Appunti di italiano per la Primaria

Appunti di italiano per la Primaria Didattica Raccolta di link utili per la didattica

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VI siete mai chiesti perché la lingua italiana è una delle poche al mondo ad avere il congiuntivo? E perché i media e i giornali lo usano sempre meno? E no, qua l’ignoranza non c’entra nulla!

O meglio non solo: c’è un altro motivo, diverso e più sottile! Il congiuntivo è il regno del forse; esprime una situazione ipotetica, serve per formulare ipotesi, supposizioni, teorie. È come fare un appuntamento al buio; tutto «sembra», «pare», «potrebbe». L’indicativo, invece, esprime una certezza. Ecco, prendete la frase: «non so se questa sia la decisione giusta». Ma se la formulo all’indicativo: «questa è la decisione giusta», il senso della frase cambia radicalmente.

Ed è proprio questo il punto: la nostra è la società delle certezze non dei dubbi e delle domande. Pochi pensano, domandano, ipotizzano; tutti invece sanno e affermano. Pochi «ritengono» ma tutti «garantiscono» e «assicurano»! La nostra è una società che ha fatto dell’idiozia un’arte e dell’arroganza uno stile di vita. Quando incontrate quelli che Luciano De Crescenzo chiamava «i paladini delle Grandi Certezze, allora mettevi paura perché la Certezza assoluta molto spesso si trasforma in violenza.» O in pura idiozia.

E ai ragazzi che si domandano a cosa serva il congiuntivo, perché fare lo sforzo per impararlo, voglio rispondere così: l’indicativo è come la tua casa: sai esattamente dove ti condurrà quella porta, cosa c’è in fondo a quella scala; cosa si nasconde dietro quella tenda; di ogni abitante sai cosa dirà, cosa penserà, come agirà. È in poche parole una vita fin troppo prevedibile e noiosa. Coltivate in voi l’ebrezza del dubbio, ponetevi continue domande, avventuratevi nel regno dei «forse».

Il forse è la parola più bella della nostra lingua. «Perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito». E ricordatevi sempre: ci sono persone convinte di sapere tutto, e purtroppo è tutto quello che sanno.

➡️ Tratto da «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera», il mio nuovo libro, che ho scritto per farvi innamorare della letteratura come me ne sono innamorata io. Potete scoprire di cosa parla e leggerne un estratto gratuito qui: https://www.amazon.it/Innamorarsi-Karenina-leggere-classici-lezioni/dp/8807174359

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X

14/02/2024

La lettura è una competenza fondamentale per lo sviluppo cognitivo, linguistico e culturale dei bambini. Tuttavia, non tutti i bambini appre...

29/01/2024

Il Giorno della Memoria ricorre il 27 gennaio di ogni anno, in ricordo del 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Questa importante ricorrenza è stata istituita per legge e rappresenta una grande sfida pedagogica per gli insegnanti e gli educatori.

Addentrarsi con lucidità nella complessità di questi eventi è un’operazione significativa in riferimento al presente, nel tentativo di sviluppare gli anticorpi necessari per riconoscere e combattere le nuove manifestazioni di discriminazione, sopraffazione, razzismo e risorgente antisemitismo, come sappiamo – purtroppo – ancora oggi in agguato; per capire come l’intolleranza verso qualcuno sia sempre sintomo di un’intolleranza e di una violenza più generalizzata.

Scomporre il passato e cercare di comprenderlo aiuta a capire e vivere il presente. È un modo per imparare ad esercitare nella nostra società una cittadinanza attiva e consapevole.

Sappiamo bene che la democrazia senza educazione non si regge. La si impara studiando e vivendo, con la speranza di poter cambiare e migliorarsi sempre.

29/01/2024
28/01/2024

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