10/08/2025
Proprietari e ansia da separazione
L’ansia da separazione è quel sentimento, quell’emozione, quell’angoscia che assale alcuni proprietari in procinto di separarsi dal loro beniamino a 4 zampe e che permane per tutte le prime 24, 36, anche 72 ore dalla separazione e la sua consegna nelle mani della struttura o persone alle quali hanno deciso di affidarlo. Ma analizziamo meglio nel dettaglio le origini di questo sentire. In prima battuta spesso i proprietari al momento della consegna piangono e dicono frasi come “…è la prima volta che lo lascio…non è mai stato senza di me…” e a me sorge sempre una domanda: ma siete voi a soffrire di questo distacco o avete creato il bisogno del distacco al cane? Perchè il problema è in questa enorme differenza che poi tanta differenza non ha, sono come una semplice matrioska di 2 quesiti uno dentro l’altro. Il distacco e la sofferenza dal lasciare il proprio animale è più che lecito, in fondo si tratta di un piccolo lutto: tutti noi amiamo i nostri animali oltre ogni possibile descrizione e vogliamo il meglio per loro, ma quando ci affidiamo ad una struttura o scegliamo delle persone alle quali affidarli non dovremmo averli precedentemente testati? Certo, esistono delle situazioni di emergenza nelle quali questo non è possibile, vedi un ricovero improvviso in ospedale o un incidente per cui abbiamo dovuto trovare una soluzione dell’ultimo minuto, ma è pur vero che in buona parte se abbiamo “amici di zampa”, cioè conoscenti che si sono precedentemente affidati a dei professionisti e ne sono stati favorevolmente soddisfatti, potremmo affidarci anche noi senza troppi pensieri alle stesse persone. E invece no, scatta comunque qualcosa nella mente di alcuni proprietari che, seppur rassicurati da messaggi e foto, non sono comunque tranquilli relativamente allo stato di salute del loro amico peloso. Allora torniamo alla domanda iniziale: qual è la vera origine di questa ansia? Vediamo dunque che il cane rappresenta una maschera, egli è una porta per non essere abbastanza curato, abbastanza accudito e se questo poco accudimento, questa trascuratezza si dovesse mai verificare, si potrebbe anche verificare il peggio. Spesso infatti l’ansia di questi proprietari non passa col passare dei giorni, ma degenera non trovando riscontro in una chiamata o in un messaggio rassicurante da parte del gestore della struttura: iniziano a farsi sempre più insistenti anche addirittura con messaggi che insinuano la possibilità che si sia verificato qualcosa di tremendo al loro cane e che chi ne aveva cura non lo voglia confessare. E’ interessante notare come, in presenza dell’animale stesso, se consigliati di cambiare dieta, abitudini sull’educazione o sul gioco tutte cose che potrebbero rispecchiare una cattiva gestione dell’animale stesso, di norma, noi educatori ci ritroviamo a combattere come Don Chisciotte, ma quando si tratta di pensione e asilo, molti proprietari spesso diventano apprensivi come mamma cigno con i suoi piccoli.
Piccola riflessione della domenica. In definitiva questo batuffolo di pelo che si è evoluto al nostro fianco per non lasciarci più, ha avuto la capacità di insinuarsi così profondamente nella nostra psiche in maniera tale da gestire le nostre emozioni e, come dico sempre, di farci anche lavorare su noi stessi. Perchè se non è un lavoro questo allora quanti altri lo sono?