26/05/2025
“Se solo tu sapessi – Una lettera d’amore dal tuo gatto”
Non mi hai mai sentito parlare, ma ti ho raccontato mille storie, con ogni battito lento delle palpebre, ogni lieve sfioramento del mio corpo contro le tue gambe, ogni fusa nascoste nel silenzio.
Ero lì quando il mondo ti sembrava pesante, accoccolandomi accanto a te come un incantesimo silenzioso: “Non sei solo.” Ho memorizzato il ritmo del tuo respiro, la melodia della tua risata, come cambiavano i tuoi passi quando l’anima si alleggeriva. E quando il dolore ti schiacciava, mi sdraiavo con te, lasciando che il calore del mio corpo dicesse ciò che le parole non potevano: “Sono qui.”
Tu e io avevamo una lingua tutta nostra. La mia coda avvolta intorno al tuo braccio diceva: “Mi fido di te.” Il leggero miagolio quando tornavi a casa sussurrava: “Mi sei mancato.” E di notte, quando le mie zampette tremavano nei sogni, attraversavo mondi infiniti con te al mio fianco.
Il tempo è un enigma. Mi ha dato il giusto per insegnarti l’amore silenzioso, paziente, quello che non chiede nulla e resta. Ma se potessi fermarlo, sceglierei ogni vecchio miagolio, ogni salto che mi costa fatica, solo per restare con te un giorno in più.
Quindi, quando il mio pelo diventerà argento e i miei passi più lenti della tua tristezza, ricordati questo: l’amore non se ne va. Si nasconde nell’angolo dove dormivo, nella coperta che ancora conserva il mio odore, nel suono lieve di zampette che non toccano più terra, ma camminano ancora nel tuo cuore.
E se mai dovessi dubitare? Chiudi gli occhi. Senti la carezza invisibile della mia testa che cerca la tua mano, le fusa che ancora vibrano nell’aria. Ti ho amato profondamente. Non perché fossi perfetto, ma perché eri mio.
P.S. Se un giorno un altro paio di occhi felini ti osserva da un angolo, non distogli lo sguardo. Non sentirti in colpa. Il vero amore non compete, si moltiplica. E io ti ho insegnato a riceverlo con l’anima aperta.
“I gatti lasciano impronte leggere nelle nostre vite. Ma voi umani… voi lasciate intere costellazioni nelle nostre.”
(Su, apri quella scatoletta di tonno. Prometto che non lo dirò a nessuno.)
