01/10/2025
Jane Goodall ci lascia a 91 anni e lascia un vuoto nel cuore di ognuno di noi, una mancanza che si farà sentire nel mondo. Personaggio ispirazionale, eroina della zoologia, inventrice dell'etologia, immensa presenza umana che ha combattuto per quasi un secolo per la protezione degli animali. Ci lascia la voce più potente, pacifica, chiara e instancabile che la natura ha avuto dalla sua parte, la bambina che passava le ore in giardino e andava a dormire portando con sé dei lombrichi e chiedendosi la notte come facevano a camminare, la ragazza caparbia che lavorò mesi in un hotel per potersi comprare un biglietto in nave per l'Africa, che riuscì ad accompagnare l'antropologo Louis Leakey nel suo lavoro di studio con gli scimpanzé, ma soprattutto la donna che per prima guardò gli animali come fossero suoi pari, osservando per anni gli scimpanzé nella foresta con la semplicità di chi non ha pregiudizi, facendosi accettare da loro, partecipando ai loro sentimenti. Jane Goodall che ad un certo punto capì che la natura aveva più bisogno di lei come attivista che come etologa e che attraverso il Jane Goodall Institute, da lei fondato, iniziò a girare il mondo per tenere conferenze, per raccontare l'importanza di proteggere la natura, gli ecosistemi e gli animali, per formare le nuove generazione, per «piantare radici» nei giovani perché agissero perché, diceva, «ognuno di noi ha un impatto e ognuno di noi lo esercita con ogni singola azione che scegliamo di fare ogni giorno». Quando le chiedevano se aveva ancora speranza per il futuro lei rispondeva: «Più le cose sono difficili più forte dobbiamo combattere e non arrenderci». Lei non si è arresa mai, è mancata mentre era per una conferenza a Los Angeles. La salutiamo come lei avrebbe salutato noi, imitando il saluto degli scimpanzé: «Uhh uh uh iik iik uhhhh».
Di Paola Manfredi