23/06/2025
📝 Norme italiane sull’addestramento dei cani altrui e relative sanzioni
In Italia, chi svolge attività di addestramento o educazione cinofila – soprattutto su cani altrui – deve rispettare un insieme di regole nazionali, regionali e fondi internazionali, che riguardano requisiti formativi, autorizzazioni, modalità di svolgimento e divieti di maltrattamento. Di seguito un quadro completo e aggiornato.
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1. Requisiti professionali e autorizzazioni
• Addestratori professionali e centri cinofili devono possedere un’esperienza almeno quinquennale e richiedere l’autorizzazione del Servizio veterinario ASL competente, presentando relazione tecnica sui locali e i box disponibili .
• L’addestramento professionale richiede notifica al Comune e all’ASL, ed è soggetto a vigilanza veterinaria .
• Manca una norma nazionale che imponga un titolo accademico obbligatorio, ma esistono standard ISO/CWA 16979 (Dog Training Professional) riconosciuti a livello europeo .
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2. Divieti nei metodi di addestramento
• È vietato l’uso di metodi coercitivi, di collari elettrici, a strozzo, o che causano dolore .
• Gli addestramenti devono rispettare i bisogni etologici dell’animale; animali vulnerabili (cuccioli, gravidanza) richiedono autorizzazione veterinaria .
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3. Registro e documentazione
• I centri devono mantenere un registro giornaliero dei cani addestrati, con dati identificativi .
• Devono inoltre notificare l’attività di inizio all’ASL e conservare registrazioni obbligatorie .
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4. Sanzioni e conseguenze
a) Amministrative
• Multa da €1.500 a €9.000 per chi addestra animali al fine di esaltarne l’aggressività o usa metodi violenti .
• Sanzione da €80 a €480 per addestratori che non tengono registro o non comunicano l’inizio dell’attività .
b) Sospensione/Revoca
• Revoca o sospensione dell’attività per centri cinofili non conformi ai requisiti strutturali o procedurali .
• Se l’esercizio viola le norme sanitarie o strutturali, l’ASL può sospendere l’attività fino a 9 mesi .
c) Penali e reato
• Maltrattamento di animali è un reato penale (art. 544‑ter c.p.): da 3 mesi a 18 mesi di reclusione e multa da €5.000 a €30.000 .
- Il Ministero della Salute vieta espressamente l’uso di collari a impulsi elettrici o coercitivi .
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5. Addestramento cinofilo in Italia: criticità e standard
• Codice ATECO 96.09.04 permette di avviare un’attività cinofila con partita IVA, senza requisiti formativi minimi .
• Alcune regioni e comuni stanno però introducendo requisiti formativi addizionali e registri locali .
• Si stanno inoltre adottando standard europei (CWA 16979/DTP) per professionalizzare la figura dell’istruttore/educatore .
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✅ In sintesi
Il Paese dispone di normative precise sul rispetto del benessere animale, i metodi consentiti, l’autorizzazione all’esercizio e le sanzioni per comportamenti abusivi o crudeli.
Tuttavia, la formazione necessaria per svolgere l’attività non è uniformata a livello nazionale, e chi opera spesso lo fa senza titoli certificativi adeguati.
Per garantire qualità e sicurezza, è fondamentale affidarsi a professionisti con:
• esperienza pluriennale,
• formazione certificata (ENCI, ISO/CWA),
• iscrizione agli elenchi ASL/comunali dove previsti,
• impegno etico al rispetto dei metodi approvati.
💡 Per l’utente: chiedete sempre attestati ufficiali, registro ASL e codici di riferimento professionale prima di intraprendere un percorso di addestramento con cani altrui.
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