09/02/2025
SPECULARE SULL’AMORE
Ci sono tante categorie protette, ci sono tanti incentivi, ci sono tanti aiuti di stato… MA GLI ANIMALI NO, LO STATO CONSIDERA UN LUSSO LA CURA DEGLI ANIMALI.
Partiamo dall’ IVA (imposta sul valore aggiunto), le prestazioni mediche umane sono esenti da IVA, quelle Veterinarie tassate al 22%.
Se cambi gli infissi e le porte a casa l’IVA è al 10%, anche fai una ristrutturazione di lusso, sempre al 10% il biglietto del cinema per vedere i cinepanettoni… sono prodotti culturali, vanno protetti
Al 5% tutti i dispositivi elettromedicali, anche quelli per fare piercing e tatuaggi
se compri giornali e riviste, se fruisci di prestazioni relative alla realizzazione di opere editoriali, canoni di abbonamento alla radio diffusione, finanche l’abbonamento a Netflix prevede un IVA al 4%, se compri il cd di un neomelodico o di un rapper che inneggia alla violenza o alla misoginia l’IVA è al 4%, sono prodotti culturali, vanno protetti… ma se solo ti azzardi a curare un cane o un gatto per lo stato sei uno che spreca soldi, LO STATO TASSA LE CURE PER GLI ANIMALI DOMESTICI EQUIPARANDOLI A BENI DI LUSSO
Migliaia di aiuti, finanziamenti ed incentivi, soldi a pioggia a quotidiani che non legge nessuno, soldi a pioggia a pseudo associazioni culturali che non producono niente, finanziamenti a pioggia per produrre pellicole cinematografiche che saranno un disastro al botteghino e poi gli animalisti vengono lasciati soli. Gli animalisti, lo ricordo a chi di dovere, spesso vanno a coprire di tasca propria i buchi lasciati da una pubblica amministrazione distratta, costruiscono rifugi privati, sterilizzano spesso di tasca propria i randagi e poi gestiscono la rete per farli adottare, trasportano gli adottati verso le nuove case, fanno controlli pre affido, riaccolgono le rinunce di proprietà, hanno una sorveglianza costante del territorio e fanno tutto questo di tasca loro. Queste cose però le dovrebbe farle la pubblica amministrazione o, almeno, dovrebbe finanziare le spese dei volontari e invece per loro solo tasse, i soldi devono andare ai giornali di partito (qualsiasi partito, sia chiaro, non faccio politica) alle finte associazioni culturali, i finanziamenti sono spesso la mancia che i partiti erogano a piene mani per mantenere il consenso.
Le case farmaceutiche però no, quelle non si toccano, anzi si fanno leggi per garantire loro guadagni sempre più cospicui.
Quando ero studente universitario e studiavo le malattie infettive e la farmacologia, ai corsi mi parlavano di principi attivi, di molecole, non di nomi commerciali, ad esempio studiavo le penicilline, una penicillina era una penicillina senza importarmi di dove fosse contenuta,
oggi invece non posso prescrivere una molecola, devo OBBLIGATORIAMENTE prescrivere un farmaco per uso veterinario che contiene quella molecola altrimenti rischio una multa di migliaia di euro anche se perfettamente sovrapponibile a quella umana.
Giusto per fare qualche esempio:
Amoxicillina Clavulanico generico per uso umano confezione 12 compresse costo euro 7,90 (0,66 euro a compressa)
Synulox 500 compresse uso veterinario scatola da 10 compresse euro 29,00
Una dose di 500 mg di amoxicillina clavulanico costa 33 centesimi se umano, 1,45 se veterinario
il 439% in più… e la composizione dei 2 farmaci è identica
Bassado per uso umano (100 mg doxiciclina) euro 3,96 per 10 compresse 0,39 euro per 100 mg
Ronaxan 100 per uso veterinario (100 mg. Doxiciclina) 15,90 per 10 compresse, 1,59 euro per 100 mg. il 401% in più
Ripeto, parlo di farmaci perfettamente identici, la ferocia delle sanzioni al veterinario che osasse prescrivere quello “umano” dimostra inequivocabilmente che l’interesse del legislatore non è quello di consentire l’accesso alle cure ai proprietari di animali meno abbienti ma quello di tutelare gli interessi delle case farmaceutiche.
Una nota per i colleghi che dovessero leggere queste mie riflessioni sappiate che prescrivo solo farmaci veterinari, mi attengo alle regole ma questo non mi impedisce di pensare, ho giurato di agire in “scienza e coscienza” ed ogni tanto la coscienza mi ribolle. L’industria farmaceutica svolge un ruolo fondamentale per i nuovi orizzonti del benessere animale, ci sono farmaci veterinari di nuova generazione che hanno migliorato non poco le nostre possibilità terapeutiche e di questo sarò sempre grato ma non dobbiamo dimenticarci che dietro l’accudimento degli animali si nasconde anche una politica sociale, dobbiamo fare qualcosa per ve**re incontro a quella vasta platea che fa dell’accudimento una ragione di esistere. La ricerca ha i suoi costi ed i suoi prezzi, questo lo capisco, ma far pagare quadruplicato molecole di 50 anni fa non mi sembra etico.
Dottor Vincenzo Minuto
Medico Veterinario