17/03/2025
😡“I cittadini si chiedono come mai,ora, ogni volta che piove scatta una EMERGENZA.
Il dott. Alessandro Bottacci scrive :
Ricordiamo che il più grande invaso possibile è il sottosuolo. Dobbiamo, prima di tutto, favorire l'infiltrazione nel suolo e nel sottosuolo.
Per fare questo occorre che ci sia un territorio poroso (come quello delle aree forestali poco disturbate) e che l'acqua scorra lentamente.
Il principio fondamentale è: DIVIDERE, RALLENTARE, INFILTRARE.
Invece l'approccio ingegneristico adottato dalla Regione Toscana (ma anche da molte altre Regioni, compresa l'Emilia Romagna) è: concentrare, velocizzare, scorrere in superficie.
In un territorio poroso 🌲(forestale evoluto)🌲 la percentuale maggiore delle precipitazioni segue il percorso sottopelle o profondo, con velocità decisamente basse.
In un TERRITORIO IMPERMEABILIZZATO (AREE URBANE, zone CEMENTIFICARE, boschi a taglio raso (compreso il ceduo) la gran parte delle precipitazioni alimenta il deflusso superficiale, con tempi di corrivazione decisamente più bassi.
La chiave giusta per attenuare gli effetti di precipitazioni elevate è aumentare in ogni modo il tempo di corrivazione dei bacini.
😢L'ELIMINAZIONE della VEGETAZIONE RIPARIALE, specialmente lungo il reticolo secondario (dove imperversano i Comprensori di Bonifica), VELOCIZZA la CORRENTE, diminuisce il tempo di corrivazione e trasforma la gran parte dell'energia potenziale (dovuta al dislivello) in energia cinetica .
L'energia cinetica è quella pericolosa, che erode e che è alla base dei flash flood (INONDAZIONI LAMPO), nei punti in cui, per qualsiasi motivo, non sia possibile mantenere una velocità di deflusso costante.
😢Nonostante l'evidenza gli amministratori e i politici continuano a scegliere la strada, che crea ripetute situazioni di emergenza, dove i fondi arrivano di corsa e senza tanti controlli.
Una parola per i miei colleghi professionisti FORESTALI. Essendo ormai da anni imprintati ad un APPROCCIO meramente FINANZIARIO della GESTIONE dei BOSCHI, continuano ad appoggiare interventi che di Selvicoltura (con la S maiuscola) non ha più nulla.
Moltissimi di loro sono semplicemente degli agricoltori che, invece di raccogliere il mais, raccolgono legna.
Gli aspetti della Selvicoltura d'ecosistema e dei corretti interventi di sistemazioni idraulico-forestali, sono relegati ai margini degli insegnamenti delle Scienze Forestali.
Chi perora solo il taglio, e il taglio raso (di fustaie o di boschi gestiti a ceduo), SVILISCE e SQUALIFICA la PROFESSIONALITÀ DEL FORESTALE; per questo motivo dopo ogni intervento alluvionale, i media chiedono pareri a tutti (ingegneri, geologi, urbanisti, ecc.), meno che ai Dottori forestali, i quali, del resto, sicuramente potrebbero solo parlare di harvester, tonnellate di cippato prodotte, allargamento delle piste forestali, taglio cedui su vasta superfici anche a danno di boschi adulti.
Se vogliamo combattere alluvioni e siccità (due facce dello stesso problema) occorre, da subito, fermare la semplificazione dei boschi, ridurre i tagli, salvare la vegetazione ripariale, aumentare la porosità del territorio, attuare interventi di sistemazione estensiva a livello di bacino.
🥰Oltre a questo occorre ricondurre l'insegnamento forestale ad un approccio olistico ed integrato, che abbandoni il pensiero agronomico oggi prevalente e recuperi l'essenza della professione come gestori di ecosistemi complessi.
Per cambiare invece la mentalità predatoria e menefreghistica di politici e amministratori, ci vorranno secoli.”