23/11/2024
Oggi leggiamo insieme un breve testo
fra quelli custoditi qui in Archivio di Rosario Mastriani, scritto nel giorno del primo anniversario dal terremoto dell'Irpinia che alle 19:34 del 23 novembre 1980 uccise quasi 3mila persone e ne ferì quasi 9mila.
❝Lunedì 23 novembre è l'anniversario del terribile giorno del sisma che colpì la nostra regione e la Lucania. In verità questo 23 novembre non suscita in me particolari ricordi di paura e di sgomento perché mi trovavo con Pina (e con Marcella feto di otto mesi) li a Castelvolturno dove avvertimmo a malapena la scossa. Ciò che invece ricordo con sgomento è lo spettacolo che andava delineandosi ai miei occhi man mano che il Mondragone, il lunedì 24 novembre 1980 successivo si avvicinava alla città: gente che bivaccava all'addiaccio, le prime macerie e poi le notizie che, sia per radio, sia per stampa, sia per aria, sentivo e che parlavano di paesi distrutti e di migliaia di morti in Irpinia, nel salernitano, a Potenza, nella mia città e la sua vasta provincia. Ad un anno di distanza ci sono ancora tutti i problemi irrisolti: gente che vive in roulotte in attesa di una casa seppur provvisoria, ancora strade chiuse al traffico e tanti palazzi in via di demolizione. Pochi i palazzi in via di riciclaggio. Oggi seppur non si è fatto festa al lavoro, mi sono reso conto che diversa gente non è scesa a lavorare. L'ho notato di già nella corriera che solitamente arriva affollatissima e che invece stamani aveva addirittura dei posti a sedere, e poi in città sentivo aria di festa. I muri delle case erano tappezzati di manifesti che avvertivano il popolo di vari cortei organizzati per smuovere le acque e per far capire alla gente che ventimila miliardi stanziati per i terremotati sono andati nelle fauci divoranti di classi politiche e clientelismi vari, per far capire che a Napoli ci sono quindicimila persone deportate sul litorale Domiziano, 50mila senzatetto, centinaia di scuole occupate, migliaia di disoccupati, (organizzati e non) e centinaia di strade chiuse al traffico❞.