03/01/2024
Per comprendere al meglio il comportamento canino, bisognerebbe partire dal presupposto che la loro concezione e visione delle cose sono diverse dalla nostra.
Quando studiamo ed osserviamo i cani, ci divertiamo a sgretolare tutte le nostre convinzioni, le nostre credenze, e proviamo a ricostruirle attraverso il loro punto di vista.
Un giorno ci siamo chiesti come percepissero il susseguirsi degli avvenimenti. Noi, possiamo dire che li percepiamo in modo lineare: prima c'è A, poi B, poi C, poi D, e così via lungo una linea retta.
Osservando attentamente i nostri cani e i cani dei nostri clienti, e più che altro il loro comportamento in relazione alle sessioni di addestramento in campo, ci siamo resi conto che quel modello non descriveva molto bene la loro percezione delle cose. Ci siamo allora ingegnati il più possibile coi tasselli che avevamo a disposizione, li abbiamo composti e scomposti fino a che non abbiamo trovato il modello migliore. Beh, il cane è un ritualizzatore di professione!
Per riuscire a comprendere al meglio come funzioni la ritualizzazione, dobbiamo assumere una visione circolare degli avvenimenti, dimenticandoci per un momento lo scorrere lineare del tempo. Riprendendo l'esempio di prima, per il cane, A è strettamente legato a D (sono come due facce dello stesso avvenimento, sebbene temporalmente uno sussegua l'altro), hanno molta importanza e sono dinamici. B e C invece sono meno influenti e più statici, potremmo dire che sono al servizio di A e D.
Ma questo come può aiutarci nell’ addestramento del nostro amico a 4 zampe?
Semplice: se il comportamento sgradito è B, mi risulta inutile e difficoltoso lavorare direttamente per eliminare quel comportamento. Sarà molto più semplice, efficace e duraturo lavorare su A (e contemporaneamente su D). Appena ho modificato A-D, B-C verranno di conseguenza.
La cosa più difficile per noi, è proprio individuare A e D, cosa invece ovvia per un ritualizzatore come il cane.
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