, «per darti quello che vuoi. La libertà anche. Tutto ciò che vuoi!»
«Vedi,» disse Ussaro, «ti devo dire. Sai, la mia vita è cominciata in montagna. I primi ricordi sono cominciati in una stalla piccola, bassa, fatta di pietre. Se fuori era freddo, ci si stava bene. Uscivo a mangiare nel pascolo: era come un buco verso il cielo, tra alberi altissimi. C'era tanto silenzio.
Se nitrivo, il nitrito si fermava subito tra il fitto delle piante. Poi, ricordo un me bastone sulla schiena, e lavoro. Né percosse, né carezze. Solo lavoro. Capezza, corda, basto, carico. Strade tagliate nel bosco, acqua di torrente, gelida, veloce. Io ero grande e forte.
«Un giorno venne un uomo che non conoscevo. Parlò un poco con l'uomo che mi teneva con sé
e mi portò via.

«Scendemmo per strade che diventavano sempre più grandi. Poi vidi tante case ed una piazza. C'erano tanti cavalli. Alcuni allegri. Altri, con il muso alto, a roteavano gli occhi mostrandone il bianco. Scalpitavano. L'uomo che mi aveva con sé mi legò ad una pianta, con una corda.

A proposito, perché gli uomini legano i cavalli? Non sanno che con la nostra forza ce ne potremmo andare comunque?»

«Ma non lo fate quasi mai,» disse la Dea. «Perché siamo cavalli!» rispose Ussaro. E lo disse con una dignità ed una fierezza che sorpresero la Dea. «Sei un cavallo molto orgoglioso,» disse. «Sono solo un cavallo,» rispose quieto Ussaro. «Né orgoglioso né molto. Solo cavallo.» Tacque un poco, poi riprese. «Degli uomini di un gruppo mi guardarono da tutti i lati. Uno mi toccò, mi guardò in bocca. Parlò un poco con gli altri e mi portò via. Un altro uomo mi aveva con lui.»

«Avevi un altro padrone,» disse la Dea, sorridendo calcando un poco sulla parola padrone. «I cavalli non hanno un vero padrone,» disse Ussaro.“Gli uomini credono di essere padroni. I cavalli, come gli Dei, sanno che non si possiede nulla. I cavalli stanno con qualcuno, non gli appartengono. Lavorano per qualcuno, non sono, nella loro vera essenza, di qualcuno. E ciò fa impazzire gli uomini più sciocchi. Quelli che quando ci guardano negli occhi, si turbano a vederne il cupo profondo. Perché il nostro profondo è anche il loro. Cosi, quando l'uomo guarda negli occhi il cavallo, vede anche se stesso. Ed ha paura. Perciò preferisce credere di possederci, e basta.
«Arrivai fino ad una stazione e vidi dei vagoni, pieni di cavalli. «Venni bastonato. Senza alcun motivo. Venni chiuso in un vagone con altri cavalli. Stretto, fame, sete, buio, odore acre e rumore di ferraglia. «Poi silenzio. La porta del vagone si aprì. Vidi una notte chiara. Poi ebbi la quiete di un grande capannone. Ebbi anche fieno ed acqua. «Al mattino venne l'uomo che mi aveva con se. Venne con un altro uomo, una donna, un ragazzo. «Mi fecero girare, di corsa. Poi, l'uomo, la donna ed il ragazzo mi presero con loro. «Dove andammo c’ erano prati verdi. La luce era più forte di quella del posto dove ero nato, più calda. L'acqua dell'abbeveratoio gocciolava rumorosa. «I cavalli correvano e pascolavano. Un giorno mi misero addosso una sella. II ragazzo sale per primo in groppa. Poi, a turno, la donna e l’uomo.

