21/10/2025
Questo è un post che tutti dovrebbero condividere! Come ha detto lAmico Francesco Franchi: questa è la Storia!
In questa fotografia originale del 1884 possiamo osservare due GIGANTI della cinofilia italiana: Temistocle Strazza, in piedi, e Ferdinando Delor, sotto, seduto. Vederli così nitidi è rarissimo, per non dire che non era mai successo: soprattutto per Strazza, il cui volto non l’avevamo mai visto prima della scoperta dell’Archivio Silva.
Se la cinofilia italiana ha radici profonde, questi due uomini ne sono le colonne maestre, probabilmente le due figure più importanti della sua storia delle origini.
Temistocle Strazza fu cacciatore, allevatore di Bracchi Italiani e Spinoni, uomo di prove e di cani: una mente pratica e una sensibilità e cultura fuori dal comune. E soprattutto, un genio del fucile, un fuoriclasse assoluto, celebrato per freddezza, lettura del terreno e precisione, qualità che lo resero semplicemente imbattibile. Cacciò in diversi luoghi del mondo, soprattutto nelle Americhe.
Ferdinando Delor de Ferrabouc, il “Max” dei giornali venatori, fu la voce e il motore di un intero movimento: cinofilo, cacciatore, giudice di Field Trials ed Esposizioni, tra i fondatori del Kennel Club Italiano (poi ENCI). Direttore e fondatore di riviste specializzate — tra cui la Rivista Cinegetica, organo ufficiale del KCI, e Caccia e Tiri — collaborò con lo pseudonimo “Max” anche a Diana e Il Cacciatore Italiano. Autore fecondo, pubblicò trattati la cui validità è riconosciuta ancora oggi: I cani da ferma, il celebre Vademecum dell’Ammaestratore (giunto alla quinta edizione nel 1914), Il romanzo di un cane. Estimatore convinto delle razze italiane, si deve a lui la prima stesura dello standard del Bracco Italiano e dello Spinone.
Li unisce un filo chiarissimo: dedicarono la vita al Bracco Italiano. Strazza lo raccontò, lo portò in campo, lo difese con l’autorevolezza di chi conosce il cane palmo a palmo. Delor lo promosse senza sosta dalle redazioni, nelle società cinofile, nelle arene delle grandi manifestazioni: due percorsi diversi, un unico progetto. E non solo: erano amici profondamente legati, si scrivevano ogni settimana, condividendo risultati, intuizioni, piani e dubbi. Una corrispondenza f***a che cementò un’alleanza umana prima ancora che sportiva e culturale. Era una cinofilia condivisa.
Ritrovarli insieme, nel 1884, significa vedere i volti di chi trasformò l’amore per i cani in metodo, comunità, tradizione. Questa foto è un frammento di identità storica.
Foto Archivio Silva. Proprietà riservata.
Opere principali (selezione)
Temistocle Strazza
- Vita americana: caccie e viaggi — Milano, A. Brigola, 1885.
- Un italiano nel Messico – Caccie e viaggi — vol. I, Milano, Garbini, 1895; vol. II, Milano, Premiata Tipografia Agraria, 1903.
- I cani da ferma italiani — 1909 (edizione storica molto rara).
Ferdinando Delor (Max)
- Manuale del cacciatore italiano — Milano, Fratelli Dumolard, 1886; grande edizione accresciuta con Azzi e Camusso, 1887.
- I cani da ferma — 1890 (Bologna–Piacenza, Giornale d’Agricoltura del Regno d’Italia).
- Il vademecum dell’ammaestratore — 1897 (Circolo Triestino di Cacciatori); IV edizione 1914; ristampe fino al 1927.
- Il romanzo di un cane — Milano, Tipografia Agraria, 1902 (con ristampe successive).