Ridevano ed erano contenti. «L’uomo, poi, mi sellava ogni giorno. Uscivamo soli, lui e io, per la campagna. Ogni giorno mi voleva insegnare dei comandi. Mi piaceva impararli.
«Mi piacque. E, a poco a poco, finii per voler loro bene.
Ai bambini della fattoria, che chiamavo nitrendo, quando comparivano sul sentiero, al ritorno da scuola. All'uomo, che, quando mi saliva in groppa, mi parlava sempre. Alla donna. Al ragazzo.
Fu così che, una notte, feci una cosa che non avevo mai fatto. «Una cosa che i cavalli non fanno quasi mai: provai a sognare il domani. Mi piacque. Cosi, ogni notte, nella quiete della scuderia, sognavo il domani. La vita che avrei vissuto. La donna, il ragazzo, l'uomo che mi era amico.
«Poi, una mattina, mentre pascolavo, tranquillo, venne l'uomo. Aveva con sé altri uomini. Mi consegnò a loro. Mi disse solo: "Ciao, Ussaro" e svoltò il capo, per non guardarmi. Il resto della mia vita non ha storia. Ora sono qui.» E Ussaro concluse così il suo racconto.

«Sono qui io con te,- disse la Dea. «Ti dico una cosa importantissima: hai avuto la libertà di agire, di potere. Di andare dove vuoi!»
«Un miracolo?» chiese Ussaro «Se vuoi, sì, un miracolo,» disse la Dea.
Ussaro stette un poco in silenzio.
«A che pensi?» chiese la Dea.«A nulla,» rispose Ussaro, «non voglio pensare più»,
« Ma te ne puoi andare, ti ripeto. Nei prati! Vivere!»

«È forse molto bello,» disse Ussaro, «capisco la tua bontà. Non credere che non te ne sia grato. Ma non posso accettare. Perché, vedi: per essere libero, felice, dovrei poter sognare: ma non lo posso più fare. Il cavallo, lo sai, può fare un sogno solo e lo fa di rado. Guai se gli uccidono il suo sogno. Non ne fa più. Il cavallo è troppo coerente: non si permette l'inganno dei sogni falsi. Il vero è il suo mondo. L'uomo, invece, sogna sempre. Anche sogni falsi. Così riesce a nascondersi la realtà. Anche a non vedere se stesso. Come ha fatto quell'uomo, al quale ho voluto bene, che ha girato il capo per non vedermi quando mi ha venduto. Forse quell'uomo sogna ancora oggi che sono un cavallo felice: però non crede del tutto nel suo sogno. Fa, come tutti gli uomini, sogni falsi.»
Ussaro tacque un poco, poi riprese: «Vedi, Dea: tu mi vuoi offrire molto. Ma io ho già tutto. Sono cavallo. Ho avuto una vita da cavallo. Avrò una morte tutta mia, coerente. Da cavallo.»
«Ma puoi avere altro!» gridò quasi la Dea. «Non posso,» disse, quieto, Ussaro. «Non posso. Ti ripeto: il mio sogno l'ho fatto. Per vivere, avrei bisogno del mio sogno. Ma lo ha ucciso, il mio sogno, quell'uomo dai molti sogni falsi. Ti prego, Dea, non essere triste. Io non sono triste. Sono un cavallo. Un cavallo e basta.»
Ussaro, dette queste queste parole, sfilò con uno strattone la corda che lo legava al muro. Si girò. Attraversò con passo lento il cortile sporco di foschia e scomparve, attraverso la porta che portava al mattatoio. La porta si chiuse dietro di lui, senza rumore.
Di Ermanno Ferrero

🐾Adozioni e Adozioni Consapevoli🐾👉C'è poco da dire: se vuoi adottare un cane devi conoscerlo prima perchè anche lui/lei,...
24/10/2025

🐾Adozioni e Adozioni Consapevoli🐾
👉C'è poco da dire: se vuoi adottare un cane devi conoscerlo prima perchè anche lui/lei, ha il diritto di poterti far comprendere se sei la persona adatta con cui convivere tutta la vita, se siete la famiglia adatta a renderlo sereno e appagato.
👉Anche tu dovresti chiederti se sei la persona giusta per un cane, o per quel cane, o per quale cane! Tu, come tutta la tua famiglia.
👉Non bisogna mai smettere di dirsi che i cani hanno cognizione, i cani hanno carattere e personalità, i cani hanno il loro vissuto, anche i cuccioli, i cani sono individui❣ I cani non ci devono nulla perchè siamo noi a scegliere di condividere la vita con loro.

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